“Gli avanzi di un pranzo prelibato si possono rimescolare per creare una nuova pietanza, altrettanto prelibata. Questo è il criterio usato dalle nostre rielaborazioni per creare un abito”. Lei si chiama Betti, Bettina Bimbi, ed è una affermata costumista che conserva l’energia, la curiosità, l’entusiasmo e lo spirito di una ventenne. E’ anche creatrice di borse, stilista ma soprattutto è un’Artista. Lo è nel senso medievale della parola ovvero Maestra d’Arte, ovvero produttrice di bellezza.
Bettina Bimbi, dopo avere iniziato la carriera di costumista sotto la severa direzione di un mito della televisione italiana come Antonio Giulio Maiano (il padre degli sceneggiati), dopo aver lavorato con registi del calibro di di Pupi Avati e Cristina Comencini, dopo numerose fiction e spettacoli teatrali ha deciso, nonostante le tante proposte, di salire sull’Aventino dei costumisti e di inventarsi una nuova vita artistica ed imprenditoriale.
Insieme ad alcune sue storiche collaboratrici ha immaginato di recuperare dagli armadi vestiti ormai in disuso e donare loro una nuova dignità.
Con le sue socie, sfidando una crisi economica epocale e drammatica, hanno iniziato un’attività che ha come obiettivo principale quello di “ricercare la bellezza nascosta dalla patina del tempo: per riuscirvi a volte basta un attimo, un soffio e l’abito riprende vita”. “Il capo che rivela il nuovo senza dimenticare la sua antica bellezza – dice – è ciò che ci interessa, indipendentemente dai vari trend in corso”.
Cosa può aver spinto un’artista affermata ed apprezzata ad imbarcarsi in questa avventura, a rimettersi completamente in gioco in un fase così difficile della vita economica e sociale del Paese? “Il gusto della sfida – confida -. Usare uno sguardo attento per riscoprire la bellezza che si può celare ovunque, nei posti più insospettabili, diventa una sfida appassionante”.
Grazie a questo desiderio, dalla “cucina” della Betti sono state sfornate tre linee: la linea Origami, il capo viene piegato con la tecnica antica dell’origami; la linea Haiku, mescolando tessuti etnici originali ad altro si arriva ad un abito di sapore chiaramente giapponese; e infine la linea Retrò, utilizzando materiale contemporaneo si ottiene una silhouette d’epoca.
Gli avanzi sono stati sapientemente rimescolati. Betti, insieme alle sue compagne d’avventura, ha sfornato 99 capi unici ed irripetibili, interamente fatti a mano e che attendono solo di essere ammirati ed “assaporati”.