(di Giulia Segna) – Quest’anno in tanti hanno scelto di trascorrere Pasqua e Pasquetta all’insegna della solidarietà: famiglie e gruppi di amici a pranzo nelle zone terremotate del centro Italia. Nei ristoranti di Amatrice c’è stato un boom di prenotazioni.
Indimenticabili le scene dei telegiornali quando, nell’estate del 2016, ci mostravano un centro Italia devastato dal terremoto. Case crollate, famiglie distrutte, cartelloni divelti, sguardi disperati, strade sgretolate, macerie sparpagliate, urla impaurite.
Talmente tanto indimenticabili che a distanza di due anni, molti tra italiani e stranieri, hanno deciso di trascorrere le feste proprio in quelle aree.
Le località di Accumoli, Arquata del Tronto ed in particolare Amatrice, regina della pasta che prende il suo nome, hanno registrato un boom di prenotazioni da parte di gruppi interessati a trascorrere
Pasqua e Pasquetta all’insegna del buon cibo, della tradizione ma soprattutto della solidarietà.
“Ci è sembrata la scelta più giusta quella di pranzare ad Amatrice per Pasquetta” raccontano Sara e Davide a B-hop. “Siamo un gruppo di sette amici, tutti concordi ed entusiasti all’idea di contribuire all’economia di questi paesi in lenta ripresa. Di certo non sarà la nostra presenza oggi a fare la differenza per la rinascita delle aree terremotate, ma come vuole il detto, goccia dopo goccia si forma un oceano!”

I ristoranti di Amatrice hanno registrato tutti il pienone: locali affollati, chiacchiere festose, tavolate imbandite piene di gente tutt’intorno. Giovani coppie, famiglie con bambini, gruppi di anziani in gite organizzate. Tante persone, tutte diverse fra loro, ma accomunate dal desiderio di mostrare vicinanza a chi in quei luoghi ci è nato e ha vissuto sulla propria pelle il dramma del sisma. E che, nonostante tutto, ci rimane e lotta per sopravvivere.
“È incredibile la solidarietà che ci dimostrano le persone” afferma Elisabetta Perilli, proprietaria del ristorante “La conca”. È esausta ma soddisfatta dopo le due ultime intense giornate di lavoro. “Abbiamo ricevuto moltissime chiamate di prenotazioni, tante da doverne respingere qualcuna. E quanta gente abbiamo dovuto mandar via a malincuore visto il pienone!”.

Ad Amatrice nel giorno di Pasquetta l’aria è fredda, il cielo è grigio, e un rispettoso silenzio riecheggia tra i vicoli ancora pieni di macerie e malinconia.
Eppure il sorriso di Elisabetta rallegra l’animo di chi le sta intorno: “Sentiamo la vicinanza delle persone che vengono qui a trascorrere le festività. Tornare ad una vita normale è un cammino ancora tanto lungo e faticoso, soprattutto per chi ha perso tutto dopo il terremoto, ma
il calore umano che sentiamo è fortissimo ed è indispensabile per tutti noi”.
“Un’energia di cui abbiamo bisogno. Ogni volta che un cliente chiama il mio ristorante per riservare un tavolo io lo ringrazio di cuore! Perché anche un piccolo gesto di solidarietà fa la differenza. Certo, durante la settimana c’è poco movimento qui ad Amatrice, facciamo ancora tanta fatica a rimetterci in piedi come eravamo prima, ma
nelle giornate di festa come queste, l’affetto delle persone ci ripaga di tutti i sacrifici”.