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Home Se ne parla

Qatar 2022, Stéphanie Frappart arbitra ai Mondiali degli uomini

Stéphanie Frappart sarà la prima donna che arbitrerà una partita ufficiale dei Mondiali di calcio, dalla prima edizione del 1930

di Massimo Lavena
1 Dicembre 2022
in Se ne parla
Tempo di Lettura: 3 mins read
39 1
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Foto 
Anders Henrikson - a_11_2514 - CC BY 2.0

Foto Anders Henrikson - a_11_2514 - CC BY 2.0

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di Massimo Lavena – Finalmente. Cosa dire di più? Anche l’ultimo muro di gomma è stato sbancato. Ai Mondiali di calcio maschili in corso in Qatar, Stéphanie Frappart sarà la prima donna che arbitrerà una partita ufficiale della competizione, dalla prima edizione del 1930.

I calciatori della partita Germania-Costa Rica di oggi 1° dicembre, obbediranno al fischietto della migliore direttrice di gara vivente, che vanta un curriculum di tutto rispetto in campo internazionale e francese.

Sarà un giorno di festa per tutto il movimento calcistico mondiale

e per tutte quelle suffragette del pallone che si mettono in gioco ogni domenica in un mondo schifosamente maschilista.

Ascolta “Il podcast di B-HOP Magazine” su Spreaker.

E anche a questi mondiali qatarioti, insanguinati e violanti i diritti umani, le arbitre stavano rivestendo solo un ruolo di contorno, come 4° arbitro o ufficiale di campo. E invece lodato sia Pierluigi Collina e la sua lungimirante speranza che la differenza tra donne e uomini sparisca nel calcio più in fretta che altrove ci mette tutti in riga e lieti.

Stéphanie Frappart – foto di Sven Mandel – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=63649756

Sarà stupendo tifare per Stéphanie Frappart, che sarà intenta a dirimere le controversie tra i teutonici deludenti finora e i costaricensi allegri e spensierati, capaci di scrollarsi di dosso le 7 pappine beccate nel match d’esordio dalla corazzata hispanica e rilanciarsi per una ipotetica qualificazione agli ottavi di finale.

Correrà sicura che il suo nome passerà alla storia insieme con quello di Karen Díaz Medina, messicana e Neuza Back, brasiliana come guardalinee (ahhh no: nel calcio moderno si deve dire arbitri di linea), e Katryn Nesbitt, statunitense, nel ruolo di quarto arbitro.

Foto Supporterhéniois -Creative Commons CC0 1.0 Universal.

Sarà un momento particolare, una rivoluzione copernicana, l’esplosione di un vulcano Krakatoa ripieno di cioccolata e zabaione, un tornado di angeli che danzeranno sul campo intorno ai 22 giocatori per ricordare loro di essere leali e rispettosi degli avversari, perché, Stéphanie Frappart non ha fama di essere un’arbitra accondiscendente: altrimenti non avrebbe potuto arbitrare una partita a Euro 2021 e la finale della Supercoppa 2019, risultando, per inciso sempre la migliore in campo.

Il grande capo degli arbitri della FIFA, Pierluigi Collina ha dichiarato che “questa è la prova che la qualità conta, non il genere. Spero che la nomina di arbitri donna d’élite per importanti competizioni maschili non sia presto più una sensazione ma una cosa ovvia”.

Foto Anders Henrikson – a_11_2514 Creative Commons Attribuzione 2.0 Generico

E allora, oh Pierluigi Collina nostro, tu che hai avuto il coraggio di invertire le squadre in un campo di calcio per proteggere un portiere vessato dai tifosi avversari; tu che hai rispettato tutti i giocatori mentre li espellevi sapendo che sapevano che tu sapevi che sapevano che si meritavano il cartellino rosso; tu che ricevevi l’applauso anche dalle tifoserie più feroci; dacci una speranza che il tuo coraggio segnerà per sempre questi ridicoli mondiali dell’ignominia qatariota, dove il nome di Masha Amini fa paura, dove l’arcobaleno è un violento simbolo di divisione per gli emiri omofobi e misogini di tutte le latitudini: regalaci la gioia di vedere Stéphanie Frappart come arbitro designato per  la finale del 18 dicembre.

Perché se rivoluzione deve essere che lo sia fino in fondo.

#StéphanieFrappartFinalQatar2022

Ascolta il podcast ⇓

Ascolta “Il podcast di B-HOP Magazine” su Spreaker.

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Massimo Lavena

Massimo Lavena

Cagliaritano, nato il giorno della befana del 1966. Io b-hop perché ho sempre amato mangiare e cucinare, la musica, lo sport, il cinema. Sogno un giorno di andare in Namibia, o nella Terra del Fuoco, o nello Saskhatchewan, o in Nuova Zelanda. Sognavo anche di andare nelle Isole Svalbard, ma adesso è vietato, troppi orsi bianchi! E non essendocene in Sardegna non saprei come comportarmi.

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