L'Orchestra giovanile "Chiave di Volta" diretta da Alessandro Baccaro porta la musica dove c'è bisogno: nelle scuole di periferia, tra le disabilità, nel carcere di Rebibbia, tra le povertà della Caritas.
di Emanuela Arabito – “Ascoltate questa musica – spiega il maestro – potrete riconoscere il canto degli uccelli quand’è primavera, lo scroscio di un temporale in estate, il soffio del vento in inverno … o lo scricchiolio secco dei ghiacci”.
Ad uso di principianti e profani, il direttore Alessandro Baccaro, giovanissimo, classe 2002, accompagna brevi, semplici spiegazioni a quasi ogni brano musicale.
Su quel podio, si può dire, lui si trova quasi per una scommessa. Comincia a 5 anni lo studio del pianoforte e dal 2015 si impegna anche nella direzione d’orchestra. Nel 2022, a 20 anni, partecipa a un bando della regione Lazio, Vitamina G, volto a progetti di innovazione culturale e sociale e sviluppo di attività artistiche e creative, di vita associativa, aggregazione e solidarietà.
E lo vince, alla guida di un’orchestra tutta speciale di giovani talenti, che chiama Chiave di Volta, e con un progetto un po’ visionario, ma soprattutto inclusivo: portare la musica a domicilio, a persone che hanno – per i più svariati motivi – scarsa mobilità, scarse occasioni, scarse possibilità di trascorrere un pomeriggio tra Mozart e Bach.
L’idea, racconta Alessandro Baccaro a B-Hop magazine, “è quella di
portare la bellezza della musica in quei luoghi dove di solito non arriva: carceri, ospedali, residenze per anziani, scuole. Di illuminare con le note gli spazi socialmente e geograficamente più periferici,
utilizzandola come strumento di comunicazione e di incontro in quelle realtà sociali dove è raro avere l’occasione di ascoltare musica, in particolare quella classica, suonata dal vivo”
Un intento generoso, non solo ambizioso. Soprattutto se a portarlo avanti, in una realtà come Roma, è un’orchestra d’archi di talentuosi e appassionati musicisti under 25. Il violinista più giovane è minorenne; compirà 18 anni il prossimo mese.
Dagli studenti delle medie di quattro scuole romane di periferia alla Chiesa di San Gaetano per persone con disabilità fisiche e cognitive, dalle case famiglia di Rione Monti alle Case Circondariali di Rebibbia per chiudere con la Caritas al Divino Amore: dovunque, stupore, curiosità, emozione, entusiasmo, uno scambio prezioso fra pubblico e orchestra.
Orchestra Chiave di Volta – credits: Alessandro Martino
Dopo applausi scroscianti, i ragazzi delle scuole dell’Axa e Tor Bella Monaca hanno alzato le mani in tanti per fare domande sugli strumenti e sui brani appena ascoltati. Molti non avevano mai visto un violino, figuriamoci un violoncello! E a Rebibbia dopo una giornata “diversa”, i detenuti per una volta sono stati scortatisolo dall’armonia, sommersi dalle note, accompagnati dalla bellezza lungo i tristi padiglioni del carcere.
credits: Alessandro Martino
“Ad un certo punto, mi sono fermato – ha ammesso il recluso addetto alle luci – Ero da dietro e ho visto le teste di tutti quelli davanti ondeggiare, a suon di musica…” E un altro, dietro di noi, ha detto:
“È la cosa più bella che ho visto, da quattro anni che sono qua dentro..”
Non solo Vivaldi e le Quattro Stagioni. Fra gli altri, anche Mendelssohn che – racconta il maestro – “pensate, ha composto questa musica quando aveva appena sedici anni: più giovane anche di uno dei nostri violinisti, maggiorenne fra un mese“. E c’è spazio anche per qualche sorpresa finale al posto del “bis”, come quando gli archi intonano una versione inaspettata di Oye Como Va, un classico anni ’70, di Carlos Santana.
Di musica c’è bisogno, c’è sete, c’è necessità, anche dove non arriva di solito. Fa volare “alto” anche chi non dispone di ali. Abbatte muri e barriere, fra simili che parlano lingue diverse.
E’ capitato in ogni tappa toccata dai 10 giovani musicisti dell’Orchestra Chiave di volta.
Il bando della Regione Lazio ha finanziato nove loro concerti. Ma del direttore Alessandro Baccaro, il primo violino Hinako Kawasaki, il giovanissimo Leonardo di Vona e tutti gli altri: Matteo Morbidelli, Mattia Geracitano, Mara Badalamenti. Sokhema di Croce, Vittoria Bertin, Sophia Azzollini, Gianmarco Miele e Matteo Tiberti, sentiremo parlare, perché la loro “Vitamina G“, la loro energia, la loro passione, hanno illuminato davvero – anche se solo per un po’ – alcune periferie. Sarebbe bello, se accadesse più spesso.
Giornalista professionista da 30 anni, sempre con uno sguardo all’estero. Napoletana, amante del mare d’estate e d’inverno, appassionata lettrice. Volontaria per la Croce Rossa. In B-hop perché ”bisogna essere leggeri, non come la piuma, ma come l’uccello che vola” (Paul Valéry)