di Daniela Lozza* – Ama la natura, l’arte in tutte le sue forme, ballare, ma anche la solidarietà, il sentirsi parte di un gruppo che vive ideali comuni e viaggiare. E’ Nadia Boccale, nata e cresciuta a Roma, dove lavora come terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva.
“Mi occupo di riabilitazione dei disordini dello sviluppo psicomotorio, soprattutto nella fascia di età 0-3 anni – racconta -. E’ un lavoro complesso perché entrano in gioco tante variabili ma
è una professione che amo perché stare con i bambini piccoli è impagabile.
Per loro il mondo è una scoperta continua ed entusiasmante; lo stupore e la curiosità guida le loro acquisizioni e ogni nuova proposta si trasforma in un’avventura”.

La sua professione l’ha condotta a lavorare, per alcuni periodi, anche nella Repubblica Centrafricana e in Brasile, come volontaria.

Sono state scelte coraggiose.
Credo che il coraggio c’entri poco. La verità è che sono molto curiosa ed
ho un bisogno insaziabile di uscire dai miei confini per conoscere nuovi luoghi, nuove persone e nuove esperienze.
In queste occasioni ho potuto conciliare la mia preparazione professionale con la mia voglia di viaggiare e con il piacere di dare un piccolo contributo come membro di questa grande famiglia umana. Quello che ho ricevuto, come arricchimento personale, è stato, ogni volta, molto più grande di quello che ho dato.
Sono state, comunque, esperienze di gratuità.
Si, ma ci tengo a precisare che la mia guida sono i valori di giustizia e solidarietà e non di “beneficenza”. Da adolescente nel mio quartiere (Centocelle, periferia est di Roma) ho avuto la fortuna di far parte di un gruppo giovanile parrocchiale molto fuori dagli standard, ci interessavamo alla teologia della liberazione, all’etica economica e ai meccanismi di neocolonialismo internazionale che imprigionano il libero sviluppo dei paesi del sud del mondo. Leggevamo avidamente gli scritti di Enrico Chiavacci, Leonardo Boff, Alex Zanotelli, Helder Camara. Successivamente ho fatto un’esperienza nella Comunità di Capodarco di Fermo, che ha confermato tutta la visione che avevo già in costruzione. Da allora mi sono sempre interessata ai temi sociali, sento che mi riguardano e coinvolgono in quanto parte di una comunità umana. Se, avendo avuto l’opportunità di studiare, ho delle conoscenze, le metto a disposizione di chi, non per sua colpa, questa opportunità non l’ha avuta; non è questione di essere buoni ma di riportare un po’ di equilibrio. In cambio vivo qualcosa di unico.

Hai detto che per te è importante conoscere cose nuove, come fai a vivere questo nel tuo quotidiano?
Il mondo è tutto da scoprire, è un’avventura meravigliosa,
il nuovo è ovunque, vorrei avere a disposizione giornate di 48 ore.
Nel 2014, insieme ad una bravissima psicoterapeuta familiare, ho fondato un centro clinico che si chiama “Base Sicura” e che si occupa della sintonizzazione tra genitori e figli attraverso un lavoro interdisciplinare che unisce le mie competenze con quelle della collega. Mi si è aperto un mondo nuovo di esperienze, studio e conoscenze che mi piace moltissimo e che ci sta dando molte soddisfazioni.

Nel 2015 mi sono fatta coinvolgere nella creazione di una Onlus che si chiama Mani Bianche Roma e che ha l’obiettivo di fare musica con ragazzi sordi e udenti utilizzando sia la voce che le fantastiche possibilità espressive della LIS (lingua dei segni italiana). Anche in questo caso si è aperto per me un altro mondo ricchissimo e interessantissimo, fatto di laboratori musicali, concerti, e nuovi apprendimenti, primo fra tutti la scoperta della cultura sorda e della lingua dei segni”.

Facendo tante attività quando trovi il tempo per viaggiare?
Viaggio appena posso, con le ferie estive, con i weekend lunghi, con i “ponti”. Per me
non è importante che il luogo sia vicino o lontano, la cosa importante è che sia nuovo.
Quando sono in viaggio la mattina mi sveglio felice ed elettrizzata al pensiero di avere a disposizione una giornata per scoprire posti (con annesse tradizioni, cibi, costumi, forme artistiche, usi…) che non conosco”.
Nel tuo quotidiano quali sono le tue attività di svago?
Mi piace tanto leggere, andare al cinema e, soprattutto, a teatro. Ma la cosa che mi diverte di più è ballare. Mi piacciono tantissimo le danze delle tradizioni folk perché, essendo l’espressione di un popolo, mi permettono, anche in questo caso, di viaggiare e conoscere mondi nuovi. Ho fatto danze bretoni, scozzesi, tango argentino, samba e forrò, da circa due anni faccio danze irlandesi.
Quando ballo libero la mente e recupero energie.
A volte arrivo alle lezioni stanchissima ma quando esco sono rinnovata e di nuovo pronta all’azione.
* L‘articolo è stato realizzato nell’ambito delle esercitazioni svolte dalle partecipanti alla edizione 2020 del corso “Dalle news tossiche al giornalismo costruttivo e di comunità” organizzato dall’associazione B-hop.
*foto di copertina F.Asciolla
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