di Giulia Segna – Lontano dal traffico autostradale, dalle insegne al neon dei negozi, dal vociare caotico delle persone, c’è un angolo di tranquillità abitato dalla famiglia Bosia, che qualche anno fa ha deciso di dare una svolta alla propria vita, lasciando la città e trasferendosi in un’antica cascina di campagna.
Si tratta dell’agriturismo Fattoria Primaluce, situato nella località lombarda di Spino D’Adda (Cremona), dove Federica e i suoi genitori convivono felicemente con 300 galline, 5 asini, centinaia di api, 15 pecore, 3 vacche e rispettivi vitellini.
“Lavoravo per una grossa azienda di mobili”, inizia papà Marco, “mi hanno ripreso per i capelli, rischiavo un esaurimento nervoso per stare dietro alle telefonate e alle mail, ad ogni ora del giorno e della notte!”.

Il tono è velatamente malinconico, ma gli occhi gioiosi, pieni di quei colori che, finalmente, dopo tanti anni di lavoro in ufficio, ha ritrovato: le sfumature verdi dei campi, lo scintillio delle piume delle galline, lo sfoggio cromatico delle piante officinali. Marco adesso è felice, “non mi manca niente della città”, afferma convintamente.
E’ la vita che desiderava per sé e per la sua famiglia.

“Primaluce”, specifica la figlia sorridente, “è legato proprio al fatto che dopo tanti anni di buio, grazie a questo luogo, papà ha rivisto la luce”. Federica sa quanto è importante la fattoria per la rinascita del padre, ma riesce a cogliere tutto il bello che l’agriturismo può offrire anche a lei, umanamente e professionalmente.
Per questo vorrebbe farlo diventare il suo impiego esclusivo e a tempo pieno.
L’attività consiste nella gestione di quattro appartamenti in affitto per soggiorni brevi, che, sorprendentemente a detta loro, sono sempre pieni. Poi c’è la vendita degli ortaggi, del miele, dei formaggi e delle uova, prodotti dagli animali con cui convivono. Piccole quantità di cibo, nel rispetto dei ritmi naturali, posizionate con cura sul piano del carretto self-service appena fuori dal cancello d’ingresso.
“Abbiamo ideato questo piccolo self market”, conferma Federica, “per sperimentare un modo nuovo di vendere, meno impegnativo ma molto appagante: è stato bello rendersi conto che la maggior parte delle persone è onesta!”.
Chiunque passi per la via, infatti, è libero di prendere ciò di cui ha bisogno, controllando il prezzo dal listino e lasciando i soldi nell’apposito barattolo, dove può anche prendere il resto.

“La parte più bella di questo lavoro è prendersi cura degli animali e ricevere da loro un amore incondizionato”.
Mamma Carla è d’accordo, anche se lei si dedica principalmente alle piante officinali: lavanda, tiglio, camomilla e calendula con cui realizza oli essenziali, saponi, creme e unguenti. Per ora, fanno intendere, solo in dono agli ospiti dell’agriturismo e ad uso familiare, poi chissà che non diventi la terza attività redditizia della fattoria Primaluce.
- Questo reportage rientra nel progetto “Belle notizie in viaggio in Lombardia: alla scoperta di antiche arti e mestieri che rivivono grazie ai giovani“, con il patrocinio della Fondazione Cariplo.
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