di Maria Rosaria Giordani – Ad Aquinum, una città laziale in provincia di Frosinone, sono stati fatti nuovi ritrovamenti in seguito a campagne di scavo iniziate nel 2009. Aquinum, colonia romana ai tempi di Ottaviano, Marcantonio e Lepido, risale al 212 a.c. ed è stata probabilmente fondata dai Volsci. L’area archeologica è tutt’ora oggetto di indagini archeologiche sempre più rilevanti e sorprendenti.
E’ di pochi giorni fa la notizia dell’apertura di “tre saggi di scavo nel settore a Nord del Balneum di Marcus Veccius (Terme Vecciane), ne sono emersi i resti dell’atrio di una grande domus con il pavimento in massetto e decorazione a losanghe, di una sala di una particolare forma circolare all’interno di un viridarium (giardino), di un’altra grande domus e i resti ben conservati di uno dei principali assi stradali urbani, un decumano parallelo alla via Latina e agli altri due decumani già portati alla luce negli anni precedenti (Via del Teatro e via delle Terme).

L’asse stradale, chiamato Via delle Domus ha quindi un’insolita ampiezza della carreggiata: raggiunge infatti i sette metri di larghezza ed è interamente lastricata con enormi basoli di calcare bianco”. L’annuncio è stato dato dal direttore Giuseppe Ceraudo, nel corso della tredicesima campagna di scavi dell’archeologo e da Veronica Ferrari, del Dipartimento Beni Culturali.
Le indagini, come si legge nel comunicato dell’Università del Salento, effettuate su concessione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le provincie di Frosinone e Latina, sono condotte in collaborazione con docenti e ricercatori dell’Università di Ghent in Belgio e la presenza quasi costante di studenti, che aiutano nei lavori di scavo dell’Università del Salento e di altre università italiane e straniere.

“Questi nuovi interventi sono la conseguenza diretta di una costante e intensa attività di ricognizione aerea mediante l’utilizzo di droni con sensori diversi, accompagnate da campagne di prospezioni geofisiche”, spiega Ceraudo.
“Le prospezioni mostravano la presenza di numerose strutture sepolte, riconosciute come i resti di grandi domus. Si tratta infatti dei quartieri residenziali della colonia romana, di una vasta area interessata da tre insulae (isolati). Quello portato alla luce in questa campagna di scavi è

una scoperta fondamentale per la ricostruzione e per la definizione dell’impianto urbano della grande città romana, estesa oltre cento ettari, la megale polis di Aquinum, così come viene citata da Strabone”.
“Nel primo scavo archeologico, che risale al 2009, sono emerse le Terme con il Tepidarium, e Frigidarium, da un’iscrizione sulle mura di Marcus Veccius, si è capito il perché del loro nome, Veccia – spiega a B-Hop magazine il funzionario della sovrintendenza del ministero beni culturali, Carlo Molle.

”Probabilmente – aggiunge -, vista la posizione centrale all’interno della colonia, sono da mettere in connessione con il Foro. Lì, scavando, all’angolo del porticato nel punto in cui si connetteva con una strada, dopo una ricognizione con i droni, sono state rinvenute tre teste scolpite nel marmo che appaiono abbastanza ben conservate, di un periodo tra l’età Augustea e la Giulio Claudia.
“Recentemente l’archeologo Ceraudo ha confermato che una delle tre è la raffigurazione di Cesare Aquino”, sottolinea il funzionario, “la seconda è quella di una donna con il volto velato ancora da identificare mentre l’ultima sembra essere una delle rarissime raffigurazioni di Ercole, probabilmente appartenenti ad un periodo storico tra l’età Augustea e la Giulio Claudia. Certo saranno necessarie altre indagini”.

I resti dell’antica città romana, che occupano un vasto territorio nelle campagne di Castrocielo ed Aquino, fanno parte della colonia di Interamna Lirenas costruita dai romani contemporaneamente alla via Latina nel 312 a.c., come base per la guerra contro i Sanniti.
Aquinum rimase sempre fedele all’impero romano, fu per questo premiata in epoca repubblicana con la concessione di battere moneta, con la possibilità di espandersi tramite la costruzione della via Latina.

E’ emozionante camminare su strade antiche di basoli, tra i resti di quest’antica città, famosa per le sue porpore e per aver dato i natali al poeta Giovenale, perché si intravedono sempre meglio, grazie agli scavi, l’Anfiteatro, la chiesa della Libera (sicuramente un derivato della Dea Libera) ed altri reperti minori, che attendono di essere scavati per rivelare altri tasselli di case, giardini, strade.
Gli edifici della città romana furono abbandonati durante le invasioni barbariche e servirono per diversi secoli da cava di materiale per costruzioni. Sia il castello dei Conti, sia la chiesa della Madonna della Libera, sia il medievale monastero di San Gregorio, furono edificati con il materiale prelevato dalla città romana di Aquinum, semidistrutta alla fine del VI secolo dai Longobardi.

Info: Per raggiungere il sito in macchina da Roma si prende l’autostrada verso Napoli, si seguono le indicazioni per Napoli, fino all’uscita di Pontecorvo, verso Pontecorvo-Castrocielo, dopo 1 Km circa si arriva ad Aquinum. (articolo di Maria Rosaria Giordani)