di Marianna Mandato – Bentornati alla parola Amore. Ripartiamo dai due verbi che le sono “figli”, innamorarsi e amare. Come si diceva nella prima parte di questo articolo, essi, proprio in quanto verbi, per poter riempire la parola amore e dargli senso nella realtà, suggeriscono l’azione,
Ci innamoriamo (verbo) e amiamo (altro verbo).
Si tratta di due azioni molto diverse tra loro. Innamorarsi indica un’azione involontaria e il verbo che la denota è un verbo riflessivo, “in – amorare – sé”, “amare in sé”. Significa che l’amore invade se stessi, l’amore ci cattura, ci fa suoi.
L’innamoramento si verifica senza la nostra volontà.
Innamorarsi indica qualcosa che non si sceglie. Dunque non dipende dalla ragione, “mi innamoro perché….”. Un vero incantesimo, una specie di magia.
Se si scegliesse razionalmente di innamorarsi, si potrebbe scegliere anche chi amare, e allora, beh, diventerebbe un’altra cosa, non quella che in genere si sperimenta come innamoramento.
L’incantesimo dell’innamoramento non lo blocca nessuno. È troppo veloce, troppo potente. Noi siamo le sue prede. La mente non riesce a fermarlo. Proprio così, la mente inizialmente non è in grado di fare niente. È completamente in balìa del corpo. Una valanga.
Insomma, l’amore acceso dall’innamoramento brucia dentro, proprio come un incendio improvviso, in un punto indefinito del corpo, anche quando non lo vogliamo o non lo vorremmo. Già, perché l’amore è un po’ birichino e non ci fa innamorare soltanto di chi in qualche è modo è lecito innamorarsi. Di coloro di cui possiamo innamorarci.
L’amore, ohinoi, non segue le regole sociali. Né quelle etiche nella scelta del soggetto di cui ci si innamora, nonostante la sua definizione contenga comunque elementi basilari come giustizia, bontà e onestà.
Amare invece implica coscienza, una consapevolezza, un impegno volontario.
Tanto che se diciamo a qualcuno “ti amo”, allora già ne siamo innamorati, lo sappiamo. Significa che prima ce ne siamo innamorati, anche senza volerlo coscientemente, e che poi abbiamo iniziato ad amarlo con consapevolezza. Facciamo delle cose per amarlo. Per amare.
Amare vuol dire continuare ad agire nel tempo. Senza l’impegno nel tempo, il verbo perde la sua forza e il suo significato. Amare va oltre l’innamoramento, che invece spesso contiene un ché di transitorio e limitato nel tempo.
Ma amare che vuol dire? Ce lo spiega sempre la parola Amore.
Che cosa contiene la parola amore? vale a dire, secondo l’esempio dei palloncini fatto nel primo articolo, come si gonfia questo palloncino amore nella realtà per darle senso? Qual è la sua sostanza?

Prima fra tutte, la parola desiderio, che indica appunto il volere, il desiderare. Sia fisico, sia mentale. Insieme alla passione, all’attrazione, alla bellezza in senso più ampio, alla bontà, all’onestà, alla giustizia, appendice della bontà. Una calamita in positivo oltre misura, insomma.
D’altra parte, la nostra parola amore ha i suoi progenitori nella parola sanscrita Kama, che significa proprio tutto questo al massimo grado.
L’amore dunque, è sempre legato al desiderio. Sì, desiderio, insieme al suo verbo attivo desiderare sono per l’amore parole, e dunque, sostanze, da cui trae costante alimento.
Parleremo delle singole parole contenute nella parola amore nei prossimi articoli.
Basti dire per ora che la parola desiderio si nutre dei sensi, è fatto di olfatto, vista, udito, tatto e gusto (non va dimenticato che le parole sono fisiche). Insomma, ci sono tutti. E inebria la ragione spingendola ad agire.
Il desiderio amoroso coinvolge mente e corpo all’unisono. E unisono vuol indicare due suoni che vibrano insieme, come fossero un unico suono. Come due note musicali che producono insieme un suono nuovo. Meraviglioso. Bellissimo. Ed ecco la bellezza. L’amore ne è l’espressione.
L’amore non contempla nulla di brutto. Non lo contiene.
Il brutto è contenuto nell’amore non corrisposto, ma quello, per definizione, è una mancanza. Non è colpa dell’amore, né della parola che lo veicola, se lì dentro c’è del brutto. Tant’è che nello stesso contenitore di amore non corrisposto troviamo la rabbia, l’ossessione, la tristezza, smania, nervosismo, irascibilità, ma tutte hanno come caratteristica una mancanza che non si può colmare.

Insomma, voler amare qualcuno quando non lo si può raggiungere subito, ahi ahi, oppure essere attratti, desiderare qualcuno che non ci corrisponde o che non sia in qualche modo lecito amare è un macello, rende più chiaro quanto sia forte quel desiderio amoroso. Crea una voragine nello stomaco che fa pulsare gli organi digerenti rendendoci soggetti ansiosi e tendenzialmente un tantino arrabbiati e bisognosi costantemente di un buon diger selz o un sano protettore per lo stomaco.
La mente inizia a sembrare piccolissima giacché non riesce più a contenere che uno unico e costante pensiero che non si risolve mai. Che sbatte da una parte all’altra della scatola cranica come le scrittine degli screensaver. Scuotere la testa ogni tanto per guardare attorno la realtà aiuta ma risolve ben poco. E di ricette utili non se ne trovano neanche su internet.
Approfondiremo ancora nel prossimo articolo.
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