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Home Primo Piano

Perde il lavoro nel giornalismo, rinasce come insegnante. La storia di Maria Grazia

di Silvia Chessa
31 Ottobre 2018
in Primo Piano, Si può fare
Tempo di Lettura: 4 mins read
32 2
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(di Silvia Chessa) – Maria Grazia Aiello lavorava come giornalista a Ostia. Non si sarebbe mai aspettata di rimanere senza lavoro e con la seconda figlia appena nata a soli 34 anni. La maternità è una delle cose più belle al mondo. Ma per lei è stata una lama a doppio taglio. L’agenzia di stampa dove lavorava non le ha rinnovato il contratto. La scuola, l’insegnamento, è stata la sua opportunità per riscattarsi.

Nata a Sorrento, laurea in Lettere con indirizzo Comunicazione alla Federico II di Napoli, master di giornalismo alla Luiss. Quest’ultima specializzazione le ha permesso di iniziare a lavorare.

Una gravidanza inaspettata sconvolge i suoi piani. Dopo la nascita della seconda figlia, Maria Grazia non riesce a conciliare l’impegnativa professione di giornalista con il ruolo di genitore.

Deve rinunciare a conferenze, a uscite in piena notte e a lunghe giornate fuori casa per badare alla neonata. Il contratto stipulato con il datore di lavoro non ammetteva repliche. “Può essere cessato in ogni momento per qualsiasi motivo”. E così fu.

Dopo pochi mesi riceve la lettera di licenziamento. Il suo sogno di sempre, ciò per cui aveva studiato tanto, va in fumo in pochi minuti.  Quella lettera sancisce la chiusura con il mondo del giornalismo.

In poco tempo, Maria Grazia rimane senza il suo lavoro e con due figli da accudire. Decide di abbandonare il giornalismo, ormai inconciliabile con la sua vita familiare. Si iscrive nelle graduatorie scolastiche per diventare insegnante di lettere.

“Non pensavo che mi avrebbero chiamato davvero – racconta a B-hop–. Quando mi hanno contattata la prima volta non sapevo cosa fare e a cosa sarei andata incontro”.
Le propongono il primo incarico come insegnante di sostegno presso un Istituto alberghiero di Fiumicino. “Sono stata fortunata ad avere quel ruolo all’inizio – confida –. Mi ha permesso di capire come funzionavano le cose”.
credits: Pixabay

Successivamente ha insegnato lettere in altri istituti di Ostia, comprese scuole medie. Ha incontrato situazioni difficili e ragazzi problematici. Ma tutto questo non l’ha fatta pentire di aver scelto la scuola come nuova opportunità.

“Preferisco insegnare alle scuole superiori – ammette –. I ragazzi sono più grandi e più maturi. Questo mi permette di rapportarmi meglio con loro, li sento più vicini a me. Mi piacerebbe continuare il rapporto di amicizia anche una volta finite le scuole. Un team di lavoro sarebbe l’ideale. Concordare gli argomenti su cui focalizzarsi, uscire dalla scuola per far conoscere la vera realtà e le cose che si studiano”.

Non sempre è possibile ma Maria Grazia ci prova sempre.

“Sono convinta che un ragazzo, oltre ai genitori, debba avere anche dei bravi educatori. Gli insegnanti hanno un grandissimo compito: educare i giovani alla vita reale”.

Negli ultimi anni insegna in un istituto tecnico di Ostia. I ragazzi sono bravi e la seguono. Oltre alla letteratura, spiega ai suoi alunni anche fatti di cronaca, rendendoli più consapevoli sulle future scelte.

Maria Grazia trasmette agli alunni la sua forza e li incita a non arrendersi davanti alle difficoltà della vita.

“Anche i ragazzi a loro modo possono avere dei problemi. Ed è bene non sottovalutarli mai”, sottolinea.

E anche se non è stato facile rinunciare al sogno di fare la giornalista, come una grande donna, dopo una grande caduta, è stata capace di vivere una sontuosa rinascita.

“Mi piace fare l’insegnante. Ho avuto paura ma ora sono felice”, conclude sorridendo.

“Ci si cambia una nazione con centomila ragazzi.

Ma anche diecimila possono bastare per una rivoluzione.

Ogni insegnante è il potenziale bellico più pericoloso di uno Stato,

fusione capace di innescare reazioni atomiche inaspettate”

Alessandro D’Avenia, ”Ciò che inferno non è”

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Silvia Chessa

Silvia Chessa

Abito ad Ostia e da sempre la vivo. Il mare è la mia fonte di ispirazione e la mia casa. Sono appassionata di libri, architettura e scrittura. Io B-hop perché le storie reali sono la vera bellezza.

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