(di Filippo Bocci) – Ha un grande pregio, solo il più evidente, Il fantastico mondo di Fruitore Di Nonsense di Valerio Carbone per Edizioni Efesto: non è per nulla banale. Eppure sarebbe stato facile lasciarsi prendere la mano in questi quattordici racconti, dove il bizzarro protagonista dal nome rivelatore, Fruitore Di Nonsense appunto, vive accadimenti surreali e grotteschi, alle prese con sfacciati e invadenti (anche invasivi) maiali, supermercati troppo altamente tecnologici, alieni, lavatrici “doublesense”, e così via, in una continua, esilarante, girandola.

Nondimeno, se ci si concede una lettura che si fermi a prendere fiato, che ponga un’attenzione diremmo sintomatica, ci si ritrova a godere di una raffinata, curatissima scrittura ricca di alte citazioni – un viaggio tra filosofia, letteratura e musica – da Anacreonte a Nietzsche, da Calvino a Mimnermo, passando per Dino Buzzati e l’eterna, nonsense, Fortezza Bastiani, fino ai Clash e all’Illogica Allegria di Giorgio Gaber.
Ma il quid valoriale del libro sta soprattutto nell’inesauribile gioco di e sulle parole, che nutrono i racconti di quel senso che a noi appare evidente, mentre al nostro protagonista, Fruitore Di Nonsense, sembrerebbe mancare, già nell’onomastica.
Ecco, solo riflettendo sul Logos, sulla Parola, fermandoci a riscoprire il vero significato di ciò che diciamo, possiamo provare a (ri)conoscere noi stessi e a dare forma agli episodi del nostro quotidiano.
Proprio questa, ci pare, è la garbata, divertita lezione dei racconti di Carbone: stoppiamo la fruizione del nonsense, cerchiamo di organizzare il nostro pensiero, diamo un rigore logico alle nostre esistenze.
Lo possiamo fare, come l’eroe dei racconti, paradossalmente solo al contrario, attraverso le giocose esagerazioni del linguaggio; quello di Carbone piega spesso verso ritmi poetici, rime, onomatopee, allitterazioni, dove il divertissement da cruciverba non è mai frivolo, anzi spesso è geniale – il “Goetherade, nuovo energy drink per scrittori” e l’Alea ejacula est sono semplicemente inarrivabili – in un continuo superamento dell’equilibrio della scrittura.
Solo così, lasciandoci guidare dall’amico Fruitore, forse potremo ritrovare il Dna dell’amore a colpi di tautogrammi, ricordare la vita prima di averla vissuta, “per essere sempre incantati, stupiti”, o svegliarsi la mattina trasformati per un giorno nella “donna che da sempre avremmo immaginato di trovare”.

Dice uno dei racconti: “Uomini che si svegliano da donna. Sarebbe poca cosa. Piuttosto uomini che si addormentano senza sogni, o meglio con il solo sollievo di strappare via i sogni degli altri”.
Il fantastico mondo di Fruitore Di Nonsense è pieno, nella divertente odissea del protagonista, di perle come questa.
Buona “fruizione”.