di Rinaldo Felli – Non era immaginabile, impossibile anche con la più sfrenata delle immaginazioni. Tutti coloro i quali da molto tempo avevano pianificato con cura, amore, apprensione il loro tanto atteso matrimonio (ritardato per colpa della pandemia) la sera dell’11 luglio 2021 – finale dei campionati europei di calcio 2020-2021 che hanno assegnato la vittoria all’Italia – non potevano sapere che si stavano cacciando in una infernale trappola dai contorni fantozziani.
La prima vaga consapevolezza di ciò che gli stava per accadere l’avevano iniziata a maturare nel constatare un’omelia incredibilmente celere del celebrante, accompagnata dalla richiesta pressante di arrivare all’altare con fedi alla mano, dai canti liturgici cantati a ritmi rock e dalle porte della chiesa chiuse quando il chicco di riso era ancora in volo.
Inoltre, in alcuni rari casi, era stato notato che le campane avevano suonato le 18 mezz’ora prima del dovuto. Piccole avvisaglie ma nulla di paragonabile a ciò che sarebbe accaduto con l’avvicinarsi della fatidica ora del fischio d’inizio.
I fotografi, per esempio, avevano postulato con ferma convinzione che non si usa più fare milioni di scatti, che è volgare farlo. Per fare un book elegante, raffinato, signorile sono sufficienti pochi scatti. Profilo sx sposi, profilo dx sposi, frontale sposi, frontale con genitori, frontale con invitati, panoramica drone, auguri, felicitazioni ed arrivederci a tutti.
Una statistica affermerebbe che quasi il 20% degli invitati non sarebbe riuscita a raggiungere il luogo deputato ai festeggiamenti.
Tra le giustificazioni adottate l’avvento di una potente dissenteria nel tragitto dalla chiesa al ristorante, l’improvvisa e tragica scomparsa di un non meglio precisato amico d’infanzia, l’essersi perso in località non supportata da Google Maps.
Ma il peggio doveva ancora venire. Nonostante che all’ingresso del locale diverse coppie avessero chiesto con garbo e cortesia di lasciare in appositi contenitori smart watch, cellulari, ipad, pc, mini televisori, schermi al plasma etc etc alle 21.03, grazie alla spiata del solito dispettoso cameriere, si era sparsa la notizia del vantaggio acquisito dalla nazionale inglese. Un plumbeo, gelido e rancoroso silenzio aveva avvolto sala e sposi.
Nessun brindisi per l’intero primo tempo, portate servite random a seconda degli accadimenti, camerieri che lanciavano le pietanze agli invitati, dalla cucina arrivavano urla e bestialità di ogni genere.
Al 67′ del secondo tempo, quando Bonucci trova lo spazio/tempo per incrociare la Storia, una magnitudo devastante fa ballare i tavoli.
E’ il grido liberatorio di una Nazione intera: Goalllllll!!!
In quel preciso istante i tanti nonni sparsi nei vari locali del Paese perdono ogni freno liberatorio e, memori dell’iconico film di Paolo Villaggio, salgono faticosamente sui tavoli al grido: “Questo matrimonio è una cagata pazzesca”.
E’ il grido di battaglia, in un attimo è sovversione, la sala s’infiamma. Le tovaglie vengono strappate dai tavoli per creare un maxi schermo, negli scantinati vengono rintracciati vecchi video-proiettori in disuso dal Mondiale del 2006, gli sposi vengono relegati in uno sgabuzzino con una fetta di torta e mezza bottiglia di un triste spumante prodotto a Taiwan e spacciato come costosissimo champagne.
Da quel momento e sino a quell’immagine quasi michelangiolesca, da Giudizio Universale di Donnarumma che va a strappare con la sua manona protesa il sorriso dal volto della perfida Albione è un corollario di insulti, bestemmie, sbalzi di pressione, malori, coronarie in tilt, di non voglio vedere, non voglio sentire per poi balzare tutti sul tavolo, abbracciandosi e spargendo ovunque lo spumante taiwanese che sarebbe servito per brindare alla felicità dei novelli sposi.
Nella notte, dopo essere state liberate, alcune spose in monopattino e accompagnate dai loro novelli mariti, si sono fatte largo nelle strade impazzite per lanciare il loro bouquet tricolore al popolo in festa.