(di Agnese Malatesta) – Oculisti itineranti in Camerun per curare, a costi sociali, persone con problemi di vista. Girano da villaggio a villaggio in un paese dove i servizi sono per lo più in zone urbane e raggiungerli è già un problema: solo così i pazienti possono ricevere cure adeguate che altrimenti non potrebbero avere.
E’ quanto prevede un progetto imprenditoriale ideato, attivo da tre anni, da un immigrato camerunense in Italia, Stefane Ebongue Koube, residente con moglie e figli a Settimo Torinese.
51 anni, laureato in giornalismo e comunicazione di massa, Master in letteratura inglese, Stefane è nel nostro paese dal 2007; ha lavorato nella mediazione culturale, ora è senza lavoro.
“Ho sempre avuto il sogno di aiutare chi non vede bene.
Un’esperienza – spiega a B-hop magazine – che conosco perché anch’io sono ipovedente oltre che albino. Da bambino ho avuta tanta difficoltà nella vista, sono però riuscito lo stesso a laurearmi e a lavorare. In Camerun, gli oculisti sono pochissimi e concentrati in città. I pazienti si aiutano solo andando a trovarli dove abitano e non ad aspettarli nello studio”.
Appena ha avuto un po’ di soldi, Stefane ha potuto ideare e realizzare il progetto che si chiama ‘Focus Eye Care Unit’. Ora grazie ad un finanziamento di Etimos Foundation e della Croce Verde di Bricherasio (Torino), il progetto può contare sull’equipaggiamento di tre nuove ambulanze che si aggiungeranno a quella già operativa nel paese africano.
In questo modo le equipe di medici oculisti diventeranno quattro, garantendo una maggiore copertura del territorio. Lo scorso anno, l’ambulanza viaggiante di ‘Focus Eye Care Unit’ ha visitato 1535 persone di 18 località diverse; a queste sono state riscontrate soprattutto miopia, astigmatismo e cataratta.
Per ricevere le cure del caso, i pazienti pagano 2 mila franchi locali, pari a 3 euro, contro i 15 mila necessari se si rivolgessero a studi medici di città.
Inoltre, dallo scorso novembre, è attiva la campagna ‘Occhisani’ che permette la visita oculistica gratuita dei bambini nelle scuole di territori remoti e dove nessun oculista arriva.
La campagna ha ottenuto in parte il finanziamento della Ong legata all’ospedale romano Fatebenefratelli, Afmal (Associazione con il Fatebenefratelli per i malati lontani), che ha messo a disposizione il proprio personale sanitario per accogliere eventuali pazienti provenienti dal Camerun che devono sottoporsi a operazioni agli occhi estremamente delicate.
Il personale sanitario impegnato nel progetto è reclutato fra i medici in pensione che ricevono un compenso. Anche oculisti volontari dall’Italia potrebbero spendere una o due settimane presso gli ambulatori viaggianti in Camerun, come opera di volontariato.
Il sogno di Stefane però non è raggiunto del tutto: “avremmo bisogno di un’auto più potente, un pick-up, e di nuovi macchinari. Speriamo – dice – di ricevere ancora sostegni ed aiuti. Le spese pagate dai pazienti sono necessarie per sopravvivere, assicurare la benzina e gli stipendi dei medici. E’ necessario potenziare il servizio e migliorare le attrezzature. Abbiamo ancora tanto da lavorare”.
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