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Home Primo Piano

La sfida di Elena e Mattia: via le slot machine, ora il bar di quartiere è una caffetteria coworking

di Giulia Segna
8 Luglio 2019
in Primo Piano, Si può fare
Tempo di Lettura: 3 mins read
46 1
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(di Giulia Segna) – Elena e Mattia avevano un sogno: aprire una caffetteria coworking che diventasse il punto di incontro e socializzazione per gli abitanti del quartiere. I due giovani trentenni hanno avviato l’ambizioso progetto nel 2017, dopo aver rilevato un vecchio bar popolato, per lo più, da slot machine e giocatori d’azzardo. Oggi, grazie a loro, la periferia del Villaggio Angelini, a Roma Nord, sta rifiorendo.

“È stata una scelta molto coraggiosa”,

racconta Elena a B-hop, della caffetteria Espress’Office (via Ottorino Gentiloni, 20).

“Sapevamo che il quartiere sarebbe stato difficile da convincere, ma eravamo molto motivati dall’obiettivo di volerlo migliorare”.

Ci troviamo nell’area del Villaggio Angelini, periferia Nord di Roma, a pochi passi dalla fermata metro Jonio.

Nel bel mezzo del nulla, in un silenzio un po’ surreale, tra vecchie palazzine e saracinesche abbassate, arrugginite dal tempo, appare l’insegna di EspressOffice, un locale moderno e giovanile, composto da un’aula studio e una caffetteria.

Mattia, socio coetaneo di Elena, spiega: “Abitiamo nei dintorni e ci è capitato spesso di passare qui davanti. C’era un vecchio bar pieno di slot machine, con cibi di bassa qualità ed un certo tipo di clientela. Ci dispiaceva che l’unica attività commerciale di zona fosse così, quindi due anni fa l’abbiamo presa in gestione noi”.

“Bisognava fare qualcosa per ridare nuova energia al quartiere, nuove opportunità ai suoi abitanti”.

“Ecco perché è nata l’idea di aprire uno spazio gastronomico con possibilità di studio, rivolto soprattutto ai giovani”.

L’EspressOffice sta diventando sempre più un punto di riferimento per la gente del posto.

L’offerta è ampia e originale: l’aula coworking ha circa venti postazioni, è dotata di un pc, una stampante, un proiettore ed un piccolo angolo book-crossing, il wifi è gratuito e non è richiesta una spesa minima di utilizzo.

Si paga ciò che si consuma. E in effetti, è difficile resistere alla tentazione di assaggiare i dolci di Elena, preparati con cura, utilizzando ingredienti biologici, a Km zero. Lieviti, crostate e biscotti, e poi torte rustiche, taglieri di salumi e formaggi, bruschette dal sapore originale.

“La riqualificazione di un luogo può avvenire anche attraverso il cibo!” afferma Elena, orgogliosa.

“Stiamo cercando, seppur con grande sforzo, di sensibilizzare le famiglie al consumo di alimenti genuini, realizzati con materie prime certificate”.

Considerato il numero sempre più elevato di casi di intolleranze, allergie e precise scelte etiche, i due giovani imprenditori ci raccontano che si stanno specializzando nella produzione di cibi per vegani, intolleranti al glutine e al lattosio, in modo tale che l’EspressOffice possa accogliere proprio tutti.

“I prezzi sono più che popolari: vogliamo che sia un punto di ritrovo per l’intera cittadinanza, dalla famiglia numerosa al single inoccupato, dal pensionato in difficoltà al giovane studente”.

Un caffè all’EspressOffice costa solo 0,50 centesimi!

Prima la via era popolata fino a notte fonda, per lo più da giocatori d’azzardo. Oggi, grazie all’iniziativa coraggiosa dei due ragazzi, si vedono circolare molte più famiglie e studenti.

Socializzazione è la parola chiave del progetto di Elena e Mattia che, fino a qualche tempo fa, ha anche ospitato seminari culturali, in cui degli esperti in psicologia e giurisprudenza hanno offerto consulenze gratuite.

“Non abbiamo mai voluto ridurre questa attività ad un mero profitto commerciale, quindi abbiamo organizzato convegni sui temi della genitorialità, la complessità burocratica del divorzio, la gestione dell’ansia e i disturbi alimentari, per aiutare chi ne avesse bisogno”.

La risposta, in termini di partecipazione, non è stata così positiva come si aspettavano, ma promettono di non arrendersi, continuando a lanciare idee innovative per rianimare la zona.

“Andiamo avanti con tenacia per realizzare il nostro sogno e, pur consapevoli che a qualche Km di distanza da qui avremmo potuto ottenere molto più guadagno e popolarità, non abbiamo intenzione di abbandonare questa periferia”.

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Giulia Segna

Giulia Segna

Faccio ricerca nel campo delle relazioni interculturali, sono di Roma. Mi diverto a osservare, ascoltare e annotare la realtà che mi circonda: la vita è colorata di infinite sfumature ma per riuscire a vederle bisogna rallentare e concedersi il giusto tempo. Io B-hop perché...pensare e diffondere positività è la chiave per vivere felici, tutti.

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