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Home L'altrove

Il Cammino di Santiago, la via dei pellegrini per la pace

E' stato prorogato a fine 2022 l’Anno Xacobeo straordinario, un primo bilancio

di Massimo Lavena
15 Marzo 2022
in L'altrove
Tempo di Lettura: 6 mins read
51 2
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verso Santiago - Foto Domenico Lavena

verso Santiago - Foto Domenico Lavena

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di Massimo Lavena – “Buen Camino!” augura Valentino Pisegna, Commendatore per l’Italia dell’Orden del Camino de Santiago de Compostela: è il saluto rituale che tutti i pellegrini che si recano alla Tomba di San Giacomo Apostolo, nell’estremo ovest atlantico della Galizia, si sentono rivolgere da chiunque incontrino: abitanti dei borghi attraversati lungo il percorso, altri pellegrini con i quali condividere tratti di percorso o gli ostellanti dei tanti alloggi, spartani ma sempre confortevoli, che offrono riparo e riposo.

“Questo anno che si conclude è stato speciale e difficile per il Camino – racconta Pisegna -.  Speciale in quanto si è vissuto l’Anno Santo Xacobeo 2021, come viene definito familiarmente in Galizia: è giunto al termine ed è tempo ora di bilanci”.

Il Commendatore de l’Orden de Santiago de Compostela per l’Italia, Valentino Pisegna

Come sono andate esattamente le cose per il Cammino di Santiago in questo Anno Santo? “Sebbene numerosi pellegrini abbiano attraversato la Porta Santa della cattedrale di Compostela, quello del 2021 non è stato un anno giubilare da record, come era accaduto in passato, quando il flusso dei pellegrini, attraverso i vari percorsi che li conducono sino alla tomba di Giacomo, era costante, anche nei mesi più rigidi dell’anno”.

Secondo il Commendatore de l’Orden del Camino è stato però un anno importante: “Perché si è trattato comunque di un impulso al ritorno alla normalità dopo il dramma della pandemia e del lockdown nel 2020, e con tutte le limitazioni che comunque hanno caratterizzato tutto il 2021″.

Il Cammino di Santiago ha saputo tener testa alla pandemia: “lo dimostrano gli oltre 178.000 pellegrini che hanno richiesto la Compostela – racconta Pisegna – il documento che certifica il compiuto pellegrinaggio alla tomba dell’Apostolo San Giacomo. La Spagna è stato il Paese con più presenze, al secondo posto troviamo l’Italia, seguita da Germania e Portogallo“.

In cosa consiste l’Anno Santo Compostelano? “Si celebra l’Anno santo Xacobeo ogni qualvolta il 25 luglio, festa di San Giacomo, cade di domenica e questo accade con una sequenza temporale ogni 6, 5, 6 e 11 anni.

Il Giubileo viene inaugurato con l’apertura della Porta Santa da parte dell’Arcivescovo di Santiago il 31 dicembre dell’anno precedente, e rimane aperta per i dodici mesi seguenti per permettere ai pellegrini desiderosi di ottenere l’indulgenza dei peccati, di entrare nella cattedrale”.

Valentino Pisegna al XXV Capiyolo generale dell’Orden de Santiago de Compostela

“Gli ultimi anni santi – aggiunge il Commendatore – sono stati quelli del 1993, del 1999, del 2004, e del 2010.

Nel Medioevo i pellegrini giungevano a Santiago per ottenere le indulgenze per loro stessi, per una persona ammalata o defunta, che rappresentavano.

Con l’Istituzione dell’Anno Santo giacobeo da parte di Papa Callisto II nel 1122, potevano ottenere l’indulgenza plenaria anche i pellegrini che in un anno normale visitassero la cattedrale il 25 luglio, festa della passione dell’Apostolo Santiago, e il 30 dicembre, festa della sua traslazione in Galizia del corpo del Santo Apostolo.

A causa della delicata situazione che stiamo continuando a vivere e delle ripercussioni sociali, Papa Francesco ha prorogato l’Anno Santo ed esteso la possibilità di attraversare la Porta santa fino al 31 dicembre 2022“.

L’Anno Santo 2021 ha coinciso con il settimo centenario della morte di Dante Alighieri. La Divina Commedia – dice Valentino – parla di noi, dell’essenza profonda dell’uomo, fatta di avidità, debolezze, smania di potere, violenza, cupidigia e cadute, ma anche di atti di nobiltà e generosità”.

