di Patrizia Caiffa – Sono stati i gruppi più vulnerabili e oppressi, tra cui le donne, i migranti e i rifugiati, a subire maggiormente l’impatto devastante della pandemia, a seguito di decenni di politiche discriminatorie decise dai leader mondiali. Oltre ad aumentare le disuguaglianze, la pandemia è stata utilizzata anche come un’arma per attaccare ulteriormente i diritti umani. Più del 56% dei 149 Paesi presi in esame ha attuato politiche discriminatorie. È una panoramica sconfortante quella che emerge dal Rapporto 2020-2021 sui diritti umani presentato ieri da Amnesty International, che descrive “un mondo in preda al caos, con i sistemi sociali, politici ed economici a pezzi”
Eppure, nonostante tutto, Amnesty è riuscita ad individuare 12 notizie positive sul fronte diritti umani. Eccole:
Diritti umani e ambiente – Il 7 gennaio il Comitato dei diritti umani delle Nazioni Unite ha stabilito che gli Stati devono tenere in considerazione le violazioni dei diritti umani causate dai cambiamenti climatici quando valutano le domande di asilo.
Pena di morte – Negli Stati Uniti d’America il 27 febbraio il parlamento del Colorado ha votato definitivamente a favore dell’abolizione della pena di morte.
Diritti dei minori – In Sierra Leone il 30 marzo il governo ha abolito il decreto che impediva alle ragazze incinte di prendere parte alle lezioni e agli esami, “per non influenzare negativamente le altre alunne”.

Difensori dei diritti umani – In Cina il 4 aprile l’avvocato per i diritti umani Wang Quanzhang è stato rimesso in libertà dopo aver trascorso in carcere quattro anni e mezzo per “sovversione dei poteri dello stato”.
Tortura – In Italia il 27 maggio il tribunale di Messina ha condannato a 20 anni di carcere un guineano e due egiziani per aver torturato, picchiato e lasciato morire migranti trattenuti in un centro di detenzione di Zawiya, in Libia.
Difensori dei diritti umani – Nel Bahrein il 9 giugno è stato rilasciato Nabil Rajab, uno dei più importanti difensori dei diritti umani del paese. Stava scontando una condanna a cinque anni di carcere, inflittagli nel 2018, per aver criticato via Twitter l’intervento militare dell’Arabia Saudita nello Yemen.
Difensori dei diritti umani – In Francia dopo tre anni passati tra i tribunali francesi, il 7 luglio l’attivista 76 enne Martine Landry è stata definitivamente assolta. Nel luglio 2017 aveva accompagnato dall’Italia due minori guineani affinché venissero presi in carico dai servizi sociali francesi.

Diritti dei migranti, dei richiedenti asilo e dei rifugiati – In Italia il 30 agosto a seguito di una sentenza del Tribunale civile di Roma sono arrivati via aereo, per presentare domanda di protezione internazionale, cinque richiedenti asilo eritrei che l’Italia aveva illegalmente respinto in Libia nel 2009, dopo averli soccorsi in mare con una nave militare.
Giustizia – L’11 settembre un tribunale di Madrid ha condannato l’ex colonnello ed ex viceministro della Difesa di El Salvador Inocente Montano a 133 anni, quattro mesi e cinque giorni di prigione per l’assassinio di sei sacerdoti gesuiti avvenuto nel 1989.
Prigionieri di coscienza – In Spagna il 6 ottobre, dopo due anni e mezzo, un tribunale di Barcellona ha assolto dall’accusa di “incitamento a disordini pubblici” Tamara Carrasco, attivista dei Comitati di difesa della repubblica, gruppi della società civile catalana creati dagli attivisti indipendentisti nel 2017.
Prigionieri di coscienza – In Marocco il 16 novembre, dopo un’indagine durata sette mesi, il difensore dei diritti umani Omar Naji è stato assolto da accuse relative alla gestione governativa della risposta alla pandemia da Covid-19.

Violenza contro le donne – In Danimarca il 17 dicembre, accogliendo le richieste di Amnesty International e dei movimenti per i diritti delle donne, il parlamento ha approvato la legge che stabilisce che il sesso senza consenso è stupro.