Una tre giorni di film, mostre fotografiche, concerti e dibattiti sul tema dei migranti, con uno speciale focus dedicato al cinema di India e Bangladesh. Prende il via stasera a Roma, nel multietnico quartiere Torpignattara – noto alle cronache solo per gli scontri tra popolazione e ospiti di un centro di accoglienza per immigrati, alcuni mesi fa -, il primo (e unico) festival di cinema che affronta i temi della convivenza, dell’identità, dell’incontro tra culture, con un approccio leggero e con il sorriso, “luogo” ideale in cui scompaiono le differenze e ci si riscopre umani. Si tratta della quarta edizione di Karawan Fest-Il sorriso del cinema migrante, in corso fino a domenica 29 novembre, con ingresso a sottoscrizione, presso l’ex aula consiliare del Municipio (Via dell’Acqua Bullicante, 2).
Un’esplosione di colori, suoni e danze investirà il popolare e multietnico quartiere (le comunità più numerose sono proprio quella indiana e bangladese), dove il progetto è nato e continua a svolgersi, per proporre un modello di convivenza basato sul piacere della scoperta e della partecipazione e offrire un nuovo punto di vista su Paesi poco conosciuti, o rappresentati attraverso stereotipi e cliché, che non rendono giustizia a cinematografie incredibilmente intense, colorate e vitali.
Stasera alle ore 19.30 si inaugura la mostra fotografica “Sonny Story”, di Marcello Scopelliti, la vita di uno dei tanti ragazzi indiani della Pianura Pontina, un appassionante viaggio fotografico tra il Punjab e l’Italia. A seguire, il meglio della produzione indiana, con due commedie, Aiyyaa, di Sachin Kundalkar, film pieno di umorismo, energia e passione, che esplora il tema del desiderio femminile al ritmo travolgente delle danze bollywoodiane, quindi Sulemani Keeda, diretto da Amit V Masurkar, eletto miglior film indipendente indiano del 2014, una spassosa commedia che prende in giro miti e riti di Bollywood attraverso la storia di una scombinata coppia di sceneggiatori.
Domani, 28 novembre, alle ore 19:00, concerto dei Moon Stars Studio, formazione di giovani musicisti di origine bengalese, con l’accento romano e il cuore a Dhaka. A seguire, il lungometraggio bengalese Television, di Mostofa Sarwar Farooki, astro nascente del cinema del sud-est asiatico, che racconta la reazione degli abitanti di una cittadina al divieto di ogni forma di immagine e di immaginazione in quanto potenzialmente pericolosi. Quindi, la commedia romantica Dum Laga Ke Haisha, di Sharat Katariya, la storia di una coppia di giovani alle prese con la tradizione, i sentimenti e il desiderio di realizzare le proprie aspirazioni.
Domenica 29 novembre, giornata conclusiva dell’evento, con una selezione di cortometraggi di animazione dalla Siria, seguita da un incontro con artisti, registi, giornalisti ed esperti del settore (da Raffella Cosentino a Carolina Popolani, da Leonardo De Franceschi, a Khalid Chaouki, ma anche Celeste Costantino e Giulia Pietroletti) e la proiezione, in chiusura, di Andalousie Mon Amour, commedia satirica marocchina diretta da Mohamed Nadif sull’immigrazione clandestina, un omaggio a tutti gli harragas che partono con il sogno dell’Europa.
KarawanFest è un progetto sul recupero degli spazi per restituire al quartiere di Tor Pignattara il cinema di cui è orfano da oltre 30 anni. Dal 2012, schermo e proiettore in spalla, gli organizzatori trasformano spazi abbandonati e in disuso in luoghi in cui le persone possano re-incontrarsi e godere del rito collettivo dello schermo cinematografico illuminato. Tra scorribande e improvvisazioni per i vari angoli del quartiere sono stati realizzati diversi eventi, incluso l’omaggio a Claudio Caligari a pochi giorni dalla sua scomparsa, con la proiezione del cult ‘Amore tossico’ al Parco Giordano Sangalli cui hanno partecipato centinaia di persone.
“In questi giorni di grande tristezza – sottolineano Carla Ottoni e Claudio Gnessi, direttori artistici – in cui è impossibile non essere sconvolti e risulta difficile orientarsi nel mare di notizie, opinioni e punti di vista che si susseguono incessantemente sui nostri schermi, noi di Karawan ci siamo interrogati sul senso più profondo del nostro progetto, concepito come una festa che abbatte le barriere tra culture con il potere di una risata. E abbiamo deciso di andare avanti…”.
L’evento è ideato e organizzato da Associazione culturale Bianco e Nero; con CDQ Torpignattara Onlus; e il patrocinio di Biblioteche di Roma.
Informazioni: www.karawanfest.it; info@karawanfest.it; pagina Facebook