di Margherita Vetrano – Domenica 20 giugno 2021 è stata inaugurata la stagione di Triathlon Olimpico, con una gara del circuito Adriatic Series, ad Alba Adriatica (TE). Fra i molti iscritti c’era anche il team RunningZen, da Roma.
B-hop ha incontrato Giovanni Spidalieri, membro del team, neoiscritto e neofita della disciplina, che ci ha raccontato la sua esperienza.
In mezzo a tanti atleti iridati la sua semplicità disarma ed affascina.

“Non ho mai fatto attività agonistica, solo bicicletta e corsa da amatore. Con la pandemia ho avuto l’occasione di poter approfondire le mie conoscenze e lo smartworking mi ha concesso più tempo libero. Quando ho conosciuto RunningZen e il loro il progetto IronMan per neofiti, ho pensato che fosse arrivato il momento per provare a realizzare un grande progetto”
Due ore al giorno di allenamento, tutti i giorni, seguendo un regolare programma, è questa la ricetta e il motto è “Puoi se vuoi”
Ha dovuto concentrarsi soprattutto sul nuoto, terza disciplina insieme a bicicletta e corsa.

” L’acqua non è il mio elemento. Non ci sono punti di riferimento e le tensioni del corpo e della mente te le porti dietro come zavorre. Ho imparato a ragionare per piccoli obiettivi, frazionando gli allenamenti in micro difficoltà. Ho iniziato ad aumentare piano piano la distanza: prima 100 metri poi 150. Oggi sono pronto per una sessione di nuoto da 2 km”
Il nuoto come disciplina per chiudere il cerchio, dunque.
“Nella Medicina tradizionale cinese l’acqua rappresenta l’energia di base, l’inconscio che si concretizza. L’emozione collegata è la paura che fa tremare ma che rappresenta anche l’adattabilità, il cambiamento. E’ il punto più basso della materia.
Nella tecnica della bracciata devi allungarti fino a catturare le increspature dell’acqua più lontane e buttarle via. Immagino queste increspature come le nostre emozioni negative: le prendi, le catturi e le allontani.
Come nel pezzo dei Genesis “Ripples never come back“, così sono le increspature: non tornano mai indietro una volta create si espandono e si allontanano!”
Lo sport come terapia dunque, in un approccio metafisico secondo la filosofia Zen.
Allenarsi tutti i giorni, a prescindere dalla competizione con gli altri ma come prova per se stessi. Dosi incrementali di allenamento per il proprio benessere psicofisico, per superare i propri limiti contribuendo ad un progetto a lungo termine.
“Impegnarsi a realizzare un progetto a lungo termine è faticoso perché i risultati non si vedono subito ma dobbiamo focalizzarci sulla strada da percorrere per arrivare”, racconta Giovanni.
“E’ una trasformazione continua. Ogni giorno è un piccolo passo avanti per i nostri traguardi e per noi stessi.
Come nuotatore non sono un granché ma – se penso da dove sono partito – la mediocrità non costituisce un problema. L’essenziale è superare anche di poco il livello precedente perché con questa motivazione si accettano anche gli allenamenti più faticosi.”
Allenarsi non è il solo ostacolo e quello della gara resta un momento critico.
“Quando mi sono trovato in mezzo ad atleti veri ho avuto paura. La sera non ho chiuso occhio e al mattino ho guardato le boe in acqua ed ho pensato che fossero lontanissime. Poi ho iniziato a nuotare e a superarne una alla volta senza mai pensare a quanto fossero distanti ed ho preso coraggio, anche se mi superavano tutti. Ma non importava, eravamo solo io e l’acqua.”
Giovanni ha condotto così la sua gara, concentrato e sereno, in uno stato di grazia che così gliela fa ricordare: “Sono arrivato terzultimo su quattrocento atleti. Sono uscito dall’acqua mentre erano già tutti in bici e quando sono montato in sella ho percorso 40 km da solo prendendo in giro lo staff che incontravo per strada perché doveva aspettarmi. Il caldo era soffocante ma mentre scollinavo, guardando il mare,
mi sentivo felice, consapevole di vivere un momento speciale ed aver realizzato qualcosa, fino a pochi mesi fa, per me, impensabile.
Quando ho visto mia moglie Laura e mio figlio Nicola mi sono emozionato e quando il megafono ha annunciato il mio numero, ho capito che ce l’avevo fatta!”

La gara è terminata ma gli allenamenti proseguono e a settembre ci sarà la gara di IronMan a Cervia che prevede 2 km di nuoto, 90 di bici e 21 di corsa, contro i 1500 m di nuoto 40 di bici e 10 di corsa della gara di domenica.
“Con costanza, determinazione e un pò di audacia – conclude – si può rendere straordinaria una vita normale e la mia vita è straordinariamente normale”.