di Agnese Malatesta – “Io sono Elga”. Null’altro. Men che meno, la sua malattia, un tumore al seno che l’ha colpita qualche anno fa e con la quale non va più confusa ed identificata. E’ un richiamo alla vita che prende una nuova forma dopo l’esperienza della malattia e che rivendica un’identità unica e dignitosa, un’affermazione a sostegno del diritto all’oblio oncologico.
E’ una forte testimonianza quella di Elga Magrini, 67 anni, tosco-romana, dipendente pubblica, offerta in occasione dell’ultimo “Women for Women against Violence – Camomilla Award”, uno spazio tv voluto per raccontare storie di donne sui temi della violenza di genere e del vissuto del tumore al seno. Una testimonianza resa pubblicamente.
“Mi chiamo Elga, ma potrei chiamarmi Lucia, Anna, Gloria. Siamo tutte uguali davanti ad un tumore.
Nel 2016 – ha fra l’altro detto – ho avuto un cancro al seno piuttosto esteso. Il cancro è una malattia che si affronta con la forza del nostro coraggio e con la determinazione a tornare in fretta a come eravamo. Ci si sperimenta soli anche se fra mille persone. E’ stato come essere investiti inaspettatamente da un treno, il dolore fisico, l’ansia, il terrore, lo sconforto mi hanno sovrastata. Ad un tratto ho perso il controllo della mia vita e ho dovuto lasciare che fossero gli altri a prendersi cura di me”.

“Mi sentivo estraniata, sono riuscita faticosamente a trasformare ‘perché proprio a me?’ in ‘perché non a me’? Io non ho affrontato questa malattia con il sorriso, anzi.
All’inizio ero molto arrabbiata, ce l’avevo con la vita, con il destino. Nonostante questo però sono riuscita a trasformare la paura in forza, la rabbia in determinazione”.
“Non mi sono mai sentita una guerriera e – ha sottolineato Elga – non mi piace neanche il linguaggio bellico. Perché la malattia non è una guerra in cui si vince o si perde, è una cosa brutta che ti capita indipendentemente da chi tu sia. Sapevo di avere il cancro al seno ma avevo chiaro che io non ero il cancro.
Rivendico pertanto nei riguardi della malattia il diritto all’oblio oncologico perché il malato non può vivere uno stigma che perdura dopo la guarigione.
Oggi infatti ho sempre i miei capelli biondi e il mio sguardo fiero. Io sono Elga”.
In occasione dell’evento, Elga ha ricevuto il Camomilla Award, ispirato al fiore che cura le piante malate. A consegnare il riconoscimento e per la sua testimonianza di vita, sono state la Ministra delle pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, e la deputata di Italia Viva, Maria Elena Boschi.