Iacopo Melio e la sua associazione #Vorreiprendereiltreno sono diventati un caso – uno di quelli belli da raccontare, in cui l’attenzione mediatica richiama quella della politica. Iniziativa dopo iniziativa, si impegnano in piccoli passi per migliorare la vita delle persone con disabilità. Quando la battaglia sarà finita avrà il sapore di una favola. Fino ad allora, avrà quello dell’impegno civile portato avanti con la leggerezza di un sorriso.
E dire che tutto è nato per caso, quasi per gioco. Un gioco che conteneva un guanto di sfida lanciato da Iacopo, studente ventenne e disabile, ad un parlamentare della Repubblica.
Un tweet da un treno
È il 20 giugno 2014 quando l’ex ministro Maria Chiara Carrozza twitta un messaggio come tanti: sta rientrando da Roma per andare a Pisa. Il messaggio è accompagnato dall’hashtag #ioprendoiltreno – per sottolineare che si sta spostando come un comune cittadino.
E Iacopo Melio, studente poco più che ventenne, gli risponde che lui, il treno, lo vorrebbe prendere ma non può. Perché è disabile, e spesso le stazioni non sono attrezzate per chi ha difficoltà motorie: il suo hashtag è #vorreiprendereiltreno.
L’ex ministro twitta una risposta solidale con la situazione del ragazzo. Dopo uno scambio rapido di battute, tutto sembra finire lì. Invece il tweet dalla bacheca della Carrozza viene ripreso, condiviso, commentato. Diventa virale.
Iacopo lo rilancia con uno splendido articolo sul blog che aveva aperto pochi mesi prima, un’articolo che dice molto di come è fatto Iacopo. Il titolo è: Sono single per forza, non piglio l’autobus!!
La tesi, sviluppata in tono semiserio, è che per Iacopo è difficile spostarsi sui mezzi pubblici liberamente, prendere un autobus o un treno e magari incontrarci una ragazza per caso, scambiare due chiacchere, innamorarsi proprio come in un film o come nella vita reale di tante persone. E così resta single.
Chiede una cosa semplice: “fatemelo prendere, questo autobus o questo treno”. Non solo perché l’accessibilità dei mezzi pubblici sarebbe il minimo per un paese civile, ma anche perché “voglio trovare l’amore”.
La nascita dell’associazione
#vorreiprendereiltreno è un esempio dell’influenza positiva che possono avere i social media quando decidono di dare voce alle battaglie giuste. I tweet e l’articolo richiamano l’interesse delle persone. Vengono rilanciati da pagine facebook e blog e cominciano a piovere attestati di solidarietà e idee per iniziative.
I vip si schierano, a partire dalla stessa Carrozza che oltre che politica – giova ricordarlo – è una professoressa specializzata in neurorobotica che si è occupata a lungo proprio di protesi robotizzate per disabili. E poi giornalisti, attori, parlamentari che inviano la loro immagine mentre reggono un foglio di carta con sopra un solo hashtag: #vorreiprendereiltreno. Dal web la notizia rimbalza sulle testate nazionali e iniziano ad arrivare donazioni spontanee per la battaglia contro le barriere architettoniche.
Nasce l’associazione #Vorreiprendereiltreno, costituita per dare un seguito concreto all’interesse creatosi intorno al caso del ragazzo che chiede una vita più normale possibile.
Iacopo ha grande senso pratico e voglia di fare.
Ci ha raccontato alcune delle iniziative recenti dell’associazione: una protesta per migliorare l’accessibilità di un ufficio pubblico con pochi ma insormontabili scalini ma dedicato (ironia della sorte) proprio all’assistenza ai disabili in un piccolo comune toscano.
Una giornata, ad Empoli, in cui i cittadini sono stati invitati a ritrovarsi in piazza, salire su una carrozzina e provare a spostarsi per la città (giornata, questa, organizzata in collaborazione con l’associazione La Skarrozzata di Bologna).
Azioni di sensibilizzazione sulle condizioni delle stazioni ferroviarie di alcune cittadine.
Potremmo considerarle tutte piccole battaglie, combattute a livello locale, cercando di coinvolgere una certa cittadina o un certo sindaco. E forse proprio per questo danno i loro frutti e #vorreiprendereiltreno – insieme alle altre associazioni con cui collabora – riesce ad ottenere quei piccoli passi in avanti che per una persona disabile così piccoli non sono.
L’altro tratto distintivo sia di Iacopo che della sua associazione è che sono aperti alla collaborazione con tutte le realtà – siano esse formazioni della società civile che partiti o singoli politici. Chi vuole impegnarsi per migliorare l’accessibilità delle nostre città è bene accetto, purché faccia seguire i fatti alle parole: le divisioni sono solo ostacoli verso un obiettivo troppo importante per essere sacrificato su altri altari.
Forse per questo loro approccio pratico, Iacopo e gli altri membri dell’associazione sono stati consultati più volte come parti sociali da amministratori locali soprattutto della Toscana. In primis, dal presidente della regione Enrico Rossi – che insieme a Trenitalia ha varato un piano ambizioso per la progressiva sostituzione dei treni regionali con nuove vetture dotate di alti standard di accessibilità. Sospettiamo che quella pedana orizzontale che abbiamo visto spuntare dalla porta di un treno regionale pochi giorni fa, spostandoci da Firenze a Prato, sia anche un po’ merito di coloro che si impegnano in #vorreiprendereiltreno.
Nel frattempo Iacopo sta finendo gli ultimi esami prima della laurea, studia, scrive, si dedica al suo blog e all’associazione che ormai non è più solo sua, anche se lui ne resta l’anima.
Per finire…
Un’altra cosa in cui Iacopo crede fermamente è che non bisogna mai cedere al pietismo – la gente va coinvolta col sorriso. Forse per questo la scorsa estate ha coinvolto un comico fiorentino, Lorenzo Baglioni, per far passare meglio il suo messaggio: se non avete mai visto questo video, prendetevi pochi minuti per gustarvi questa denuncia divertente e leggera, che è anche un delizioso omaggio a Enzo Jannacci.
Chi fosse interessato a contattare l’associazione può farlo attraverso il sito web www.vorreiprendereiltreno.it