di Anna Attolico – Stasera comincia il Festival di Sanremo. Lo sappiamo tutti…o quasi. Il Festival può piacerti oppure no; lo puoi guardare oppure no.
Ma ciò che accadrà quasi sicuramente è rivivere un gancio emozionale in merito a qualche ricordo che la musica del festival ti ha dato negli anni.
Ascolta “Perché Sanremo ci emoziona (anche se non ci piace)” su Spreaker.
Mi spiego meglio.
Se non hai mai sentito parlare delle neuro-associazioni il Festival è un esempio che ci aiuta.
La nostra mente lega i ricordi alle emozioni (chiamate neuro-associazioni), che possono essere positive o anche negative.
Succede che ogni volta che riviviamo un determinato ricordo, l’emozione torna molto forte, anche se sono passati tantissimi anni.
Alcuni esempi possono essere: il profumo della torta della nonna che per il nostro cervello è una memoria che ci commuove e ci fa sorridere o il profumo del mare che ci ricorda quando eravamo bambini e giocavamo con la sabbia.
Molto famosa come neuro-associazione è la descrizione della “madeleine di Proust“ che richiama alla memoria del famoso scrittore la bellezza della sua infanzia e i momenti trascorsi con la zia che gli portava il dolce da inzuppare nel tè.

Potresti invece ricordare un episodio spiacevole o molto triste in una determinata data: ed è come tornare indietro nel tempo e risentire e riprovare sulla pelle esattamente quel dolore. Se sono ricordi dolorosi si possono anche sostituire e ci sono tecniche molto efficaci che vengono in nostro aiuto.
Queste sono le neuro-associazioni che si attivano e ci fanno tornare indietro come se fossimo in una scena di un film.
Oggi mi piace ripensare, ad esempio, alle neuro-associazioni personali ma anche collettive, in merito a Sanremo.
Chi di noi non ricorda con tenerezza quando Massimo Ranieri cantava “Perdere l’amore”?
Se sei nato negli anni ’70 ricorderai sicuramente quando Eros Ramazzotti era poco conosciuto e cantava “Adesso tu”. O quando Vasco Rossi cantava “Vita spericolata”. Magari ricordi esattamente cosa facevi in quegli anni e che amici frequentavi.
Questo perché l’emozione consolida la memoria e durante l’adolescenza le emozioni che viviamo sono sempre molto intense, per cui ricordiamo con precisione avvenimenti che sono successi anche 40 anni fa.
Io personalmente ricordo con un sorriso l’appuntamento di famiglia dove ci si trovava tutti sul divano (capitava per pochi programmi: Sanremo, Portobello e Alla Conquista del West). La sigla finale di Portobello “Come vorrei” dei Ricchi e Poveri ha per me un effetto dirompente: pieno di emozioni e di nostalgia.

Questo è un gancio emozionale potentissimo!
Magari stai sorridendo perché è quello che succedeva anche a casa tua, oppure ricordi qualche episodio particolare che ti scalda il cuore.
Questo fanno le canzoni e i rituali: creano dei ganci emozionali cioè delle neuro-associazioni per il nostro cervello.
Il Festival di Sanremo è un rituale collettivo imprescindibile per gli italiani.
Il Festival ha il potere di catalizzare: tutti ne possono parlare bene o male; non è questo ciò che è importante.
Ciò che conta è che parlarne crea appartenenza ed è una cosa di cui tutti abbiamo molto bisogno.
Puoi magari riscoprire nel cassetto dei tuoi ricordi quali sono quelle canzoni o quei programmi che ti fanno sorridere ed emozionare. Quello può essere un paracadute quando magari ci sentiamo con un tono emotivo basso.
La qualità della nostra vita si misura dalla qualità delle nostre emozioni.
Per cui se riascoltare un brano ti fa sorridere ed emozionare ha raggiunto il suo scopo e ha creato un gancio emozionale per la tua mente ed il tuo cuore.
E alla fine è come assaporare un’istantanea di dolcezza e di felicità!
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