di Kenji Albani – Nella cornice di un bar varesino, un martedì di maggio, porto gli scacchi dei Simpson per fare una partita amichevole con qualcuno.
Immagino abbiate detto: “Come, gli scacchi dei Simpson?” Esatto, sono gli scacchi dei Simpson. Acquistati quindici anni fa un sabato pomeriggio di aprile, non li ho mai usati, anzi a nessuno ho mai detto di possederli, stavano in un cassetto dall’estate del 2012 (credo), cioè l’ultima volta che li ho tirati fuori.
Ma questa sera è particolare. Sono a uno scambio linguistico, le Language Nights, e l’organizzatore ha stabilito che questo martedì è dedicato ai giochi da tavolo. Un’ottima occasione per rispolverare la mia scacchiera.
Mi metto d’accordo con un mio coetaneo dell’Europa orientale per una partita. Lui è un ragazzo tranquillo, che fa un lavoro molto interessante, tant’è che per un periodo credevo fosse un agente segreto.
Gli chiedo chi vuole tenere. Mentre beve un drink, decide per i neri. Io sarò il bianco. Le pedine sono al loro posto, c’è solo un piccolo equivoco sulla posizione di re e regina, lui dice che il re dev’essere davanti al re avversario, non si tratta di mettere il re davanti alla regina.
Okay.

Inizia la partita
Inizio con le mie mosse. Muovo due fanti (interpretata da Meggy, la piccola di casa Simpson) e lui mi chiede perché ho fatto questa mossa. Gli spiego che all’inizio si possono muovere due fanti di una casella, oppure un fante di due caselle.
Tutto a posto.
Dopo che ho aperto il mio schieramento… Da notare, la posizione iniziale di tutti i pezzi è come una falange in cui tutti i pezzi sono protetti fra loro. Basta mangiare un fante nella posizione iniziale e, qualunque esso sia, sarà mangiato da un pezzo in seconda fila, che sia re, regina, alfiere, cavallo o torre. Dicevamo, dopo che ho aperto il mio schieramento, faccio scatenare il mio alfiere, interpretato da Bart, che si muove esclusivamente sulle caselle bianche.
Forte della mia esperienza di soft air, ogni volta che gioco a scacchi sto sempre attento a che ogni pedina sia “coperta” da un’altra, nel senso che se questa viene eliminata, la rappresaglia non tarda a venire perché l’eliminatrice viene a sua volta neutralizzata da un’altra pedina delle mie. È così che si gioca alla guerra!
L’alfiere si muove diagonalmente, da destra va a sinistra, ma… Accidenti!, il cavallo del mio avversario (con la forma di Krusty il Clown) lo mangia. Sono stato distratto, non posso vendicarmi e il primo sangue è stato suo.
Le difficoltà
Come diceva il protagonista di un racconto noir che amo leggere: “Calma e gesso”. Rifletto, anche se ogni tanto mi distraggo a guardare la gente intorno se non che qualcuno mi fa i complimenti per la bella scacchiera. Lancio una controffensiva: apro il mio schieramento a sinistra, muovo il mio cavallo, poi libero la regina (Marge) e lancio degli attacchi fino a penetrare nel campo nemico, per la precisione il suo lato destro. Il re (che si muove dappertutto, ma è limitato col movimento a una sola casella) è in pericolo e il mio antagonista fa la mossa dell’Arrocco: se il re e la torre a lui più vicina non hanno mai mosso, possono sostituirsi nella casella che posseggono se non che la torre va dove c’era l’alfiere e il re il cavallo.
Hai paura, eh?
I furibondi assalti
Con la mia Marge, più volte arrivo quasi allo scacco matto (forse sono in ritardo con gli aggiornamenti delle regole: quando ero bambino si diceva “scacco matto” quando si mangia la regina e “scacco al re” per… appunto il re, che nella mia scacchiera è Homer). Io e lui siamo onesti, alla fine è un’amichevole: non appena uno di noi rischia di avere il re mangiato, lo dice all’altro, almeno la partita si dilunga e ci si diverte di più.
Così, io più volte arrivo al quasi scacco matto mentre l’altro ragazzo fa molto poco. E dire che credevo fosse molto più bravo, essendo uno che lavora con i numeri. Ma se io mi distraggo, lui fa fatica a capire quali sono i pezzi e addirittura confonde i miei con i suoi.
Più volte lo assalisco, la mia regina è come la scheggia di uno shrapnel. La regina è la pedina più forte: muove in orizzontale e verticale (come la torre, che in questa scacchiera è Lisa) e in obliquo come l’alfiere di quante pedine vuole.
Attenzione: la regina non muove a Elle saltando le altre pedine, questa è un’interpretazione errata che usava un ragazzino che abitava nello stesso palazzo di un mio parente nel capoluogo piemontese.

La vittoria è vicina
La mia regina fa molti danni, a poco a poco gli elimino alcuni fanti, poi altri tipi di pedine. Sul mio fianco sinistro, invece siamo come nella Grande Guerra. È lì che ho mangiato uno dei suoi cavalli e spazzato via tre fanti, ma c’è immobilità, perché con il sistema delle rappresaglie e contro rappresaglie molti fanti sono fermi bloccando tutto. Per intenderci, i fanti muovono di una sola casella (a parte l’eccezione dell’inizio) e se si fronteggiano non si muovono più. È come se murate di scudi cozzassero contro. Perché il fante faccia fuori una pedina nemica, può farlo in diagonale, ma sempre di una sola casella. Ad esempio, se un fante è immobile con davanti un altro fante ma alla destra di questo c’è una pedina avversaria, è come se da dietro lo scudo allunghi la lancia per colpire ed eliminare.
L’effetto San Matteo
Il gioco continua in questa maniera: gli tolgo molti pezzi, io ne perdo pochi, e questo è per lui un circolo vizioso perché meno forze ha in campo meno possibilità ha di proteggere quelle rimaste. È una faccenda matematica, è l’Effetto San Matteo (San Matteo disse: “Chi ha di più, avrà di più; chi ha di meno, avrà di meno”). O meglio, “Piove sul bagnato”.
La vittoria
Dopo molti quasi scacchi al re da parte mia, anche lui cerca di vincermi, ma fa molto poco e soprattutto io gli mangio la sua regina (all’incirca a metà partita) e adesso è evidente chi vincerà.
Come mossa disperata, il suo re si avvicina al mio che non si è quasi mai spostato (se non di poco), ma io continuo a macellare le sue forze finché sulla scacchiera non rimangono il mio re, la mia regina e un fante… e lui? Solo il re.
In teoria, se il re rimane solo la partita è finita, ma lui continua a tergiversare, dice che è patta. Provo a bloccarlo con il re e la regina, ma mi sfugge. Quando sposto il mio ultimo fante, capisce che tutto è perduto e per non ammettere la sconfitta va in bagno.
Bella partita.