di Francesca Artoni – Ti capita mai di voler cercare ispirazione andando in un posto nuovo? Se hai bisogno di qualcosa di originale ogni tanto, sappi che esiste un luogo dove l’eccezione è ormai parte della regola.
Si trova a pochi passi dal centro di Roma, è un quartiere storico a forma di triangolo: il Pigneto.
Ascolta “Il Pigneto, quartiere storico di Roma. Qui l’eccezione è la regola” su Spreaker.
Per tanti anni dibattuto Il Pigneto è collocato tra Porta Maggiore, largo Preneste e la piazza della Marranella. La via principale è l’omonima via del Pigneto, dove si concentrano locali, pub e caffè letterari.
E’ un quartiere recente, che diventa un vero e proprio conglomerato urbano solo dopo il 1870 e che nel secondo dopoguerra fu scelto, per la sua composizione popolare, da numerosi registi Neorealisti italiani come set per i loro film: da “Accattone” di Pier Paolo Pasolini fino alla famosa scena della fucilazione di Pina nel film “Roma Città Aperta” di Roberto Rossellini.
In totale ad oggi sono ben 15 i film girati in questo luogo.

Proprio da Roma città aperta si può partire, in questa accezione che ben lo descrive, a raccontarlo.
Il Pigneto è infatti uno dei luoghi più multietnici di Roma.
Storicamente abitato da romani, è qui che oggi capita più spesso di vedere coppie gay che si scambiano effusioni in pubblico a fianco di una famiglia tradizionale. Generazioni miste tra stranieri in cerca di fortuna e studenti che lo hanno reso uno dei centri più movimentati della movida della Capitale.
Queste differenze hanno avviato un processo di gentrificazione che è tutt’ora in crescita.
E’ senza dubbio il quartiere con più fermento culturale. Non a caso è qui che sono nate alcune delle realtà romane più interessanti degli ultimi anni. Il Kino per esempio, per quanto riguarda il cinema, o il Dal Verme e il Fanfulla per la scena musicale.

Fuori dal turismo del centro città, anche se negli ultimi anni è sempre più in crescita l’offerta soprattutto enogastronomica, il Pigneto è evidentemente una combinazione di due contrapposte e spiccate personalità, una diurna rappresentativa dell’animo romanesco storico, ed una prettamente notturna, simbolo di una ricercata realtà romana più moderna.
Caratterizzato da strade strette, case basse e tanta gente in strada, si incrociano tante culture diverse, che fanno parte integrante ormai di queste personalità, creando un disordine che molti ancora contestano.
Ci sono stati diversi problemi legati probabilmente a questi aspetti di multiculturalità e di vita notturna. Soprattutto di alcool e spaccio che per anni hanno convinto i Romani a relegare questo quartiere in un’accezione negativa.
Questo disordine, tuttavia, rende il Pigneto un posto ricco e diversificato.
Camminando per strada trovi locandine di eventi di ogni tipo, arte di strada che, tra scritte e disegni con una forte carica emotiva, distingue una spensieratezza e al contempo una sorta di speranza perduta. Angoli di storia e di politica sono sui muri esattamente accanto alla poesia.
Girando ai lati del quartiere si notano anche vecchi edifici con le statue della vergine Maria incastonate nei palazzi, dove ora vivono intere comunità di bengalesi, musulmani, proprio sopra le loro attività: negozi alimentari, bar, tabaccherie.
A colpire è il fatto che, anche in questa quotidianità oggi normale e spesso anche complicata, continua ad esistere un certo orgoglio, uno spiccato senso di appartenenza che non ha nulla a che vedere con ciò che è cresciuto negli ultimi anni.
Lo si nota fermandosi a parlare con chi è originario del quartiere, come se gli anni avessero intessuto di storie uno sfondo di amore artistico tanto quanto patriottico.
Questa dimensione culturale e artistica esiste dove nelle stesse strade percorse da Pasolini si vedono passare quotidianamente personaggi di ogni genere e provenienza, e, a volte, ubriachi.
Una folla che è stata necessaria a conservare la disperata esigenza di fare del territorio una casa fisica del proprio mondo interiore.
Una Roma diversa dalle cartoline, una Roma in trasformazione dove il bene e il male, l’euforia e il disagio sono capaci di convivere creando nuove comunità.
Il Pigneto era ed è uno spazio di libertà dove coabitano realtà opposte e solo apparentemente contrastanti: famiglie e artisti, eccentrici e politicanti, lo straniero e il romano.
I cambiamenti sociali hanno rivoluzionato il Pigneto, ma l’attivismo politico e artistico della popolazione è rimasto inalterato dalla Seconda Guerra Mondiale: accanto all’antifascismo, sono sorti numerosi club LGBTQ, librerie indipendenti e centri culturali. La sperimentazione artistica è fervente anche in teatro.
La fama del Pigneto è quindi risollevata sempre più a triangolo creativo e artistico: sono distribuiti qui diversi studi artistici, fotografici, che riescono ad unire il tutto in una cornice d’arte a forma di triangolo.
Uno stato immobile che seppure fugace riesce a rendere giustizia al disordine, totalmente umano e sociale.
Il coraggio di vivere e di avere talenti da esprimere in qualsiasi modo.
L’arte in fondo va ben oltre il materiale, è uno stato d’essere e di vivere, ed è incredibile come tutto ciò riesca a vivere in un così piccolo quartiere romano che quasi passa inosservato, ma che ti tocca profondamente una volta raggiunto. Quel senso di solitudine dell’arte e delle differenze che fa sentire piacevolmente persi e scossi, dato da un profondo contrasto con la Roma turistica.
Si va via con un un nuovo modo di vedere Roma e le realtà che qui convivono, magicamente amalgamate ma al contempo rimaste ferme nelle loro differenze.
E tu, conosci un posto altrettanto eccezionale?
Ascolta “Il Pigneto, quartiere storico di Roma. Qui l’eccezione è la regola” su Spreaker.