(di Michela Zaninello) – 220 km di pista ciclabile che dalle Dolomiti raggiunge la laguna Veneta lungo il corso del Piave; dalle sorgenti Bellunesi fino al suo sbocco nel Mar Adriatico. E’ stata presentata il 22 maggio scorso a Belluno, la “Ciclabile del Piave”, realizzata dai Consorzi Bim Piave di Belluno, Treviso e Venezia.
Si parte dalle sorgenti del Piave vicino a Belluno, alle pendici del monte Peralba nelle Dolomiti Orientali, facendosi strada tra le Prealpi.
Foreste, colline distese di arenaria, accompagnano lungo il tragitto e incorniciano castelli, abbazie, borghi ed opifici, fino ad arrivare al mare Adriatico nelle vicinanze di Jesolo passando per il bacino idrografico nella provincia di Treviso.
Il percorso può rilevarsi molto più interessante di una “banale” pista ciclabile ben fatta in mezzo alla natura perché attraversa territori pregni di storia nelle tre province venete: Belluno, Treviso e Venezia.
Nel letto di questo fiume (chiamato per centinaia di anni La Piave) si è infatti combattuta la tragica battaglia del solstizio (chiamata così per la prima volta da Gabriele D’Annunzio) nel giugno 1918; la battaglia che vide impegnati l’esercito italiano e quello austro-ungarico. Con la vittoria di questa battaglia venne creata anche la leggenda del Piave (conosciuta come Canzone del Piave) che probabilmente è tra le più celebri canzoni patriottiche italiane scritta dal maestro Gaeta.
Diventò per un periodo (1943-1946) anche inno nazionale per sostituire la Marcia Reale, prima della combattuta assegnazione all’Inno di Mameli da parte di De Gasperi.
Per oltre 1000 anni inoltre fu la principale via commerciale tra il Nord e la repubblica di Venezia. I segni di questa storia sono ben visibili lungo tutta l’area del bacino idrografico.
Nel percorso vale la pena fermarsi per restare ammaliati dal tratto abbracciato sia dalla Laguna Veneta sia dall’Adriatico con le valli di Dragojesolo, Grassabò e il Lio Maggiore. Arrivati a Jesolo l’area archeologica ci stupirà con i resti della cattedrale di Santa Maria Maggiore e chilometri di Arenile.
Molti i personaggi illustri che si sono innamorati dei paesaggi, come ad esempio Hemingway che nel 1918 partecipò (e venne ferito) come volontario della Croce Rossa. Da quel momento si definì: “ragazzo del basso Piave”. Sembra inoltre che i paesaggi e l’atmosfera ispirarono lo scrittore americano per la stesura di “Addio alle armi” e di “Di là dal fiume e tra gli alberi”.
Il progetto è collegato ad altre quattro iniziative simili in fase di realizzazione:
– Ven.To (da Venezia a Torino, lungo il Po),
– la ciclovia del Sole (Brennero – Firenze),
– Acquedotto Pugliese
– Grab (Roma)
Parliamo di oltre 18.000 chilometri di benessere e turismo responsabile.
Cosa scegliere dipenderà dai gusti personali e dal tempo a disposizione, on line ci sono molti siti che possono tornare utili per decidere itinerari e tratti.
Poi non resta che salire sulla bici e lasciare che la magia vi avvolga. La bicicletta dona infatti un movimento ad impatto zero che permette di vivere l’esperienza con piacere.
Che sia questo il futuro del turismo?
Forte è il movimento e la progettazione di strutture nel territorio che rivalorizzano la cultura dello “slow”, dell’osservare del vivere consapevolmente il nostro territorio. Di riappropriarci di quella unicità territoriale che forse per troppo tempo ha visto sempre gli stessi protagonisti, che ora sono diventati bazar di prodotti scadenti in mano a imprenditori.
La stessa riprogettazione urbanistica (come in questo caso) ci suggerisce una maggiore sensibilità alla cultura del sostenibile grazie all’interessamento delle amministrazioni e delle associazioni locali.