[Best_Wordpress_Gallery id=”19″ gal_title=”Thailandia, ritorna il sorriso tra le ragazze strappate alla tratta”]
A Chiang Mai, nel nord della Thailandia, l’organizzazione no profit COSA (Children’s organization of Southeast Asia) lavora dal 2006 per la prevenzione del traffico di minori nelle tribù delle colline del nord. Attualmente nel centro “Baan Yuu Suk” vivono 27 ragazze: alcune sono state sfruttate, altre sono a rischio.
Le tribù del nord sono isolate, non hanno accesso a nessun tipo di servizio sociale, quelli sanitari sono scarsissimi. Un grosso problema è dato dal fatto che, non avendo uffici dell’anagrafe in zona, non hanno documenti d’identità e quindi non sono riconosciute dallo Stato thailandese.
I bambini vanno a scuola fino a 13 anni ma vivono in povertà estrema. Le famiglie spesso si ritrovano indebitate con gli strozzini, che propongono loro di vendere le figlie in cambio di un prestito, che le bambine ripagheranno con il tempo.
Una volta ricevuti i soldi le bambine cadono nella rete della tratta di esseri umani: vanno a lavorare nelle fabbriche in condizioni di sfruttamento o, peggio, nei giri della prostituzione.
Il fondatore di COSA, Mickey Choothesa, un fotografo thailandese che ha vissuto a lungo negli Usa, da quindici anni è riuscito a stringere rapporti di fiducia con i capo villaggi, supportando le comunità in diversi modi (aiuto sanitario, trasporto scolastico, ecc.). Sulla base di questa fiducia molti genitori mandano le figlie al centro, dove possono ricevere una istruzione e un passaporto thailandese.
Solo educando le comunità e salvando ragazza dopo ragazza si può fermare il traffico.
#thesegirlsmatters
Molte di queste bambine non hanno un posto sicuro a cui tornare: con una piccola donazione si può aiutare l’organizzazione a mantenere il centro aperto e contribuire alla lotta contro lo sfruttamento della prostituzione in Thailandia.
Per saperne di più: Vedi il video
La campagna di raccolta fondi è sul sito #thesegirlsmatters