“La bellezza salverà il mondo” afferma il principe Miškin nell’Idiota di Dostoevskij. Quindi perchè non provare almeno ad eliminare brutture, sporcizia, degrado e quanto altro dobbiamo quotidianamente subire ogni volta che usciamo di casa e attraversiamo le strade della nostra città?
Questo il proposito della rete Retake: organizzare una sorta di flash mob in strada armati di spatole, raschietti, pennelli e vernice. Pulire una ringhiera, staccare adesivi, pitturare un muro o quanto altro deturpato da writers compulsivi, che proprio in questi giorni hanno lanciato nelle città un vandalico “Tag attack”. Smettere di dire “che schifo” voltando lo sguardo e riscoprire il “senso civico”, concetto nascosto in qualche angolo della nostra coscienza come una vecchia ninna nanna dimenticata.
Non sorprendetevi se cercando ReTake sul web troverete quasi tutto scritto bilingue. L’idea infatti è di Rebecca Spitzmiller, docente romana presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Roma Tre, americana di nascita. Scopre di riuscire a pulire le colonne davanti casa con il Fornet (qualcuno al CERN dovrebbe prevedere casalinghe consulenti) spendendo 45 € invece dei 10.000 chiesti da una ditta di pulizie, si arma di guanti mascherina ed olio di gomito. Con l’aiuto di un gruppo di amiche ed il sostegno della Fondazione Giuseppe Garibaldi 5 anni fa è nato il primo progetto “Wake up, Speak up and Clean up!” rivolto alle scuole, con l’intento di unire educazione civica allo studio della lingua inglese.
Perché ReTake può essere non solo un esempio concreto di civismo, ma un percorso di accrescimento, di integrazione, lungo il quale lingue, colori, religione e cultura si incontrano, si conoscono e RI-conoscono di vivere sotto lo stesso cielo, di camminare sullo stesso marciapiede.
Solo a Roma si contano almeno 40 gruppi che fanno ReTake, ma sono presenti anche a Torino, Venezia, Varese, Bari, Firenze e Milano. Sono animati dagli stessi abitanti dei quartieri in cui nascono, coinvolgono sia ragazzi che anziani. Lavorano nel rispetto delle regole e delle istituzioni, collaborano con le aziende municipali, dove è necessario richiedono autorizzazioni, ottengono attrezzature, come idropulitrici o supporto con camion per rifiuti. Ma sono soprattutto un esempio di quanto poco basti per cambiare qualcosa: staccare un adesivo mentre siamo fermi al semaforo pedonale, cancellare un insulto sul muro davanti casa.
La Teoria della finestra rotta, per cui un ambiente rovinato trasmette un segnale di disinteresse, di incuria, alimenta altro degrado, anche sociale, diventa ineluttabile. Mentre la cura, il rispetto, la pulizia ottengono l’effetto opposto (quanti fumatori a disagio avete visto vagare con una cicca in mano in cerca di un cestino in una piazza pulitissima?). ReTake educa, mantiene, previene e non ultimo ha dei costi infinitamente inferiori rispetto alla repressione. Per questo una qualità del ReTake deve essere la determinazione, l’ostinazione nel verniciare 1,2,3,4 volte lo stesso muro anche dopo 24 ore, finchè resta pulito.
Ma non pensate abbiano in odio i writers, anzi: bellezza può essere anche dare colore alla città, quindi selezionano spazi dove manifestare questa forma di arte, coinvolgono Street Artist, fanno sì che la bomboletta sia amica della città e non violentatrice ed aggressiva.
Cercateli e scoprirete che sono in tanti e sono più vicini di quanto crediate, che organizzano spesso eventi, e magari potremo cominciare a smettere di sorprenderci per un muro pulito.
Che ne dite? Domattina cappuccino e raschietto?