di Laura Proietti – Ci sono storie che si ha l’obbligo di raccontare. Storie di speranza, di chi è riuscito a trasformare il dolore, la paura, la disperazione o tutte queste cose insieme in qualcosa di completamente diverso: un aiuto per gli altri. Oggi, Italo Santarelli ha 83 anni e la sua storia personale coincide con la storia della lotta all’usura nel nostro Paese.
Questo perché, suo malgrado, di quella lotta si ritrovò ad essere promotore e protagonista.
Era un onesto imprenditore quando, in difficoltà economiche, si ritrovò nella morsa di usurai che, tra tassi pazzeschi e minacce, ben presto resero la sua vita un vero e proprio inferno.
“Mi ero reso conto che ero caduto nella morsa di persone senza scrupoli che, come cavallette, distruggono tutto al loro passaggio e tutti i giorni, nessuno escluso.
Vivevo nell’incubo che potessero far del male alla mia famiglia perché ero costantemente minacciato…non riuscivo più a vivere ed ero crollato moralmente e fisicamente, così, una sera decisi di farla finita…”, scrive in un libro autobiografico.

Fortunatamente, in quegli attimi, qualcosa lo scosse dal profondo facendolo desistere dal suo intento. Non fu facile, ma pian piano da quell’abisso dove volevano spingerlo riemerse. E lo fece con tale forza che non aiutò solo se stesso, ma moltissime altre persone.
Italo denunciò tutto, da subito, ma non si limitò a questo. Decise di organizzare una pubblica denuncia.
Montò un gazebo a Piazza del Popolo a Latina, la città dove viveva. Una protesta autorizzata che finalmente accese i riflettori su una piaga sociale che coinvolgeva sempre più persone.
Basti pensare che tra il 1992 e il 1994 circa 150 persone si tolsero la vita per questi motivi. Non era facile in una piccola provincia mettere in pubblico la propria vita, ma servì da incoraggiamento per chi viveva la stessa condizione.
Servì a dare voce a tutte le vittime di usura che, paradosso dei paradossi, vivevano con vergogna questa loro condizione.
Informare, coinvolgere i cittadini, raccogliere firme, costruire reti con le altre associazioni del settore e con le istituzioni del territorio. Dopo tutto quello che aveva subito, lottare contro i soprusi e l’illegalità era il passo conseguente e in quella protesta ebbe inizio anche uno sciopero della fame insieme ai sostenitori e agli amici che via via si raccolsero intorno a lui.

Italo capì di non essere più solo nella sua battaglia.
Nel 1994 fondò l’Airp, Associazione Italiana Riabilitazione Protestati, di cui è tutt’ora presidente e che, a quasi 30 anni dalla sua nascita, ancora offre gratuitamente servizi di consulenza per chi è in difficoltà economiche, per chi è vittima di usura, accompagnando la persona in un percorso di riappropriazione della propria vita.
Assistenza fiscale, consulenza legale, sostegno psicologico; in sostanza un supporto a trecentosessanta gradi concreto e immediato per le vittime di usura e per chi cerca una bussola per non finire in pasto agli strozzini.
L’Airp si occupa anche di prevenzione, attraverso la promozione di iniziative rivolte agli studenti per sensibilizzarli sui rischi del sovraindebitamento e per promuovere un uso consapevole del denaro.
Gestisce, inoltre, numerosi sportelli di aiuto in vari municipi di Roma e Provincia.
Italo ha viaggiato per tutta Italia, famosa fu la sua campagna “5000 Km contro l’usura” che toccò numerose città.
L’obiettivo del suo lavoro e dell’Airp era anche quello di fare pressione sulle istituzioni affinché affrontassero il vuoto legislativo in cui ci trovava. In quegli anni, infatti, non esistevano leggi a tutela delle vittime ed era difficile dimostrare il reato.
Le battaglie di Italo e di tutta l’Airp, insieme ad altre associazioni di categoria, portarono, il 7 marzo 1996, all’approvazione in Parlamento della legge 108.
Da evidenziare, l’art.17 che consentiva la riabilitazione del protestato a un anno dal protesto. Per avere un termine di paragone, basti pensare che il protestato, per essere riabilitato nel Lazio, doveva aspettare 10 anni, nel resto d’ Italia 5 anni.
Ma la storia non è mai facile: “Nonostante la riabilitazione e cancellazione dei protesti – prosegue Santarelli nel suo libro -, le banche
continuavano a rifiutare l’apertura dei conti correnti e non concedevano nessuna forma di finanziamento alle persone protestate poiché conservavano i loro nomi nominativi negli archivi […] C’era veramente da impazzire; si risolveva un problema ed immediatamente se ne creava un altro”.
L’Airp non si è mai fermata. Italo non si è mai fermato. La passione che mette nel suo lavoro per aiutare le persone a riscattarsi dalle difficoltà economiche, per convincerle a denunciare, per prevenire il ricorso ai finanziamenti illegali è divenuta obiettivo di vita.
Una vita spesa a combattere contro l’usura.
Di lui colpisce la tenacia nel perseguire una lotta ancora quotidiana, ma soprattutto la capacità di mettere la sua drammatica vicenda personale e la sua esperienza a disposizione degli altri.
Nel passato l’usura riguardava prevalentemente i commercianti, gli imprenditori, oggi purtroppo coinvolge anche famiglie e privati cittadini rendendo sempre più importante la diffusione di una cultura di prevenzione.
Santarelli ha ricoperto numerosi incarichi e ricevuto moltissimi riconoscimenti per il suo impegno.
Il suo libro autobiografico “Paura e Coraggio. Trasformare il veleno in medicina” (a cura dell’Airp con il supporto del CSV Lazio è scaricabile gratuitamente dal sito del CSV Lazio. (articolo di Laura Proietti)