di Patrizia Caiffa – Le cascate di Chia, nel viterbese, vicino a Soriano nel Cimino e all’omonimo borgo medievale di Chia, sono l’ideale per una bella passeggiata o gita alla scoperta di un luogo poco conosciuto nel Lazio ma ricco di storia e fascino.
Chiamate anche cascate di Fosso Castello, dal nome del torrente, offrono la possibilità di vedere nello stesso itinerario anche la Torre Pasolini (o Castello Pasolini), di proprietà degli eredi del grande scrittore e regista. Qui Pier Paolo Pasolini girò alcune scene del film “Il Vangelo secondo Matteo”.

La zona è caratterizzata da insediamenti etruschi, romani e medievali. L’ingresso al sentiero che porta alle cascate è attualmente chiuso ma si trovano i modi, più o meno fantasiosi, per entrare in questo interessante territorio naturalistico, gestito da una associazione locale. E’ proibito parcheggiare sulla strada adiacente perché pericoloso. Ma in attesa di un parcheggio – che dovrebbe realizzare la Regione Lazio – non c’è altra soluzione.
Il sentiero non è segnato, quindi bisogna orientarsi seguendo l’intuito, ascoltando il rumore dell’acqua o chiedendo ad altri visitatori. A seconda della strada scelta si può visitare prima la cascata o la Torre di Pasolini.
Per chi sceglie la seconda opzione, inoltrandosi tra fiori gialli e viola o papaveri rossi, compare all’improvviso il profilo austero della torre medievale, cupa e scura, che evoca inquiete fantasie storiche.
Purtroppo anche questo cancello è chiuso. La torre risale alla metà del XIII secolo ed è visitabile solo in particolari periodi dell’anno.
Tornando indietro sul sentiero principale e girando a sinistra si scende verso le cascate, costituite da tre salti d’acqua su grigi basolati di pietra.

Preferibile non visitarle di domenica, visto l’alto afflusso di consistenti gruppi e famiglie. Il torrente Castello, che nel Medioevo veniva utilizzato per l’attività dei mulini, in questi giorni non sembra molto pulito, perciò la folla e l’acqua torbida rendono meno attraente
un luogo che in migliori condizioni sarebbe di sicuro fascino storico e naturalistico.
A lato del salto principale spicca infatti una sorta di caverna scavata nella parete rocciosa, chiaro segno della presenza etrusca, che qui come in altri territori della Tuscia celebravano i loro magici e misteriosi riti per ossequiare le divinità.

L’intero percorso si estende per circa 7 chilometri. Tra gli altri punti di interesse, una vista panoramica sulla valle del Tevere e l’area archeologica di Santa Cecilia con la piramide etrusca. Tutti itinerari da appuntare per future scoperte.