di Patrizia Caiffa – Un aggettivo viene in mente appena vista Trieste: una città elegante, adagiata com’è sui monti del Carso e accarezzata dal mare, con gli antichi palazzi, le splendide piazze, i castelli e gli storici caffè che rendono speciale una vacanza in qualsiasi stagione.
Questo è un inverno di cambiamenti climatici, senza la bora che sembra essere scomparsa da qualche anno, con grande dispiacere dei triestini che amavano questo vento possente, capace di impedire con la sua forza una normale passeggiata.
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Trieste incanta e affascina chi la visita anche con i suoi cieli grigi e le temperature intorno ai 10 gradi, il mare piatto dello stesso colore dove stazionano imbarcazioni, velieri e pescherecci. Alle sue spalle i monti del Carso, che hanno visto scene di resistenza e guerra molto crudeli, tra cui i massacri delle foibe.
L’atmosfera è quella delle terre di frontiera – a pochissimi chilometri c’è la Slovenia e più oltre la Croazia – dove si parla l’italiano ma anche il friulano, anche se friulani e triestini della Venezia Giulia tengono a precisare le loro diversità: i friulani si definiscono grandi lavoratori e accusano i loro vicini di trascorrere la vita spassandosela.

E in effetti la sensazione, percorrendo le specchiate vie del centro, è che gli abitanti di Trieste si divertano! Davanti ad un caffè, ad un cocktail, a teatro, in una mostra, o semplicemente passeggiando per fare shopping.
“Accanto alla Trieste austroungarica è sempre esistita un’altra Trieste. Accanto alla città dei caffè letterari, della composta amicizia di Svevo e Joyce c’è sempre stata un altra città, morbida, disinvolta, picaresca, dai connotati quasi carioca.
C’è un edonismo antico, morale, nei triestini. E anche un vitalismo moderno un po’ easy-going, alla californiana. Trieste è una città meridionale, la città più meridionale dell’Europa del nord”,
scrive Mauro Covacich, nel suo libro “Trieste sottosopra” (Editori Laterza).
In effetti, sia per la collocazione geografica e urbanistica, sia per l’indole di chi ci vive (escluso il clima), ricorda molto Rio de Janeiro in Brasile e Cape Town (Città del Capo) in Sudafrica.
E’ una terra ricchissima di storia, cultura, enogastronomia e bellezza. Trieste è nota per essere la città dei caffè storici, luogo di ritrovo di intellettuali famosi tra cui James Joyce, Rainer Maria Rilke, Italo Svevo, Eugenio Montale, che l’hanno resa immortale nelle loro opere e le cui statue in bronzo ne ricordano il passaggio tra canali, strade e piazze.
E’ facile immaginare questi uomini di cultura intenti a parlare di libri e letteratura in uno di quei locali: Caffè San Marco, Caffè degli Specchi, Caffè torinese, Stella polare, Caffè Tommaseo.
Cosa vedere e fare
L’itinerario che vi consigliamo trova la sua base di partenza in un alloggio in centro, nel quartiere Cavana, o nella zona di Ponte Rosso e di Piazza dell’Unità di Italia. Qui ci sono vicoli e ristorantini di buona qualità e si può arrivare a piedi alle principali attrazioni della città.
Si può vedere e fare tutto in tre o quattro giorni.

La tappa d’obbligo è la splendida ed enorme Piazza dell’Unità d’Italia, forse una delle più belle piazze italiane perché affacciata sul mare. Respirando la vastità di quella bellezza ci si può concedere una sosta prendendo un caffè, una cioccolata calda o un aperitivo al tramonto nello storico e famosissimo Caffè degli Specchi.
Da lì – o viceversa – ci si allunga a sfiorare le onde del mare con una passeggiata sul Molo Audace, poi al bellissimo Canal Grande con le sue barchette che sembrano riposare dolcemente.

