di Patrizia Caiffa – Una leggenda di Rutilio Namaziano narra che una divinità con le fattezze di un toro, raspando il terreno con lo zoccolo, fece scaturire acqua calda e sulfurea: è questa l’origine del nome delle Terme Taurine o di Traiano dal nome del famoso imperatore romano che fondò il porto di Civitavecchia, in origine Centumcellae. A 60 km da Roma, un parco archeologico ancora poco conosciuto, tutto da scoprire.

Le terme sono state costruite inizialmente intorno all’80 a.c., in età repubblicana, quindi ampliate in età imperiale da Traiano nel II secolo d.c. Le due aree si distinguono chiaramente perché la prima parte è in opus reticolatum, l’altra in laterizio.

I volontari della Pro loco Civitavecchia si alternano per tenere aperto il sito archeologico, visitabile ogni giorno dalle 9.30 alle 13.30. Con grande passione e amore per il proprio territorio si soffermano all’ingresso per spiegare la mappa del parco e raccontare alcune curiosità.

Nella parte più antica c’è una nicchia con una stele e una scritta in greco: l’autore è Alcibiade, un liberto, ossia uno schiavo liberato. Sembra che abbia chiesto una grazia per essere guarito da alcune infermità e qui lasciato una sorta di ex voto rappresentata dalla statua di una ninfa, che però è stata rubata.
Anche l’acqua termale non c’è più perché captata dalle abitazioni dei dintorni. Chi volesse farne esperienza può recarsi nel vicino complesso termale della Ficoncella, le cui virtù terapeutica per pelle e ossa sono ritenute da molti “miracolose”.
Purtroppo in questi giorni è accesa la polemica sull’avvio di nuove perforazioni per favorire una iniziativa imprenditoriale privata che intende realizzare una Spa in zona.

Nascosto tra le rovine è possibile ammirare anche un tombino originale romano perfettamente conservato.
Colpisce la splendida architettura delle vasche romane – tepidarium, calidarium e frigidarium – appositamente studiata per mantenere l’acqua alla stessa temperatura e livello.
Si può immaginare anche quel che resta di una sauna, mosaici originali, sale massaggi e addirittura una biblioteca e stanze da letto per consentire agli ospiti di dormire la notte, una specie di B&B di età imperiale.

I volontari della Pro loco hanno anche ricostruito un giardino di età imperiale, con laghetti, statue, piante verdi e alberi. Gli ulivi sono stati distrutti dalla neve imprevista dello scorso inverno.

Passeggiando tra i pini secolari, respirando la frizzante aria di mare che arriva dal vicino Golfo di Civitavecchia, è facile fantasticare sulla beata vita degli antichi patrizi romani, che non si facevano mancare (a ragione) oziosi piaceri, cura del corpo e benessere.

Per i romani contemporanei è l’occasione per una bella gita domenicale fuori porta. Concludendo la giornata nel piccolo centro storico medievale di Civitavecchia – di cui vi racconteremo nei prossimi articoli altri segreti – con una gustosa mangiata di pesce e una passeggiata tra i bastioni del porto e il lungomare.

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