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Home L'altrove

In Sicilia, dalla “mareneve” dell’Etna ad una pasticceria fuori dal tempo

di Patrizia Caiffa
25 Agosto 2014
in L'altrove, Primo Piano
Tempo di Lettura: 3 mins read
51 2
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Per aiutarvi a scoprire nuove mète estive mentre già siete in viaggio o in vacanza, b-hop ripropone in questi giorni alcuni articoli già pubblicati, sperando possano esservi utili. Buona estate di relax, serenità, fiducia e bellezza!

C’è un posto al mondo, ed è in Sicilia, dove puoi fare il bagno in mare e vedere la neve sul vulcano. E c’è una strada dal nome suggestivo, la “mareneve”, che collega la costa e i paesini etnei del versante orientale ai punti più alti e raggiungibili dell’Etna. A 1800 metri sul versante nord, a Piana Provenzana, i catanesi e i messinesi sciano, i bambini scivolano sugli slittini e costruiscono pupazzi di neve tra i cumuli di lava nera che emerge qua e là, in un posto unico e suggestivo, tra i crateri fumanti sullo sfondo.

Dopo una irreale giornata sulla neve, mentre nel resto dell’isola regna quasi già la primavera, si può scendere dalla statale “mareneve” e deviare su strade secondarie. Si arriva in un paesino di 8.000 persone, apparentemente anonimo, Santa Venerina, situato sulle falde dell’Etna. La gente del posto lo conosce per le sue famose distillerie, ma soprattutto per un luogo fuori dal tempo, che mantiene intatte antiche tradizioni familiari di pasticceria: il Bar Russo.

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Aprire la porta a vetri ed entrare in questo locale significa rimanere incantati dallo splendore di un antico mobile a parete del ‘700 (prima apparteneva ad una farmacia), enormi scaffali verde chiaro riempiti di torte, biscotti e coloratissimi frutti di pasta reale (frutta martorana), con due tende fluttuanti che presuppongono chissà quali segreti e magie culinarie compiute là dietro.

Da quelle tende Anna Maria e Maria Nieve Russo, nipoti del nonno capostipite che nel 1880 fondò la pasticceria, entrano ed escono portando vassoi di pasticcini, molti dei quali realizzati con la famosa “zuccata” una composta speciale di zucca verde, cotta a lungo e candita, ingrediente tipico della cucina siciliana, per rendere unici quei preziosi dolci. Non solo: altra specialità della casa, tra le mille delizie sui banconi, sono i sublimi cornetti al miele, una fragrante pasta lievitata inzuppata nel dolcissimo miele di Zafferana Etnea, paese limitrofo.

Nella sala accanto sedie anni ’70, tavoli di marmo e tavolini rotondi di legno su cui giocare a dama o scacchi, una atmosfera retrò rimasta intatta e inalterata. Si entra in questo spazio sperando rimanga così per sempre: gli oggetti, i dolci, le persone che con passione e sacrificio portano avanti da 135 anni la tradizione di famiglia. I telefonini e i look alla moda degli ordinari avventori risultano purtroppo stonati con l’ambiente.

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Le due sorelle parlano volentieri delle ricette di cui vanno fiere e delle loro storie familiari, anche personali e dolorose: Maria Nieve è considerata l’artista di famiglia, è lei che dona bellezza, armonia e colori alle torte e ai tipici dolci di pasta reale a forma di frutta. Descrive la ricetta della “zuccata” come se fossi la prima persona – e non la millesima – a cui ha il piacere di raccontarla, con umiltà e amore.

Anna Maria sembra più donna di piglio e di azione: sta alla cassa, entra ed esce dalle tende dei misteri, pesa, incarta, racconta. Il suo cruccio attuale è che oramai hanno “una certa età” e la figlia 27 enne, unica erede “un po’ viziata” di tutta la tradizione di famiglia – cinque fratelli e sorelle, alcuni non sono sposati e non hanno figli o li hanno persi – non abbia per ora molta voglia di seguire la strada dei nonni, dei genitori e degli zii. “Per fortuna il marito è pasticcere”, confida a b-hop Anna Maria, quasi come rivelasse la sua ultima carta segreta. “Ora è impegnata a fare la mamma. Io spero tanto che ci ripensi”.

Cosa augurare alla giovane erede, sul cui capo pesa tanta responsabilità? Libertà di seguire i propri sogni e desideri o fedeltà alla famiglia e alla tradizione? Un dilemma difficile e assolutamente comprensibile.

Intanto chi passa da quelle parti, nel frattempo, non si perda il cornetto al miele.

 

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Patrizia Caiffa

Patrizia Caiffa

Direttrice responsabile di B-hop magazine. Giornalista professionista, lavoro dal '98 all'agenzia Sir. Laureata in Lingue e letterature straniere moderne, scrivo anche libri e viaggio (tanto) nel Sud del mondo. Curiosa di nuove avventure, dentro e fuori di me, ho voluto B-hop per portare bellezza, fiducia e consapevolezza nel mondo dell'informazione.

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