(di Anna Attolico) – Di fronte ad un problema che domande ti fai? Ogni giorno nella nostra mente ci poniamo un’infinità di domande e di quesiti.
Ci sono domande che ci permettono di trovare risposte e soluzioni e domande che invece sono un vicolo cieco e non portano da nessuna parte.
E’ importante distinguerle e dirigere i nostri pensieri verso la formulazione di domande giuste. Quali sono le domande giuste? Quelle che ti permettono di trovare delle soluzioni e ti traghettano da dove sei adesso a dove vorresti andare.
Le domande si dividono quindi in due tipologie: quelle che potremmo definire inutili che ti fanno perdere tempo e le domande giuste, che ti fanno trovare presto la risposta.
Alcune delle domande “inutili” che spesso ci poniamo sono:
- Perché capitano tutte a me?
- Perché sono sempre senza soldi?
- Perché incontro sempre gli uomini sbagliati?
- Perché sono sempre infelice?
Alcune domande “giuste” potrebbero invece essere:
- Come posso essere più felice?
- Come posso trovare la persona giusta per me?
- Come posso crescere e diventare una persona migliore?
- Come posso guadagnare di più?
Come vedi è molto semplice: tutte le domande che cominciano con un “perché” e hanno a che fare con qualcosa di negativo non funzionano e sono inutili perché per il tuo cervello è come arrivare ad un vicolo cieco. Non si va più avanti.
Le domande in cui esiste un “come” ti permettono di uscire da quel vicolo cieco
e ipotizzano già nella domanda un traguardo felice. In questo modo aiutano il tuo cervello ad attivarsi per trovare la strada giusta. Perché la soluzione giusta a volte è sotto il nostro naso e dobbiamo semplicemente aprire meglio gli occhi.
Hai mai sentito la frase: “chi domanda comanda? E’ proprio così!
Non è chi racconta mille cose a cena che comanda la conversazione ma chi pone domande, perché dirige la conversazione anche degli altri dove vuole lui.
Abbiamo una sola bocca e due orecchie per cui il tempo di ascolto dovrebbe essere il doppio del tempo in cui parliamo. Potresti, in un gruppo, aver posto solo una domanda all’interno di una discussione di 4 ore e poi essere rimasto zitto, ma se è stata la tua domanda a generare il confronto, tu hai comandato.
Il potere delle domande è quindi molto forte perché è in grado di condizionare una discussione intera.
Con una domanda puoi dirottare la conversazione dove preferisci.
Le domande così come il linguaggio hanno un profondo impatto nelle nostre vite. A volte basta cambiare anche una sola parola per modificare gli schemi mentali e la tua vita. Credi sia un’esagerazione? Non è così! Il modo in cui parli si trasmette ai tuoi pensieri e successivamente si trasmette alle tue emozioni e tutto questo diventa la tua realtà.
Per cui se vuoi cambiare la tua realtà, cambia il tuo linguaggio. Scegli dei termini diversi.
Madre Teresa di Calcutta non partecipava alle marce contro la guerra e diceva: “invitatemi alle marce a favore della pace”.
Le parole hanno quindi un effetto. Ti ricordi il film “Forrest Gump”? Cosa dice Forrest quando si ferma, dopo aver corso per tanto tempo?
Forrest Gump dopo aver corso per 3 anni, 2 mesi, 14 giorni e 16 ore si ferma, si gira verso le persone che lo stavano seguendo e dice: “Sono un po’ stanchino”. Incredibile!
Noi a volte dopo una giornata di lavoro diciamo: “Sono a pezzi”, “Sono devastato”, “Sono distrutto”, “Sono da buttar via”.
Queste espressioni amplificano la tua stanchezza.
Non dire: “non voglio problemi”, piuttosto dì: “sto trovando le soluzioni!”
Non parlare in negativo. E’ un modo per attirarlo in quanto il nostro cervello non concepisce la negazione e quindi ti darà esattamente ciò che non vuoi.
Se tutti i giorni nel tuo dialogo interno dici a te stesso “non voglio soffrire”, “non voglio rimanere senza soldi”, “non voglio ammalarmi”, ciò che stai facendo è attirare esattamente mancanza, malattia e sofferenza.
Prova a stare attento al tuo linguaggio e verifica quante parole pronunci ogni giorno di cose che non vuoi attirare nella tua vita: stanchezza, rabbia, risentimento.
Se vivi l’emozione della rabbia potresti dire “sono furioso” oppure potresti dire “sono un po’ infastidito”. Non ci crederai ma se pronunci la prima espressione ti senti sempre più arrabbiato e se pronunci la seconda, rendi sempre più piccolo e insignificante il tuo stato d’animo.
Nel nostro quotidiano non ce ne rendiamo conto ma utilizziamo spesso delle “parole killer”.
Ad esempio quando telefoni a qualcuno e dici: “Scusa il disturbo” stai utilizzando la parola “disturbo” che è di per sé disturbante e non facilita la comunicazione. Potresti invece sostituirla con “E’ un buon momento?” oppure cominciare subito la conversazione. Se non è un buon momento è l’interlocutore che ti dirà di richiamarlo o ti richiamerà lui ma evita la parola killer “disturbo”.
Se vuoi migliorare al più presto la tua vita sostituisci alcune parole e poniti le domande giuste!