di Giulia Segna – Al gregge di pecore ciuta è bastato poco per riconoscere il passo del loro amato Tommaso, pastore “amatoriale” che, grazie ad un progetto di tutela del patrimonio montano, ha fatto in modo che questa particolare razza ovina non si estinguesse. Più ci avviciniamo, più il belato si fa acuto.
Siamo a Sondalo, un paese lombardo della Valtellina, in provincia di Sondrio, dove il trentacinquenne Tommaso Pozzi vive e lavora. “Amo gli animali da quando sono piccolo”, esordisce, “ma queste pecore mi piacciono più di tutti perché credo che mi somiglino. Il bello di questa attività è proprio la loro compagnia!”
Da dieci anni a questa parte,
nel tempo libero dal lavoro, si dedica alla ripopolazione territoriale della pecora ciuta, in pericolo di estinzione.
Autoctono delle Alpi centrali, questo ovino dalle zampe fini e lunghe, il muso dritto e le corna robuste, è in grado di praticare pascolo aereo, riuscendo a mangiare anche le foglie degli alberi. Il suo nome viene dalla lingua romancia: ciuta significa “piccola pecora”, ed in effetti, proprio le sue ridotte dimensioni rischiavano di farla sparire per sempre: “negli ultimi decenni”, spiega Tommaso, “gli allevatori hanno preferito puntare sulla razza bergamasca perché più grande, più produttiva e quindi più redditizia”.

Tuttavia, grazie ad un progetto nato nel 2013 dalla rete Pro Patrimonio Montano, e il progetto Val 3 Ciuta avviato quest’anno, Tommaso ed altri appassionati sono riusciti a recuperare oltre 500 esemplari, ora sparsi in diverse aree del territorio. Lui ne gestisce 12. Ci fa notare che svolgono un ruolo ambientale non indifferente: poiché mangiano erbe di ogni tipo, tengono pulita tutta la zona limitrofa a Sondalo.
Un servizio giardini sostenibile e a costo zero!
“Il progetto serve a valorizzare la triplice attitudine di questa razza: producono carne, latte e ottima lana”. Quest’ultima, in particolare, ha caratteristiche strabilianti: non solo è adatta alla realizzazione di abiti invernali ma è un perfetto coibente, quindi utilizzabile nella bioedilizia.
“Un noto marchio internazionale di moda, qualche anno fa, ha collaborato con noi per fabbricare loden, pantaloni e gilet”, aggiunge soddisfatto. “Sarebbe bello farlo diventare un lavoro a tempo pieno ma servono molti più esemplari, e più ne hai, più costa mantenerli! Per ora, rimane un hobby”.
Durante l’intervista alcune delle pecore ci girano intorno alla ricerca di carezze e attenzioni. Tommaso ci conferma che sono estremamente socievoli e amano la compagnia. Quando imbocchiamo la strada del ritorno, chiudendoci alle spalle il recinto, ci osservano fino a che possono e alzano lamenti.
Vorrebbero averci con loro ancora un po’ ma è tempo di rincasare: c’è l’ultima tappa del viaggio-reportage, altre belle storie aspettano di essere ascoltate.
* Questo reportage rientra nel progetto “Belle notizie in viaggio in Lombardia: alla scoperta di antiche arti e mestieri che rivivono grazie ai giovani”, con il patrocinio della Fondazione Cariplo.
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