(di Rinaldo Felli) – Formentera, questo è il nome che vi salverà quando, dopo una piacevole vacanza, tornerete a casa e poggerete il vostro trolley con un devastante magone.
Il farmaco taumaturgico per sconfiggere quell’angoscioso senso di disperazione che vi attanaglierà, per estrarre quella pinza che vi strizzerà lo stomaco al pensiero del vostro imminente rientro sul posto di lavoro, sarà pianificare immediatamente una breve ma appagante appendice vacanziera.
E l’isola di Formentera, riserva naturale e patrimonio dell’umanità secondo l’Unesco, è il posto con i requisiti in regola per regalarvi quest’ulteriore fiammata di spensieratezza.
E lo sarà in particolar modo se, per qualsiasi motivo, siete nostalgici del ’68, se avete malinconia di quell’improvviso vento di peace and love che iniziò a soffiare esattamente 50 anni or sono, se avete desiderio di annusare di nuovo il “profumo dei fiori nei cannoni”, se volete ancora “fare l’amore e non la guerra”, se la vostra canzone preferita rimane: “All you need is love”.

Se cercate tutto ciò non vi resta che prendere il trolley appena posato, recarvi in aeroporto e partire. Il volo è breve, partendo da Roma in poco meno di un paio di ore sarete ad Ibiza e con un veloce traghetto raggiungerete Formentera con un’ulteriore mezz’ora di viaggio.
Avvicinandovi all’isola nulla attirerà particolarmente la vostra attenzione, la costa apparirà piatta, insignificante e le palme del piccolo porto, che vi accoglieranno di lontano, avranno un sapore da villaggio vacanze.
La zona portuale, simile ad una stazione degli autobus o dei treni di una qualsiasi città, vi confermerà la delusione iniziale ma che sarà anche l’ultima ed unica della vostra vacanza last second.
Dopo aver finalmente disfatto il trolley in uno dei tanti ed ospitali alberghi dell’isola sarà opportuno affittare un mezzo di locomozione. Scooter, auto, quad ma, se avete un poco di allenamento e considerando che la superficie di Formentera è di soli 83 km, tagliata da nord a sud da un’unica strada lunga 18 km, forse è la bicicletta il mezzo più adatto nonché maggiormente coerente con quello che cercate.
Ed ora iniziate a pedalare ma con calma, lentamente.
Qui regna un tempo diverso, fatto apposta per assaporare con profondità ogni emozione, piacere, felicità.
Forse non è neanche un tempo, quello riguarda la dimensione umana mentre qui troverete una dimensione altra.
Pedalate quindi e non privatevi di nessuno sguardo, osservazione, lasciatevi incantare da una macchia mediterranea ancora incontaminata e dai suoi fragorosi profumi.
Inoltratevi nelle bianche spiagge, immergetevi nei colori di un mare cristallino e dall’infinite sfumature di turchese.
Quando visiterete la riserva naturale di Ses Illetes, nel punto più a nord dell’isola, vi troverete di fronte una lingua di sabbia estesa poche decine di metri e battuta dal mare su entrambi i lati. Vi verrà richiesto un esercizio assai noto: fiutare la direzione del vento per cogliere l’opportunità di scegliere la spiaggia migliore.

Se su un lato ci sarà burrasca dall’altro vi sarà garantita calma piatta. Cala Saona è un abbraccio del mare, godetevela osservandola all’ombra di un abbarbicato chiringuito mentre sorseggiate mojito.
La mattina presto (senza esagerare, a Formentera la vita inizia dopo le 10) raggiungete la spiaggia di Es Pujiols, ne approfitterete per raccogliere “il rumore del mare che rompe il silenzio” e fare un bagno nell’acqua fredda che vi tonificherà per l’intera giornata.
Il bagno stuzzica l’appetito e nell’omonimo paesino che affaccia sulla spiaggia (piacevole anche per lo shopping) potrete spaziare dalla paella sino alla nostrana amatriciana.
Passeggiate respirando a pieni polmoni sulla sterminata spiaggia di Migjorn, in questo luogo non è improbabile incontrare anche Madame Solitudine.
Se ancora non avete acquistato l’irrinunciabile calamita da piombare al frigorifero di casa, il candido paesino di Sant Francesc Xavier ve ne offrirà molteplici occasioni.
Pedalate assorbendo il salmastro delle saline per andare ad ammirare, in una delle numerose cale della Platya de Illettes o magari al faro di Cap Barbarian, un tramonto che sarà alba dei vostri più romantici sentimenti.
Ma il cuore, l’anima hippie, una delle ragioni che vi ha spinto ad intraprendere il viaggio la troverete a sud dell’isola.
Qualcosa magari l’avrete già cominciato a percepire incontrando i tanti naturisti presenti nelle varie spiagge ma è nel minuscolo paesino di El Pilar de la Mola che vi sentirete nuovamente “fricchettoni”.
E’ qui infatti che negli anni ’60 si formò la prima comune hippie. Era composta prevalentemente da ragazzi statunitensi fuggiti dalla guerra del Vietnam, da componenti dei “figli dei fiori” spaventati dalla deriva lisergica intrapresa dal movimento e da viaggiatori europei che, una volta visitata l’isola, avevano compreso di essere giunti alla meta.
Leggenda narra che anche Bob Dylan fece parte della comune per qualche mese e che frequenti fossero le visite dei Pink Floyd. Se andrete di mercoledì o domenica, dal pomeriggio e fino a tarda sera, la vivacissima piazzetta centrale del paese ospiterà un suggestivo e colorato mercato artigiano ispirato a quegli anni ed ai figli dei fiori.

Al centro della piazza, probabilmente, vi farà compagnia un gruppo musicale, dei poeti che declameranno le loro opere o magari una cantante che sembrerà essersi allontanata per qualche minuto da un set di Pedro Almodovar.
Ma non è ancora giunto il momento di fermarvi. Sarete curiosi di comprendere il motivo per il quale il ’68 si è fermato qui e per ottenerlo sarà necessaria ancora una breve pedalata. La strada è stretta, dritta, mai interrotta e si dirige in un’unica direzione: il Far de La Mola.

Ora che siete seduti ai piedi del faro, a guardare l’orizzonte che si curva, a vedere il profondo blu del mare salire verso il cielo, ad ascoltare le parole del vento, ad ammirare la sospensione del non-tempo, finalmente vi renderete conto che l'”On the road” di Kerouac poteva terminare qui.
Perché in questo posto la coscienza si espande, dilaga, corre e lo fa senza dover usare nessun tipo di stupefacente, che l’isola di Formentera è il luogo, a lungo cercato, dove finalmente poter incontrare l’estasi e la rivelazione.
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