Coltivare la propria passione per la musica e aiutare altre persone a realizzare un lavoro discografico. Sembra impossibile senza passare per le major. Per fortuna non sempre è così. Si può fare con SubTerra Label, importante etichetta musicale indipendente (www.subterralabel.com): nata nel 2007 come webzine della scena indie-rock indipendente di Roma e Viterbo, SubTerra ha cominciato nel 2009 a pubblicare sul blog alcune autoproduzioni di progetti e gruppi. Da qui l’idea di farne un’etichetta. La filosofia scelta per la distribuzione dei lavori è quella del copyleft. Oggi l’aspetto discografico è diventato preponderante rispetto a quello della webzine, che tuttora esiste. b-hop ha incontrato Carlo Sannetti, fondatore della SubTerra Label, che ha pubblicato finora i dischi di 10 artisti, tra cui il suo progetto musicale “La Guerra delle Formiche”.
La SubTerra Label ha potuto realizzare questo progetto abbracciando le regole dei Creative Commons e del copyleft. Qual è questa filosofia?
“Il copyleft è l’equivalente della filosofia del software libero, ma applicata alle opere culturali. In genere, l’autore decide di concedere la fruizione delle proprie opere gratuitamente per scopi non commerciali, come la copia privata, riservandosi invece di pretendere un pagamento per tutti quegli usi che prevedono lucro da parte di terzi. Naturalmente l’autore conserva i suoi diritti patrimoniali riguardo la vendita degli originali. Per fare questo, l’autore specifica all’utente con una determinata licenza, come le Creative Commons, cosa può fare e non fare con la sua opera. Le Creative Commons sono una forma predefinita di queste licenze a cui tutti possono attingere a seconda delle proprie esigenze, ma i livelli di libertà possibili sono molteplici: si va da una licenza che prevede più restrizioni a una che lascia libero l’utente di ricavare opere derivate. La paternità deve essere sempre rispettata. Per comprendere nello specifico di cosa si tratti consiglio a tutti il manuale operativo di Simone Aliprandi: http://www.aliprandi.org/manuale-cc/. Applicare il copyleft è molto più semplice di quello che appare, anche se a un livello più approfondito i problemi legati al copyright e alle tecnologie digitali oggi sono molto delicati”.
Quali sono le potenzialità del progetto?
“Questo non so dirlo di preciso, nel senso che SubTerra è una realtà che vuole esistere al di là di logiche di mercato e per questo è concepita anche per resistere a costo zero o quasi. Non è concepita come un lavoro, ma nemmeno come un semplice hobby: è semplicemente un contenitore creativo privo di qualsiasi altra preoccupazione che non sia la creazione stessa. Ars gratia artis, si diceva una volta. Questo non significa che se c’è la possibilità non si investa in promozione o non si faccia impresa, ma l’aspetto commerciale non prevarica mai quello puramente poetico-espressivo e, diciamolo, anche ludico. Questa è anche una precisa scelta “politica”, legata a una determinata visione del mondo”.
Perché pubblicare con voi?
“Se cercate grossi capitali o successo immediato, vi sconsiglio di pubblicare con noi! Se invece volete avere una vetrina in più o entrare a far parte di un network orizzontale di persone appassionate, con cui avere uno scambio di idee e di opinioni autentico, allora forse potremmo diventare amici. In SubTerra prima c’è una stima artistica reciproca, quindi si avvia un’amicizia e una collaborazione, che è sempre di tipo cooperativistico. Questo implica l’organizzazione di eventi, l’ufficio stampa, o anche semplicemente la pubblicazione del proprio disco con un link. Non ci sono impegni prefissati. Tutto dipende da come si sviluppa naturalmente il rapporto, in puro stile do it yourself, secondo la filosofia punk”.
Cosa significa oggi essere un’etichetta indipendente?
“Essere un’etichetta indipendente oggi in Italia non ha un significato preciso. Se si fa impresa in modo tradizionale, significa fare i conti con i propri principi cercando un compromesso con le logiche di mercato. A volte riesce bene, altre meno. Se si fa come noi, significa restare in un ambito che inizialmente può apparire più amatoriale, ma che sul lungo termine potrebbe rivelare più qualità e permanenza di quello che potrebbe sembrare. Forse è difficile da capire, ma almeno questa è la scelta che io e molto artisti/amici abbiamo fatto”.