di Margherita Vetrano – Domenica 24 aprile 2022 si è svolta la 60° edizione della Marcia PerugiAssisi per fermare il terzo conflitto mondiale
Solitamente tenuta tra settembre ed ottobre, la 24 chilometri voluta dal pacifista Aldo Capitini nel 1961, ha previsto un’edizione speciale in occasione del drammatico momento.
La guerra in Ucraina è alle porte ed il mondo occidentale guarda con preoccupazione agli sviluppi futuri.
Lo scontro Russia-Ucraina può essere definito in un’ottica globale come il terzo conflitto mondiale, insieme a quello in Yemen, Libia, Siria, Palestina, Israele e ancora Etiopia, Repubblica Democratica del Congo, Afghanistan, Iraq, Somalia, Sud Sudan, Repubblica Centrafricana per citarne alcuni.

Ma non era un clima di paura quello che si respirava domenica, verso le 15, quando il corteo ha iniziato a riempire la piazza antistante la chiesa di San Francesco ad Assisi.
Partito intorno alle 9 dai giardini del Frontone a Perugia, ha previsto un paio di tappe, ultima fra le quali quella a Santa Maria degli Angeli.
Centinaia di pellegrini di ogni razza ed età hanno affollato archi e marmi in una composta sfilata in cui ognuno sembrava avere un preciso posto.
Non era una gita domenicale e nemmeno una visita in una città d’arte.

Ognuno era lì per portare il suo messaggio di speranza e condividerlo con gli altri sconosciuti coi quali ha camminato gomito a gomito.
Marciatori esperti o bambini festanti, anziani o coppie di innamorati, perfino passeggini e cani al guinzaglio: domenica, la 60° edizione della Marcia PerugiAssisi ha raccontato molto.
Molto più delle frasi scritte sugli striscioni che evocavano echi del messaggio di Papa Francesco.

Ogni singola persona era lì per difendere il diritto alla pace, rinnovando la consegna delle 655.000 firme al Papa, avvenuta il precedente 27 marzo.
“A chiedere la Pace non sono i pacifisti ma le vittime della guerra. Noi siamo solo il loro megafono” ha dichiarato Flavio Lotti, coordinatore del Comitato promotore della Marcia.
“Ho voluto portare i miei figli perché sperimentassero il bisogno di pace“,
racconta una madre a B-Hop. “Solo vivendo queste ore e questo momento corale possono capire in quanti ci opponiamo silenziosamente ad un conflitto ingiusto ma soprattutto respireranno armonia e serenità, valori da preservare“.
La Marcia è anche la musica che si è levata dal palco, potente, che raccontava “di porte del Paradiso” e diceva che “noi siamo il mondo” in un momento senza tempo, sospeso nello spazio.

Era questo che si respirava, nonostante il cielo plumbeo e il vento, a Marcia conclusa.
Elementi che non hanno fermato la manifestazione anzi, le hanno fatto ala, portando lontano il messaggio di pace.