di Giulia Segna – La Corsa contro la Fame, promossa dalla Ong Azione Contro la Fame Italia (ACF), è il progetto didattico più grande al mondo. L’iniziativa combina sport, cittadinanza attiva e solidarietà, è gratuita e prevede una serie di incontri con esperti di cooperazione internazionale, una raccolta fondi gestita direttamente dagli studenti e una corsa conclusiva non agonistica.
Inaugurato nel 2014, il progetto ha visto crescere costantemente la partecipazione degli istituti di ogni ordine e grado. L’edizione italiana di quest’anno, conclusasi qualche giorno fa, ha contato 1500 scuole aderenti, per un totale di 200 mila giovani. A livello mondiale, le scuole registrate hanno raggiunto quota 67.500, con 8,5 milioni di studenti.

L’obiettivo della Corsa contro la Fame è sensibilizzare gli studenti circa la piaga della malnutrizione, specialmente infantile. La mission di ACF infatti, è quella di contrastare la fame nel mondo, che oggi affligge più di 828 milioni di persone.
“Non pietismo ma informazione”, precisa Giulia, una operatrice. “Gli incontri in classe con gli studenti – corredati da foto e video girati nei paesi dove opera l’organizzazione – non sono pensati per suscitare tenerezza ma per fare (e farsi) domande. Il dialogo con i ragazzi è impostato in modo da innescare un senso critico e di correponsabilità rispetto a certe condizioni di vita”.
La malnutrizione è raccontata come il risultato di diverse cause, endemiche e concatenate, come le guerre, i cambiamenti climatici, la povertà, lo sfruttamento delle risorse ambientali, la scarsità di acqua, le disuguaglianze sociali, le malattie.

Attivismo e partecipazione, quindi, le parole chiave dell’iniziativa: ad ogni alunno è distribuito un passaporto solidale attraverso cui sensibilizzare, a sua volta, familiari e amici. Dopo aver ascoltato le testimonianze degli studenti, “gli adulti di casa” hanno l’opportunità di sponsorizzarli in occasione della corsa finale, tramite una quota simbolica scelta in autonomia, da moltiplicare per i giri di corsa effettuati. La raccolta fondi, così ideata, diventa un importante momento di cittadinanza attiva, che possa guidare e ispirare i giovani anche in futuro, al di là del progetto.
La fase della corsa è senz’altro la più divertente: sotto l’occhio attento di maestri e professori, centinaia di alunni suddivisi per età, si impegnano a compiere quanti più giri possibili per aumentare le donazioni promesse dalle famiglie.
Studenti durante la Corsa – credits: ACF”Il progetto mi piace molto perché mi diverto e allo stesso tempo aiuto dei bambini in difficoltà”, racconta entusiasta Simone, alunno della primaria. “Io vorrei fare questo lavoro da grande! Vorrei che nessuno stesse male perché ha poco cibo o vive in guerra. Non è giusto”, aggiunge la compagna Rebecca.
A conferire ancora più prestigio al progetto, i patrocini di numerose istituzioni nazionali e mondiali come il CONI, l’UNICEF, l’UNHCR, e la collaborazione con diverse associazioni di promozione sociale. Tra quelle di quest’anno, anche B-hop.
