di Giulia Clarkson – “Campo di tulipani in Sardegna“, opera di grande meraviglia e soprattutto amore. Ebbene sì, nessun errore, questa volta l’Olanda non c’entra e se Claude Monet gioca ancora una parte non è come pittore ma in quanto ispiratore.
Perché Maria Fois Maglione, la signora dei tulipani, ha sempre avuto un rapporto speciale con l’arte e la storia dell’arte, avendola insegnata per decenni fino alla pensione.
Tuttavia, se qui la bellezza è imprescindibile, la motivazione da cui nasce il Giardino di Lu, nella campagna di Pimentel, trenta chilometri a nord di Cagliari, è ben più profonda.
Luena è ancora una giovane donna quando un tumore ovarico la strappa dalla vita, nel 2016. Amava i fiori e in particolare i tulipani e così sua madre Maria decide di circondarsene. Una necessità, per tener vivo il legame, che però in pochi anni coinvolge l’intera comunità.
Le persone si fermano, in questo giardino di tulipani colorati – ma anche di narcisi, ranuncoli, iris, calle e lavanda – e chiedono di poterli acquistare, chiedono di poter aiutare a lavorare la terra, di mettere i bulbi a dimora.
In breve Maria capisce che c’è un mondo che pulsa, intorno ai filari di tulipani, e che è possibile fare qualcosa di utile per tante donne.

Nasce così la volontà di sensibilizzare alla prevenzione e all’informazione e di sostenere lo studio e la ricerca contro il tumore ovarico.
“Tutte le cose sono nate per caso, non è merito mio, è tutto collegato e si evolve come per magia“,dice a B-hop magazine Maria Fois Maglione.
“Questo giardino ha un collegamento con l’arte, organizziamo eventi, mettiamo cartelli e post tra i fiori, informazioni e piccole storie che tengono tutti uniti e coinvolti“.
Quest’anno la vendita dei tulipani finanzierà due borse di studio e l’associazione, che in precedenza ha devoluto i suoi ricavi all’Acto, onlus che dà sostegno alle donne colpite da neoplasie ginecologiche, ha iniziato anche a raccogliere ciocche di capelli per la realizzazione di parrucche.
A ogni nuova stagione si piantano i bulbi in funzione dei cromatismi che si vogliono ottenere, nulla è lasciato al caso: “Questo è lo spazio dei tulipani rosa – dice Maria dopo aver oltrepassato un piccolo ponte di legno, accanto ai pioppi adesso spogli – è pensato proprio per le donne, qui io penso spesso alla nascita di mia figlia”.
Oltre, i filari vengono riempiti di bulbi gialli, bianchi, viola, rosso e nero e poi coperti di paglia per evitare il gelo.
A maggio, dopo i tulipani, che non sopportano il caldo dell’estate, vengono piantati girasoli che salgono formando un labirinto di oltre tre metri, il dedalo silenzioso.
Maria non nasconde la fatica del lavoro. Osserva con soddisfazione il giardino che porta il nome di sua figlia, e l’inguaribile malinconia dello sguardo trova conforto nella gioia della condivisione profonda.
E nell’attesa della stupenda fioritura di un marzo ormai alle porte.
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