di Patrizia Caiffa – Quando la cicogna entra in una casa con il suo prezioso fardello è una grande festa. Ma non sempre tutto procede liscio come l’olio. I due neo genitori sono alla prese con un mestiere difficile e tutto da imparare.
Nei primi due anni di vita, periodo strategico per il futuro della crescita, il bambino può manifestare disturbi del sonno, irritabilità, o problemi di allattamento. Per i motivi più diversi: un evento traumatico, una nascita prematura, un parto difficile, un ritardo di sviluppo, un lutto improvviso, una separazione, una depressione post partum. I genitori possono sentirsi soli e insicuri, proprio quando il bambino ha più bisogno di una “base sicura”.
Per dare una risposta a queste difficoltà è nato, dopo dopo tre anni di riflessioni e sperimentazioni, l’innovativo progetto “Base sicura”, un Centro clinico e di ricerca sul sostegno al processo di attaccamento tra genitori e bambini nei primi 2 anni di vita, con sede a Roma (via Lorenzo il Magnifico 42, fermata “Bologna” metro B). La novità è costituita dall’unione delle competenze del neuropsicomotricista e dello psicoterapeuta, per armonizzare corpo e psiche.
“Lavorando nella stessa équipe – spiegano a B-hop Nadia Boccale, terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva e la psicoterapeuta Mimma Infantino, ideatrici e promotrici del progetto -, ci siamo accorte che spesso non era sufficiente il nostro ‘agire’ da terapista sui corpi dei bambini e neppure il ‘parlare’ da psicoterapeuta con i genitori dei nostri piccoli pazienti”.
Le due colleghe hanno iniziato così a sperimentare itinerari nuovi, contaminando le diverse esperienze e professionalità: piacevoli momenti di gioco tra genitori e figli, massaggio infantile, sedute individuali o di gruppo (Parent Training). I risultati non si sono fatti attendere, e sono stati sorprendenti.
“A distanza di tre anni – affermano – siamo oggi convinte della necessità di lavorare, molto precocemente, sulla qualità del legame di attaccamento che si sviluppa tra genitori e figli fin dalla primissima infanzia. Questo legame si estende a tutti gli stadi della vita, rappresentando una base emotiva per tutta l’esistenza, dalla nascita fino alla vecchiaia. Un attaccamento insicuro è invece da considerarsi un fattore di rischio per lo sviluppo di future fragilità mediche, psicologiche, sociali”.
Vale a dire, come cita lo slogan della brochure: “Se sto bene con mamma e papà, cresco meglio”. L’intervento clinico è fondato su un percorso di 5/10 incontri, con itinerari esperienziali e momenti di riflessione ed elaborazione. Sempre insieme alla psicoterapeuta e alla terapista. “In questo modo – precisano – i genitori riescono ad avvicinarsi al loro bambino reale (non a quello dei loro desideri) e di accompagnarlo, per come lui ha bisogno, nelle diverse fasi di sviluppo”.
I principali destinatari – oltre ai genitori in difficoltà con il nuovo ruolo, i problemi del sonno e dell’alimentazione – sono le famiglie con bambini adottati o in affido temporaneo, le famiglie con bambini con diagnosi di patologia conclamata (es. paralisi cerebrali infantili, sindromi genetiche, patologie neuromuscolari) o con nascite traumatiche (prematurità). Da qui la necessità di far conoscere “Base sicura” alle figure professionali che si occupano del bambino nei primi 2 anni di vita (pediatri, neonatologi, ginecologi, neuropsichiatri infantili, ostetriche, infermieri pediatrici, puericultrici, ecc), per indirizzare al meglio le famiglie.
I protocolli dell’esperienza sono stati presentati in Congressi internazionali dedicati alle problematiche evolutive dei bambini (Parigi 2011; Porto Seguro 2012; Barcellona 2013; Roma, ottobre e dicembre 2013) ricevendo molte conferme sulla validità dell’intuizione. L’ISIPSé (Istituto di Specializzazione in Psicologia Psicoanalitica del Sé e Psicoanalisi Relazionale) ha dato il suo totale sostegno al progetto.
Info: il sito del Centro clinico Base sicura