di Patrizia Caiffa – Aumentano i lupi in Italia, in tutta la penisola hanno raggiunto la cifra di 3.307 esemplari. Nelle regioni alpine italiane sono stimati 946 lupi, distribuiti su una superficie di 41.600 Km2 pari al 37% del territorio delle regioni alpine. È la prima volta che viene realizzata una stima esaustiva in Italia, di grande valore anche a livello europeo.
E’ quanto emerge dal primo monitoraggio nazionale del lupo condotto tra il 2020 e il 2021 (qui il report completo), condotto e reso noto oggi dal Centro referenza grandi carnivori del Piemonte e dall’Università di Torino nell’ambito del progetto Life WolfAlps EU, coordinato dalle Aree Protette Alpi Marittime, in stretta sinergia con ISPRA, l’istituto governativo per la protezione dell’ambiente responsabile del coordinamento su scala nazionale.
“E’ la prima volta che si stima la distribuzione e la consistenza di questa specie su tutta Italia, basandosi su un disegno di campionamento scientificamente robusto, e con una raccolta dati simultanea” afferma Piero Genovesi, responsabile del Servizio per il coordinamento della fauna selvatica di ISPRA.
“Una corretta conservazione del lupo e un’efficace gestione dei conflitti richiedono dati scientificamente robusti – continua Genovesi -.
I risultati di questo studio forniscono quindi una base di conoscenza essenziale per le istituzioni che hanno la responsabilità della conservazione del lupo”.
Dei 946 lupi presenti nelle regioni alpine (con un intervallo tra 822 e 1099) circa 680 rientrano nella parte centro-occidentale della popolazione e 266 appartengono alla sezione centro-orientale della popolazione. , che equivalgono al 37% della superficie delle regioni alpine.

Sono invece 102 i branchi e 22 le coppie presenti nelle regioni alpine (intera superficie – zone collinari e di pianura incluse- di Liguria, Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Province Autonome di Trento e Bolzano, Veneto e Friuli Venezia Giulia), per un totale di 124 unità riproduttive.
La maggior parte si concentra nella porzione occidentale dell’arco alpino, dove sono presenti 91 branchi/coppie.
Nell’area centro orientale sono invece 33 i branchi/coppie, quasi la metà delle quali ha territori transregionali.
Nell’ultimo monitoraggio 2017/2018 erano state documentate un totale di 51 unità riproduttive, arrivate a 103 nel 2020/2021. “
La popolazione di lupo è quindi cresciuta nell’arco alpino italiano negli ultimi tre anni, addirittura raddoppiando sia nel numero delle unità riproduttive documentate che nella distribuzione minima” dichiara Francesca Marucco, del Dipartimento di Scienze della Vita e di Biologia dei Sistemi dell’Università di Torino, responsabile scientifica del progetto LIFE WolfAlps EU.
Enorme è stato il lavoro di raccolta dati, coinvolgendo volontari appositamente formati e oltre 1500 operatori di 160 enti e associazioni, che hanno percorso un totale di 40.725 km e raccolto 10.672 segni di presenza, di cui 5.636 escrementi, 3.226 tra video e foto.
Sono stati tracciati i percorsi dei lupi su neve per un totale di 1605 km, e recuperati 71 lupi morti.
“La creazione di una rete nazionale di operatori formati è uno dei risultati più importanti di questo lavoro, perché costituisce un vero patrimonio per la conservazione della biodiversità a scala nazionale nel lungo termine” afferma Marucco.
Visto che i lupi si muovono senza rendersi conto di aver attraversato le frontiere, il monitoraggio sarà utile anche per la collaborazione con gli esperti di Francia, Svizzera, Austria e Slovenia.