di Agnese Malatesta – Giuliana Baldinucci è un’ex insegnante di matematica di Gubbio. 73 anni e non sentirli per entusiasmo e progetti di vita. Per lo sguardo con cui guarda agli altri e alle cose, con apertura e curiosità, profondità. Attiva nel sociale da sempre, prima come attivista sindacale nella Cgil, ora presidente di Auser della sua zona, Giuliana si è cimentata in un’impresa degna di essere conosciuta: ha percorso a piedi circa 200 chilometri, quanti separano Gubbio da Roma, per raccogliere fondi a favore dei centri antiviolenza della sua regione.
Lo ha fatto in circa due settimane, seguendo sentieri, strade e stradine. Lo ha fatto non senza fatica ed impegno, lo ha fatto – sottolinea –
“per unire la passione per il camminare, scoperta lo scorso anno dopo il lockdown, a qualcosa di utile”.
Così il 22 maggio scorso, dopo un anno di allenamento, Giuliana ha iniziato il cammino, seguendo la Via Francigena o la via Francescana che in alcuni punti si alternano. Come guida ‘Il libro di San Francesco’, che le ha indicato sentieri ed ostelli dove alloggiare, punti dove ristorarsi, percorsi da programmare durante la giornata.
Una ventina di chilometri al giorno, la media del passo tenuto dalla vitale signora che dedica alle donne questa sua esperienza che si conclude oggi, 9 giugno, alla Casa Internazionale delle donne, luogo simbolo per lei che si definisce “femminista da sempre”.
Camminare sola non l’ha preoccupata né fermata. Eppure momenti difficili ce ne sono stati. Come quando una sera, sopra Spoleto, Giuliana ha perso il sentiero: “Mio figlio, col quale sono sempre stata in contatto, ha avvisato i vigili del fuoco che mi sono venuti a cercare che ho visto arrivare trafelati. Io ero tranquilla. La mattina dopo ho ripreso il cammino”.
In questa occasione, Giuliana ha conosciuto un bambino di 4-5 anni che, insieme alla mamma, assisteva alle operazioni di soccorso:
“deve avermi vista come una nonna. Mi guardava e poi mi ha regalato un fiore. E’ stato un momento di dolcezza, quando ci penso mi emoziona”.
A seguire la camminatrice un gruppo WhatsApp che lei ha creato prima di partire, in prima linea i ‘suoi volontari’ e i suoi due figli. Con lei, solo oggetti essenziali: uno zaino (del figlio), un sacco a pelo, cambi personali, qualche medicina di base e un bastone di famiglia, appartenuto ai suoi genitori.
Giuliana racconta quanta solidarietà e gentilezza ha incontrato: “parlo con piacere con tutti. Quando ho potuto, ho cercato di sensibilizzare sulla violenza contro le donne, ho raccontato questa mia esperienza. Ho conosciuto belle persone, quelle che quando le incontri ti rimettono in pace col prossimo”.
Tutto è cominciato con “una sfida con me stessa. Non è stato facile soprattutto negli ultimi giorni quando il caldo si faceva sentire, arrivavo cotta alla sera. Alle otto e mezzo ero già a letto. Ma mi sfido: è il mio carattere. Mi sono detta cosa posso fare di concreto? Mi piace camminare, uso questa mia passione. In fondo sono un’insegnante e quando si è insegnanti, si muore insegnanti. All’inizio le persone mi dicevano ‘ma sei pazza?’, si un po’ pazza lo sono, a Gubbio è normale”.
Ciò che “mi interessa è aver raccolto un po’ di soldi per l’associazione ‘Libera…mente donna’ che gestisce i centri antiviolenza in Umbria e mi piace anche aver lanciato un messaggio alle donne:
sentirsi fiduciose in se stesse, sempre. Fare quello che si crede sia giusto. Penso sia un esempio questa mia esperienza, se l’ho fatta io che sono una persona normale, alla mia età, si può fare tutto”.
Nessuna riflessione scritta da Giuliana nel corso del viaggio: “vivo le emozioni sul momento, le porto dentro, nel cuore, nella mente. Ma non scrivo… del resto sono una prof di matematica!”.