di Daniele Poto – Il Presidente Mattarella ha conferito le onorificenze della Repubblica a un pezzo di
Italia solidale. Non vogliamo chiamarli eroi perché ci ricordiamo Bertolt Brecht (”Sfortunato quel popolo che ha bisogno di eroi”).
Preferiamo definirle persone comuni che in un certo giorno della propria vita sono incappati in una scelta che
hanno voluto fosse coraggiosa.
Guadagnando il Merito della Repubblica, servendo il Paese, una mission che è di pochi in una nazione ripiegata su se stessa, a volte vittima del proprio cinismo,
hanno dato un esempio illuminante a 59 milioni di connazionali rischiarando il buio, accendendo un faro su un’azione disinteressata al servizio dell’altro.
Discrezionalmente con un atto o con un azione continua e prolungata.
Un manipolo di trenta volontari della buona causa che agiscono in campi profondamente differenti, accomunati da una tensione verso il prossimo degno di nota.
Nella descrizione dei loro meriti scorre la fotografia di un pezzo di Paese non rassegnato ma anche ancora crede nel cambiamento e nella volontà indirizzata a fin di bene.
Oggi al Quirinale e domani a casa propria, rientrando nell’anonimato, certo non in cerca di quei quindici minuti di gloria secondo Andy Warhol ormai alla portata di tutti nella civiltà mediatica contemporanea.
Possiamo orientarci nei lori meriti con la descrizione della motivazione con cui hanno guadagnato il riconoscimento.
Marco Rodari fa il clown volontario nelle zone di guerra e ha donato un sorriso ai bambini di Leopoli.
Giacomo Panizza, Giovanni Maria Vergani, Roberta Macrì, Maria Mastroiacovo agiscono con efficacia nel campo della disabilità.
Danno sostegno ai malati oncologi o nel campo delle malattie rare e particolari Francesca Moscardo, Mirna Bruna Mastronardi, Barbara Suzzi, Rudi Zanatta, Matteo Marzotto, Valeria Favorito, Efrem Fumagalli, Samantha Villa, Caterina Bellandi e Miriam Colombo.
Lavorano nel sociale e/o assistono i carcerati Luciana Delle Donne, Felicia Giannotti, Ugo Bressanello, Fatima Zahra El Maliani, Andrea Occhinegro, Alberto Maria Bonfanti, Antonella Graziano, Immacolata Carpiniello, Davide Devenuto.
Poi casi particolari e insoliti, spesso segnalati a mezzo stampa. Simona Fedele è intervenuta per bloccare un atto di bullismo constatato con i propri occhi su un autobus.
I Carabinieri Flavio Cervellieri e Stefano Falchi si sono prodigati per salvare una bambina kosovara affetta da diabete mellito.
Antonio Petralia, un imprenditore, ha assunto una giovane donna dopo che è stata salvata da un macchinario della propria azienda.
Carlotta Mancini, sensibilizzata alla perdita della sorella per un incidente stradale, fa apostolato per la sicurezza stradale.
Infine il poliziotto Fabio Tagliente con il proprio intervento ha evitato la morte a una bambina colta da una grave crisi respiratoria.
Il riconoscimento morale per queste loro azioni e immense, non perequabile con una contropartita economica.
Di fronte a tanti influencer che lavorano esclusivamente per il proprio ego sarebbe utopia pretendere che questi esempi diventino paradigmi e direzione di vita.