L’Anno Xacobeo straordinario 2022 “sarà di sicuro il Giubileo della Rinascita e della Speranza che oggi, tempo di pandemia, è rappresentata dai vaccini anti Covid-19, dagli sforzi degli operatori sanitari, dal sacrificio di tanti volontari se opportunamente supportati dalla fede e dalla carità”. 

Ancora di più la speranza si impone nella società del nostro tempo, in questo periodo di grave crisi, “cercando di superare i nostri punti di debolezza – aggiunge Pisegna -: le attività di supplenza delle istituzioni del continente europeo – che per oltre un millennio ha conosciuto il passo lento dei viandanti diretti al Sepolcro dell’Apostolo Santiago – non consentono di risolvere con decisione i tanti problemi che ci affliggono. Lacune che si sono rivelate nel momento in cui la pandemia si presentava con tutte le su criticità; e ancor più in questi ultimi giorni in cui la Russia ha invaso l’Ucraina. Oggi abbiamo capito con maggior chiarezza che i fenomeni globali non bussano alla porta, ma entrano in casa violentemente e possono far male. Nessun Paese europeo può rispondere da solo alla crisi che il mondo globale ci impone”.

Tra chi ha vissuto l’esperienza del Cammino di Santiago c’è la cantante sarda Claudia Aru (di Villacidro, il “Paese d’Ombre “ di Giuseppe Dessì). Ha lasciato una riflessione su Facebook che si lega  al pensiero di Dante sulla speranza:

“Non esiste una velocità giusta, esiste ciò che è giusto per noi. C’è chi è fatto per fare il velocista, chi è fatto per passeggiare e chi sta benissimo sul divano.

E noi non siamo nessuno per dire chi sbaglia e chi fa bene.

Io ho scelto di seguire finalmente il mio passo perché ho scoperto che ce la posso fare anche da sola, questo non vuol dire che non voglio persone accanto, assolutamente, sentirsi amati e sostenuti è fondamentale, ma vuol dire che devo fare ciò che è giusto per me per stare bene con me stessa prima di tutto e, di conseguenza, per stare bene con gli altri.
Ho scoperto che ci si ama anche se non si sta appiccicati, se non si fanno le stesse cose, se si è diversi, se si cammina a velocità differenti, perché così facendo rispettiamo più noi stessi e, automaticamente, gli altri. È bello incontrarsi perché ci va, e allora a quel punto si adatta il proprio passo un momento per godersi il camminare insieme consci e consapevoli che però ciascuno ha la sua strada. Io voglio imparare a camminare da sola ma avendo la certezza che, dietro quell’angolo, c’è quello sguardo amorevole che mi conforta e allora mi fermo, me lo godo e mi faccio pure abbracciare, che abbracciarsi fa tanto bene. Forse non è vero che ci si ama anche così, forse è vero che così ci si ama anche di più“.
Il Botafumeiro, lo spettacolare turibolo della cattedrale di Santiago
“I pellegrini hanno sempre camminato al fianco di altri pellegrini in tempo di pace e di guerra – conclude il Commendatore-, il Cammino di Santiago era ed è simbolo di pace, di sapienza, di ricerca della verità. I pellegrini non si chiedevano per chi combattessero un tempo o di chi eran fedeli, ma si auguravano sempre quel Buen Camino che era ben di più di un semplice augurio per non aver fatica, per avere salute e per concludere in fretta la strada.
Buen Camino è l’augurio per la vita e per la fratellanza. Buen Camino è la speranza nella pace, nel nome di Santiago”.
Il giallo e l’oro del simbolo di Santiago de Compostela richiamano i colori della bandiera dell’Ucraina
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Massimo Lavena

Massimo Lavena

Cagliaritano, nato il giorno della befana del 1966. Io b-hop perché ho sempre amato mangiare e cucinare, la musica, lo sport, il cinema. Sogno un giorno di andare in Namibia, o nella Terra del Fuoco, o nello Saskhatchewan, o in Nuova Zelanda. Sognavo anche di andare nelle Isole Svalbard, ma adesso è vietato, troppi orsi bianchi! E non essendocene in Sardegna non saprei come comportarmi.

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