Poi si torna indietro per ammirare piazza della Borsa, piazza Verdi con il suo Teatro dell’Opera, piazza di Ponterosso, fino al Teatro Romano.
Da via del Teatro Romano è possibile salire a piedi o in ascensore (all’interno del parking San Giusto) fino al Colle San Giusto. Dall’alto del castello di San Giusto si può ammirare un panorama mozzafiato sul golfo di Trieste, imparando qualcosa in più sulle origini della città, che in epoca pre-romana si chiamava Tergeste e pare fosse abitata dal popolo celtico dei Carni. Nel castello di San Giusto c’è anche un museo delle armi (per chi è interessato) e un Lapidario tergestino con epigrafi e statue.
Accanto c’è la cattedrale di San Giusto e il museo Johann Joachim Winckelmann, dedicato al famoso archeologo e storico dell’arte tedesco, che amava Trieste e qui venne ucciso l’8 giugno 1768 da un cuoco pregiudicato che lo accoltellò brutalmente. Oggi il suo corpo riposa nella cripta comune della Confraternita del Santissimo Sacramento, presso il sagrato della Cattedrale di San Giusto a Trieste.
Sempre in città, tra le tante attrazioni si consiglia di visitare anche la Basilica serbo-ortodossa di San Spiridione, la sinagoga e l’Antico caffè San Marco, dove sostare piacevolmente tra libri e giornali, in atmosfere lente di altri tempi.
Vi consigliamo di dedicare una mattinata o un pomeriggio alla visita del bellissimo e romantico Castello di Miramare, a una decina di km dal centro, prima dell’ingresso in città. E’ un elegante edificio color bianco avorio con un porticciolo, collocato sulla punta di un promontorio carsico, realizzato in pietra d’Istria dall’arciduca Massimiliano d’Asburgo-Lorena o Massimiliano I (fratello dell’imperatore Francesco Giuseppe, il marito di Elisabetta d’Austria, più nota come principessa Sissi) e dalla sua sposa Carlotta Sofia di Sassonia-Coburgo, principessa del Belgio .

Intorno al castello c’è uno splendido parco di 22 ettari che insieme agli arredi interni è stato curato nei minimi particolari da Massimiliano e Carlotta, con piante anche esotiche provenienti da diverse zone del mondo. Per la progettazione si avvalsero dell’opera di Carl Juncker è del giardiniere boemo Antonn Jelinek.
All’interno vi sono 22 sale completamente arredate, una più bella dell’altra per finezza di tappezzerie, suppellettili, quadri e lampadari.
Dalle tante decorazioni floreali e dai libri di amanuensi in mostra emerge una grande amore per la botanica da parte dei proprietari. Massimiliano I fu nominato anche imperatore del Messico ma ebbe un destino infame trovando proprio lì la morte per fucilazione il 19 giugno 1867, tradito dalle potenze europee che lo abbandonarono.
Dopo la sua morte prematura la moglie Carlotta, in fragili condizioni psicologiche, si ritirò nel Castelletto, una costruzione nel giardino che ricostruisce in piccolo il Castello di Miramare, per poi tornare definitivamente in Belgio.

Meno visitato ma ugualmente interessante per la sua storia è il Castello di Duino, sempre sulla costiera, dimora privata dei Principi della Torre e Tasso. E’ stato eretto nel quattordicesimo secolo sulle rovine di un avamposto militare romano. Sono visitabili 18 stanze ma le attrazioni più interessanti sono la Scala del Palladio, il forte-piano del 1810 sul quale suonò Liszt e lo straordinario panorama sul golfo che si può ammirare dai bastioni esterni a picco sul mare e dalla terrazza panoramica della torre.
Un’altra mezza giornata può essere dedicata ad una spettacolare passeggiata con vista sul mare sulla Strada Napoleonica, sul Carso, che parte dall’obelisco di Opicina, una frazione di Trieste raggiunta anche da un antico tram a cremagliera.

E’ chiamata anche Strada Vicentina in onore dell’ingegner Giacomo Vicentini che ne progettò la realizzazione nel 1821 ma pare che a tracciare il sentiero furono proprio le truppe napoleoniche. Da qui parte anche il sentiero Nicolò Cobolli che arriva diretto al santuario di Monte Grisa, un percorso nel bosco più accidentato che si ricongiunge con l’altro e si può percorrere anche ad anello.
Consigliato anche un pranzo in una delle Osmize, case tipiche del Carso dove i proprietari offrono ai visitatori cibo autoprodotto come affettati, crauti con salsicce, cotechino o dolci, tutto fatto in casa. Sono aperte solo in alcuni periodi dell’anno, consultare prima il sito.

Se si è automuniti ci si può allontanare un po’ da Trieste per gite in giornata ad Aquileia, splendida cittadina conquistata e costruita dai romani. Sono ancora ben conservati i resti del Foro romano e del porto fluviale ma il fiore all’occhiello è la magnifica cattedrale, la Basilica di Santa Maria Assunta in stile gotico-romanico, con un enorme pavimento a mosaico di rara bellezza e una cripta completamente affrescata con dipinti di epoca medievale.

Nei dintorni si può visitare anche Cividale del Friuli con il suo Ponte del Diavolo e i suoi ottimi vini e birre oppure Palmanova, la città famosa per la sua pianta urbanistica a stella.
Mostre
Fino al 10 aprile 2023 da non perdere due bellissime mostre: The great communicator Banksy al Salone degli incanti, allestimento non autorizzato dal famoso street artist Banksy: spiega e in maniera eccellente i contenuti e i messaggi contro capitalismo, consumismo, guerra e discriminazioni veicolati dal genio anonimo di Bristol attraverso le sue opere; e la mostra sui Macchiaioli al Museo Revoltella.

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