di Pierluigi Masi – Offrire un resoconto dettagliato e sempre aggiornato dei nostri tentativi di contrastare il cambiamento climatico o, nella peggiore delle ipotesi, fornire queste informazioni a chiunque verrà dopo di noi.
Quella che sembra la trama di un film di fantascienza è invece l’idea che sta alla base di Earth Black Box, un progetto nato in Australia.
Il nome scelto è estremamente utile per capire a fondo il fine ultimo di questa iniziativa: la scatola nera dell’umanità, l’impronta da lasciare a chi un giorno potrebbe trovarsi nella condizione di capire cosa ci ha portati all’epilogo, così come le scatole nere degli aerei ci aiutano a ricostruire i minuti precedenti allo schianto.
Earth Black Box nasce da un’idea dell’agenzia di comunicazione Clemenger BBDO, che affronterà la realizzazione finale in coordinamento con l’università della Tasmania e con il collettivo artistico Glue Society.
Posizionata in Australia, nello specifico sulla costa occidentale della Tasmania, la scatola nera dell’umanità avrà la forma di un imponente monolite: 10 metri di lunghezza, 4 di altezza e 3 di profondità; pareti in acciaio spesse 7 centimetri e mezzo a sbalzo di granito; dischi rigidi a riempire la struttura alimentati a pannelli solari, con batterie di riserva e una connessione ad internet stabile.
La realizzazione finale è prevista entro la fine del 2022 ma i dischi rigidi, vero e proprio cuore di Earth Black Box, hanno iniziato il loro lavoro di raccolta dati da novembre 2021, data di inizio simbolica e basata sulla COP26, la conferenza internazionale sul clima svoltasi a Glasgow.
I dischi rigidi incamereranno tutte le informazioni ed i dati scientifici relativi al cambiamento climatico e allo stato di salute del nostro pianeta, ma non finisce qui: un algoritmo selezionerà anche tutte le informazioni di natura comunicativa da registrare, come articoli, argomenti di tendenza sui social network, scelte e prese di posizione politiche, tutte le informazioni contestuali in grado di dare un’indicazione su cosa si è scelto di fare e di non fare in tema ambientale.
Al termine della realizzazione della struttura l’enorme archivio contenuto in Earth Black Box
potrà essere consultato in qualsiasi momento, fornendo, come sperano gli ideatori del progetto, una continua motivazione a fare tutto ciò che è necessario per la salute del nostro pianeta.
Attualmente la memoria per la registrazione dei dati è ideata per coprire i prossimi 50 anni ma l’intenzione è quella di ampliare questa durata.
“il finale della storia è completamente nelle nostre mani”,
sono queste le parole in cui ci si imbatte sul sito ufficiale di Earth Black Box:
non ci è dato sapere chi vedrà o gestirà questo finale, ma sicuramente in questo modo verrà fornita la possibilità di imparare dai propri errori come mai prima d’ora.