di Kenji Albani – Nella città metropolitana di Milano abita uno scrittore. Nella vita fa l’ingegnere ambientale, ma ha una passione viscerale per la narrativa di genere fantasy. Si tratta di Daniele Pisani, ingegnere e scrittore. L’abbiamo incontrato:
Daniele Pisani dice di sé:
Ho quarant’anni, sposato, due figli. Sono un ingegnere con la passione per la scrittura creativa e le arti grafiche (per quanto riguarda quest’ultima, in particolare la pittura a olio). Sono un lettore onnivoro e appassionato di libri e fumetti di ogni genere, forma, colore, nazionalità e prezzo.
Ma veniamo al focus dell’intervista, ossia la scrittura.
Scrivo perché è un’urgenza che sento dentro. Il bisogno di scrivere è entrato pian piano nella mia vita, intorno ai sedici anni, e da allora non mi ha mai più abbandonato; intensificandosi, anzi, con il passare del tempo. Lentamente, tale bisogno (gioia e condanna) si è aggiunto alle mie necessità biologiche, diciamo, al pari di bere, mangiare, dormire o respirare.
Impediscimi di scrivere per un lungo periodo, e impazzisco. Se scrivo sono una persona migliore.
Mia moglie questo lo ha imparato da tempo per cui sa che deve lasciarmi scrivere.
La mia passione predominante è il fantasy; nasco come autore fantasy anche se a oggi ho pubblicato solo un dark fantasy che si intitola “Il lamento di Lord Blackwolf” per Delos Digital. Ma è il grande amore della mia vita. E da vent’anni mi porto dietro tutto un mondo fantasy creato da me con cura certosina – o tolkeniana, se vogliamo – che non mi sembra mai pronto per vedere la luce (sono un perfezionista, e per quanto riguarda il fantasy, ancora di più).

Ma ultimamente forse le cose stanno cambiando.
E da tutto il marasma di miti, leggende, eroi, divinità, mappe geografiche, toponimi, trame e sottotrame (alcune stese compiutamente, altre solo abbozzate oppure esistenti nella mia testa) forse riuscirò a “distillare” un raccontino fantasy (sono a metà) che mi sta convincendo al punto tale da ritenerlo il primo vero passo di un percorso che, mi auguro, possa essere lungo e ricco (di storie come di soddisfazioni, incrocio le dita).
Riguardo le letture di Daniele Pisani:
Leggo di tutto. Ritengo che se si scrive allora non si può essere lettori “normali”. Dal giallo al thriller, dal fantasy per l’appunto ai classici passando per la saggistica. E anche la poesia; perché no? Mai fare l’errore di non leggerla solo perché si è scrittori di prosa: come si può pensare di affinare la sensibilità alla parola scritta se non leggendo poesia? Anzi, ho scritto in passato pure qualche verso, una decina di sonetti, adoro Petrarca e l’Ariosto.

A proposito dei faraoni
In merito alla sua partecipazione al collettivo Valery Esperian che ha scritto “Il romanzo dei faraoni”, cioè una serie di sei libri, ognuno incentrato sulla vita di un faraone dell’antico Egitto, da Cheope a Cleopatra passando per il Re Scorpione, dice:
Franco Forte ha riunito una squadra di autori emergenti che stimava, e ci siamo trovati ormai sei anni fa per una tre giorni di full immersion di scrittura, dove si è parlato di tantissimi progetti editoriali, tra cui anche quello di una serie di libri dedicati ai faraoni. Da lì abbiamo formato la squadra che se ne sarebbe occupata, due autori per ciascun faraone, il collettivo Valery Esperian per l’appunto. Poi Fanucci è stata la casa editrice che ha creduto nel progetto e ha voluto pubblicarlo. Io ho scritto “Ramses il figlio del Sole”, a quattro mani con un altro autore, Miller Gorini. Nel nostro caso ci siamo subito trovati in sintonia, accomunati sia dalla passione per la scrittura sia per quella della storia, e dell’Antico Egitto, in particolare.
È stata un’esperienza fondamentale per la mia crescita, che mi ha dato e mi sta dando tuttora molte soddisfazioni.
Cos’altro bolle in pentola?
A parte il fantasy che merita un discorso a parte, tra cicli di racconti e almeno una trilogia, ci sono sì altri progetti: un romanzo giallo con cui mi piacerebbe partecipare al Premio Tedeschi, e racconti vari, tra cui persino uno di genere erotico. Delos Digital ha un’apposita collana.