di Margherita Vetrano – Cosa pensano i bambini della riapertura delle scuole in sicurezza?
Il 14 settembre 2020, in molte Regioni d’Italia la scuola riapre (in alcune ha già riaperto) ma le direttive sono ancora molto nebulose ed incomplete.
C’è grande eccitazione per il ritorno sui banchi di scuola dopo mesi di lontananza dai compagni, dopo il lockdown, dopo un’estate con la mascherina.
Gli studenti sono emozionati e consapevoli che sta per iniziare un anno scolastico speciale, all’insegna della voglia di ricominciare, ma anche del rispetto per le norme sanitarie che consentiranno di riaprire in sicurezza.
Dal Ministero della Pubblica Istruzione e dai Consigli d’Istituto, non arrivano direttive certe e rassicuranti.
B-Hop magazine ha intervistato alcuni giovani studenti per sapere cosa ne pensano e cosa consiglierebbero ai grandi.
La parola ai bambini!
“Secondo me non andrebbero fatte le lezioni da casa” dice Sofia, romana di 11 anni, che quest’anno debutta in prima media.
“È un macello! Soprattutto per la connessione!”, rincara la dose Marco, 10 anni, promosso in quinta elementare.
“Non è un problema di compagni ma un problema di spazi e di grandezza dell’aula”,
continua pacata Sofia. “Se avessimo aule più grandi potremmo mantenere lo stesso numero di compagni”.

Il tema della socializzazione è importante per i ragazzi, che insistono:
“Vorrei fare lezione in giardino, così avremmo spazio e potremmo non tenere la mascherina”
suggerisce Laura 11 anni, da Roma, un po’ preoccupata per questo nuovo inizio scolastico.
“Anche a me piacerebbe fare lezione all’aperto” riprende Marco “e se non è possibile, almeno in classi più grandi, senza diminuire il numero di compagni, sennò non potremmo fare amicizia”.
Gabriele 8 anni, dalla provincia di Grosseto mantiene il punto sulla socializzazione, spingendo sulla solidarietà e la responsabilità individuale: “
Se un compagno dovesse dimenticare la mascherina per fare qualcosa di importante, noi dobbiamo dirglielo!
Quando siamo fuori, possiamo toglierla ma sempre stando ad un metro di distanza… anche due. Non ci si può abbracciare e non ci possiamo tenere per mano!”
Giorgio, 10 anni, di Roma, ha un piano preciso e dettagliato, da sottoporre alla Ministra Lucia Azzolina:
“Prevedo la scuola in un modo diverso. Entreranno solo i bambini e gli verrà misurata la temperatura corporea.
In classe faremo lezione al banco.
Ogni bambino sarà circondato da un box di plastica trasparente con dei buchi… per respirare. All’interno ci sarà tutto l’occorrente: zaino, libri e penne.
Usciremo dal box per la ricreazione che si farà in giardino, ma recintando piccole zone per ogni classe per non mischiarci.
In bagno faremo la fila e igienizzeremo le mani all’entrata e all’uscita.
Nel corridoio non passeranno più tante classi alla volta se non ci sarà un vigile a controllare.
Farei due turni di lezione. Dalle 08:00 alle 12:00 e dalle 12:00 alle 16:00, così ci saranno meno bambini a scuola e facendoli entrare ed uscire da porte diverse!”
Bianca 11 anni, romana, inizia la prima media con entusiasmo: “Non riesco ad immaginare la nuova scuola, non la conosco, ma propongo capannoni esterni per far arieggiare le classi tra il turno della mattina e quello del pomeriggio. In questo modo saranno sanificate all’aria e con il calore del sole per il giorno dopo”.
Concorda con Giorgio che il pranzo va portato da casa e consumato in classe, in modo da convertire la mensa in classe.
“Dividerei la palestra in spazi separati per farla usare in caso di pioggia e, con il bel tempo, tutti all’aria aperta!”

Il piccolo Riccardo, 7 anni, promosso in seconda, con soli 4 mesi di prima elementare all’attivo, è di poche parole ma la sua proposta è limpida.
Non vuole avere meno amici e gli piacerebbe studiare all’aria aperta. Per baci ed abbracci si potrà aspettare, ma che la scuola ricominci!
I bambini hanno le idee chiare e il giusto entusiasmo per ricominciare… e i grandi?
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