di Agnese Malatesta – Un ricco menù multietnico – con tanto di falafel di fave, piselli al curry, pita con uovo e ricotta – ha fatto da cornice, qualche giorno fa, alla conclusione di un progetto formativo destinato a donne di contesti sociali fragili, impegnate a superare la precarietà del lavoro ed intraprendere un percorso di autonomia.
Il laboratorio di catering era appunto una delle offerte formative rivolte alle aspiranti imprenditrici che hanno partecipato al progetto (“Donne per le donne. Percorsi di contrasto alla precarietà femminile”) realizzato dalla coop “Nuove Risposte”, dall’associazione “Huesera” e dalla Società Cooperativa Speha Fresia con fondi dell’8xMille della Chiesa Valdese.
Una decina le partecipanti (del V Municipio di Roma, provenienti da diversi località geografiche), fra queste anche le cuoche che hanno preparato ed allestito la tavola multicolore con pietanze provenienti da vari paesi del mondo.
Il laboratorio di Banqueting e Catering ha previsto lezioni teoriche e pratiche; le nozioni sono state insegnate secondo la metodologia del learning by doing, che permette di apprendere mentre si lavora.
foto: T.Bartolini, Noi donne
Tutte le partecipanti provenivano non solo da contesti geografici e culturali diversi ma avevano in comune storie di fragilità sociale ed economica, anche di violenza. Tuttavia, erano determinate a creare le condizioni per avviarsi su nuovi percorsi di vita in modo autonomo ed imprenditoriale.
Tre i criteri su cui è stata articolata la formazione: l’empowerment, la conoscenza del mondo del lavoro e dei diritti e l’apprendimento di competenze concrete e spendibili per l’impiego, partendo dagli interessi delle donne. Sono stati offerti anche supporti psicologici, mediazione culturale, informazioni sui diritti.
La chef e formatrice nel campo della ristorazione Rosalba Epifani, di “Nuove Risposte”, ha spiegato – come riferisce il settimanale online NoiDonne – il senso dell’iniziativa: “Siamo partite dalle competenze delle donne ed abbiamo scelto di strutturare una preparazione nell’organizzazione del catering, un settore del food che non richiede grossi investimenti e può contare su commesse già acquisite, fattore importante per persone che non possono rischiare. Accanto a cenni storici e teorici, le lezioni si sono concentrate sulle lavorazioni dei cibi e sui metodi di cottura, che nel catering sono diversi rispetto alla ristorazione perché il cibo deve essere preparato prima e trasportato; quando arriva a destinazione deve essere buono, fragrante e alla giusta temperatura”.
foto: T.Bartolini, Noi donne
“Ci siamo rese conto che le diverse provenienze delle donne (Asia, Africa, Est Europa e Italia) erano una ricchezza che ci permetteva di condividere differenti conoscenze e competenze e di creare un catering multietnico, assolutamente originale
e in grado di proporre, tutte insieme, tante cucine, fragranze, sapori. È una caratteristica che rappresenta un punto di forza per questo gruppo di donne, orgogliose delle proprie tradizioni”.
Giornalista professionista. Per trent’anni cronista all'Ansa, mi piace raccontare fatti e persone ‘comuni’. Scrivo su B-hop perché quelle storie, forse semplici ma non scontate, e comunque vitali e positive, di solito non fanno la storia del momento ma arricchiscono le vite di tutti. Mi piace pensare che questo sia un modo per contribuire al vivere civile. Sempre attratta dai temi sociali – laureata, più o meno consapevolmente, in Sociologia – guardo con passione alle novità in questo ambito. Ho una predilezione per i fiori, le rose in particolare, e per le scrittrici donne.