di Agnese Malatesta – Nell’isola di Levanzo, la più piccola dell’arcipelago delle Egadi, i turisti possono apprezzare un inaspettato sito archeologico: incisioni e pitture rupestri preistoriche, risalenti a 11-12 mila anni fa conservati in una grotta – la Grotta del Genovese – di cui si è venuti a conoscenza per caso appena 72 anni fa.
Una scoperta che ha la firma di una pittrice fiorentina, Francesca Minellono, ritenuta la prima turista donna arrivata nell’isola. Era il 1949.
Entrò in quella grotta, che si trova nella parte nord-occidentale dell’isola ad un’altezza di circa 30 metri dal mare, con una candela per fare luce, incuriosita da quello che si diceva in paese su presunti animali selvatici che lì andavano a proliferare.
Ma arrivata lì: meraviglia!
Di fronte a lei, sulle pareti della grotta, una varietà di disegni ed incisioni preistorici, attribuiti poi ai periodi mesolitico e neolitico, raffiguranti momenti di vita dell’epoca.

Tratti di arte rupestre che rievocano scene di caccia e oggetti d’uso quotidiano come tradizionali utensili e maschere rituali. E poi animali, cani, pesci, bovini; figure di uomini e di donne, raffigurati sia frontalmente che di profilo. Per la loro realizzazione, si ritiene che i pittori preistorici abbiano fatto ricorso a frecce e pietre, proprio secondo i caratteristici strumenti dell’epoca. Di particolare interesse è il ritrovamento anche di una scheggia di ossidiana proveniente dall’isola di Lipari.
Una volta fatto il sorprendente rinvenimento, Minellono informò un professore, Paolo Graziosi, dell’Istituto di Paleontologia Umana dell’Università di Firenze. Fu subito evidente la rilevanza storica ed artistica della scoperta e cominciarono ben presto le prime ricerche a carattere scientifico.
Seguirono, quindi, gli scavi nella grotta (ampia in totale circa 220 metri quadrati), a cominciare da quelli del 1951 ad opera della Soprintendenza alle Antichità della Sicilia Orientale; del 1953 da parte dello stesso Paolo Graziosi e del 2005 guidati da Sebastiano Tusa nell’ambito delle attività della Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Trapani.
Oggi, la Grotta del Genovese – uno dei siti archeologici più importanti in Sicilia – è accessibile ai visitatori.
Ad attenderli, una guida che spiega loro la storia del ritrovamento e le caratteristiche archeologiche dei reperti. Alla grotta si arriva scendendo, lungo la costa, un articolato sentiero. Si passa fra la tipica vegetazione mediterranea e, anticipando l’atmosfera preistorica, permette al turista di calarsi in uno scenario di grande suggestione.
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