di Kenji Albani – Come si può tornare ai fasti dell’antico Egitto adesso che siamo nel Ventunesimo secolo dell’era cristiana e nel paese nordafricano c’è una dittatura militare? Ma certo, con la lettura, grazie al romanzo dei Faraoni che descrive l’Egitto con gli occhi del collettivo di autori italiani Valery Esperian.
Anche se l’Egitto, in questi millenni, ha vissuto invasioni, guerre e dittature, il pregevole lavoro degli egittologi ha riportato al nostro presente le bellezze architettoniche e artistiche dei faraoni: l’Egitto non è solo piramidi e mummie ma è anche e soprattutto spiritualità, progresso umano, civiltà.
Sulla spinta di Franco Forte, noto scrittore milanese, il collettivo Valery Esperian ha firmato sei romanzi pubblicati da Fanucci nel 2018, ciascuno preceduto da un’introduzione dell’autore di Milano. Ogni romanzo parla della biografia di un faraone dell’antichità. I titoli dei libri sono:
“Cheope. L’immortale” di Luigi Brasili e Vincenzo Vizzini;
“Akhenaton. L’eretico” di Elisa Bertini e Antonio Tenisci;
“Tutankhamon. Il fanciullo” di Fabio Ancarani e Francesco Citro;
“Ramses. Il figlio del sole” di Miller Gorini e Daniele Pisani;
“Cleopatra. La divina” di Angelo Frascella e Massimo Lunati;
“Il re Scorpione. Il fondatore dell’Egitto” di Luigi Brasili e Vincenzo Vizzini.

Sei libri, sei biografie, sei vite piene e tumultuose: sono il romanzo dei Faraoni con il fine di riscoprire il fascino dell’antico Egitto grazie a Valery Esperian. Parliamo di ciascun libro tenendo conto che ciascuno è stato firmato da una coppia di autori mentre il sesto, che in origine non era stato ideato (all’inizio dovevano essere cinque i volumi) è stato scritto dalla coppia del primo libro.
Tutti i libri, uno per uno, iniziando da Cheope
Iniziamo con “Cheope. L’immortale”, primo volume del romanzo dei Faraoni che illustra l’Egitto secondo Valery Esperian. La lettura è scorrevole, facilitata anche dall’interlinea larga e relativamente poche pagine. La storia di Cheope appassiona, dato che fu lui a far progettare la prima grande piramide della storia (da cui prende il nome). Qui fatti come lo stupro e l’incesto suonano accettabili perché all’epoca erano accettabili (oggi naturalmente no) e questo è un segno di scrittura matura e professionale da parte di Brasili e Vizzini.
Akhenaton. L’eretico
Con “Akhenaton. L’eretico” si assiste alla rivoluzione religiosa del faraone Akhenaton. Sono passati secoli da Cheope, e anche se Akhenaton non fosse un personaggio storico apprezzabile (nell’ultimo periodo della sua vita stabilì un regno del terrore fra i suoi sudditi) di nuovo non dà fastidio: compie le atrocità volute dal faraone come un male necessario se non accettabile.

Tutankhamon, il faraone deforme
“Tutankhamon. Il fanciullo”. Stavolta il distacco temporale è breve, perché Tutankhamon succedette dopo poco tempo ad Akhenaton. Deforme fin dalla nascita, fu influenzato dalle congiure di palazzo. Si sa per certo che morì giovane, ma non si conosce il motivo. Gli autori hanno creato una solida trama per spiegare come morì e alla fine ci si emoziona.
Ramses. Il figlio del sole
Il quarto volume è “Ramses. Il figlio del sole”. Ramses è per certo il faraone più noto di tutti, colui che diede più lustro alla civiltà egizia quando l’Italia era popolata dai cavernicoli. Il romanzo illustra la sua vita fino al momento della morte e in certi momenti brilla di ironia, non offende chi è religioso quando parla dell’episodio biblico dell’esodo del popolo ebreo dall’Egitto (gli ebrei sono antagonisti nella storia) e quando il libro termina emoziona ancora di più dei precedenti libri.
Può succedere con certe serie letterarie che più si va avanti, più ci si stanca e la fedeltà dei lettori viene ripagata con un senso di frustrazione. Con il quarto libro del romanzo dei Faraoni si supera ogni aspettativa: è in assoluto il romanzo più potente.
Cleopatra, la più celebre
Quando si legge “Cleopatra. La divina” un po’ ci si annoia. Nulla togliendo alla bravura degli autori, Angelo Frascella e Massimo Lunati, ma se si ha già visto qualche film o serie TV su Giulio Cesare e le ultime guerre civili romane che dalla Repubblica portarono all’Impero, molte cose si sanno già e i colpi di scena appaiono prevedibili. Purtroppo il baco del libro è che la storia d’Egitto si sovrappone a quella di Roma, potenza mediterranea in ascesa dell’epoca. Resta comunque in prodotto godibile.
Il re Scorpione, l’ultimo libro
Come già detto, all’inizio dovevano essere cinque i libri ma Franco Forte, d’accordo con l’editore Sergio Fanucci, ha avviato la stesura, la revisione e l’iter di pubblicazione del sesto libro sull’Egitto del romanzo dei Faraoni firmato da Valery Esperian. Naturalmente dopo Cleopatra non ci furono più faraoni, così si fa un passo indietro fino ai primordi, quando l’Egitto non era unificato e si viveva in maniera primitiva: è “Il re Scorpione. Il fondatore dell’Egitto” a cui ha lavorato la stessa coppia di autori del primo libro.
Il romanzo parla della vita di Narmer dalla sua nascita, gli accadimenti che lo portarono a unificare le terre bagnate dal Nilo fino all’adozione del nome “Scorpione” e il momento in cui riuscì nella sua impresa. Un Egitto arcaico, violento, in cui le condizioni di vita erano dure e la lotta per la sopravvivenza spietata. Il libro emoziona, ma non quanto “Ramses. Il figlio del sole”.