“Vorremmo raccontarvi la nostra storia parlando di speranza nel futuro. E’ il punto di partenza che ci ha aiutato a costruire tutto ciò che oggi ci caratterizza”: a parlare sono Michael Enei e Federica Massarini, 41 e 32 anni. Entrambi conducevano una vita stabile a Forano, un paesino laziale in provincia di Rieti: Michael, di origine belga, era auto-gruista presso una società che si occupava di ripristino strade. Federica faceva la commessa in un centro commerciale. Poi la crisi ha fatto sì che entrambi perdessero il lavoro. “A questo punto cosa dovevamo fare?” si sono chiesti. La risposta è stata chiara ed immediata: “Reagire mettendo in pratica le nostre capacità“.
Michael, figlio di calzolai, ha una buona manualità. Federica, invece, ha studiato in una scuola per stilisti ed è molto abile nel disegno. Forti di queste competenze hanno iniziato la loro attività di artigiani, partendo da materiali molto semplici come il sughero: “Abbiamo creato orologi e sottopentola, bracciali, collane e orecchini con perline e fili. La nostra fantasia ci ha aiutato tantissimo”.
“Ci siamo informati sui mercati e sulle sagre della zona a cui potevamo partecipare – raccontano a b-hop -. Siamo stati nel viterbese, nel reatino, a Roma. Abbiamo avuto dei buoni riscontri, quindi la nostra autostima cominciava a salire e a spingerci a volere qualcosa di più. L’occasione ci è stata offerta dal fratello di Federica, che ci ha invitato a Tenerife, nelle Canarie. Lui e la moglie lavoravano lì come artisti di strada. Abbiamo deciso di raggiungerli”.
“All’inizio ci siamo trovati un po’ spaesati – proseguono -. Bisognava capire come la pensava la gente, gli orari, le feste, organizzare il mercato. Poi grazie alla solidarietà di molti, siamo stati indirizzati verso la caratteristica spiaggia bianca della Teresina, dove abbiamo fatto amicizia con i proprietari del chiosco. Così tutte le mattine, su un semplice banchetto di sabbia, esponevamo le nostre creazioni”. In più, aggiunge Michael, “un signore argentino ha notato che portavo con me la chitarra e mi ha dato ripetizioni di flamenco. Così approfittavamo dei tempi morti per suonare”.
“Alla fine siamo rimasti lì cinque mesi – dicono -, completamente affascinati da quel posto. Abbiamo deciso di tornare a novembre, anche perché nel frattempo, grazie all’appoggio dei nostri parenti, alla nostra voglia d’imparare e a qualche tutorial su internet, siamo diventati artisti di strada anche noi. Io faccio sculture con i palloncini e Federica trucca i bimbi insieme alla cognata. C’è anche una ragione in più che ci spinge a tornare: abbiamo deciso di far nascere nostro figlio lì, visto che questa terra ha segnato la nostra rinascita non solo economica ma e soprattutto mentale”.
QUINDI COME SI VEDONO MICHEL E FEDERICA FRA DIECI ANNI?
“Quello ce lo dirà la vita. Stando fermi da una parte non impari nulla“, risponde Federica. “Dopo la perdita del lavoro – aggiunge Michael – molti si sarebbero arresi, depressi, magari anche ammalati. Noi invece abbiamo guardato avanti , con molta umiltà e semplicità, cercando sempre di mettere energia in tutto ciò che abbiamo costruito in questo periodo. Certo non andremo in giro in Ferrari ma abbiamo la consapevolezza di aver fatto poche cose ma bene. Questo è ciò che vorremmo insegnare a nostro figlio e a tutti coloro che quotidianamente affrontano questo tipo di realtà.