di Claudia Babudri – Chi visita le campagne pugliesi potrebbe imbattersi in antiche strutture fortificate, figlie dell’evoluzione rurale nel Basso Medioevo, come il Casale di Balsignano.
Ubicato nel territorio comunale di Modugno, in provincia di Bari, il sito è posto a circa 3 km dal centro cittadino in direzione sud – est.

Il complesso è difeso da una duplice cinta muraria. Nel sito sono ancora conservati i resti del casale e delle chiese di Santa Maria di Costantinopoli e di San Felice.
La chiesa di Santa Maria, ampliamento di più antiche fabbriche benedettine tra XI e XII secolo, è composta da due ambienti tra loro ortogonali. L’antico prospetto era dotato di una facciata a capanna.
Il portale di accesso è sormontato da una lunetta con i resti affrescati di una Madonna con Bambino. Edificato a fine Duecento, ingloba i resti delle più antiche mura di cinta e di una torretta leggibile in corrispondenza del presbiterio.
Nel Quattrocento, Santa Maria fu dotata di pilastri per l’attuale volta sostituita all’antica copertura in legno. Più aulica ed estranea ai modelli rurali, la chiesa di S. Felice presenta due ambienti differenti tra loro. Interessante quello a nord, datato intorno al XIII secolo, coperto da due cupole a vela, posto in stretta relazione con i resti del porticato esterno.
Databili tra XIV e XV secolo, le mura della fortificazione presentano una serie di torrette difensive e una monumentale porta di accesso all’insediamento.
Tipico esempio delle fortificazioni minori in epoca basso medievale, il sito ha riportato tracce di un antico insediamento neolitico. Sono state ritrovate tre grandi strutture. Le prime due erano utilizzate per la cerealicoltura mentre la terza, recintata in pietra, sorgeva poco distante da alcune sepolture coeve.
Collocato nei pressi di Lama Lamasinata, il sito neolitico chiarifica la penetrazione delle comunità dalla costa verso l’entroterra attraverso vie naturali come le lame, resti di antichi fiumi prosciugati, importanti per l’approvvigionamento idrico.
Per quanto riguarda l’epoca medievale, le prime notizie sul casale risalgono al lontano 962 d.C . Distrutto dalla furia saracena, l’edificio fu ricostruito e donato all’abbazia di Aversa (Caserta, Campania).
A questo proposito, ricordiamo i resti del cenobio benedettino, databile tra XII e XIII secolo, periodo in cui Balsignano fu donato ai benedettini della Badia di S. Lorenzo ad Aversa.
Del cenobio rimangono due cortine murarie, una a sud e l’altra a nord anticamente affrescate. Soggetto a vari passaggi di proprietà sin dal XIII secolo, in pieno Trecento il sito fu teatro degli scontri tra filoangioini e filoungheresi per la successione al Regno di Napoli.
Fu distrutto nei primi del Cinquecento durante la guerra franco – spagnola per il dominio dell’Italia Meridionale.

Oggi il casale riposa quieto nella campagna pugliese, quasi nostalgico al pensiero dei tempi passati. Restaurato, Balsignano è visitabile e aperto al pubblico.