di Mariele Scifo – Roma Sport Sociale è un progetto realizzato dalla testata sportiva Sportmemory con il supporto della Regione Lazio, un progetto virtuoso che vuole raccontare e dimostrare come lo sport può essere fonte di rivincita sociale, di integrazione e aggregazione, di miglioramento della vita.
Un reportage in sei puntate, storie di luoghi di periferia, di strutture urbane abbandonate e disastrate, luoghi di disagio e di forte criticità trasformati, grazie all’iniziativa e alla buona volontà di chi ha voluto mettersi a disposizione per aiutare chi ne ha più bisogno, specialmente tra i giovani, in centri di aggregazione e di incontro, ascolto e solidarietà attraverso lo sport.
Calcio, boxe, basket, nuoto divengono elementi fondanti che restituiscono colore, dignità e bellezza a questi luoghi e specialmente a chi li abita, riportandoli alla legalità.
“Lo sport è aggregazione, benessere fisico e mentale, solidarietà e integrazione ed è bellissimo vedere come in queste storie ci siano tutti gli elementi racchiusi dentro una cornice di luoghi della nostra provincia spesso dimenticati”, ha dichiarato Roberto Tavani, Delegato allo Sport della Regione Lazio.
C’è la storia del Campo dei Miracoli, a Corviale, un impetuoso complesso di cemento armato, meglio conosciuto come Serpentone, riqualificato, riportato alla vita, grazie all’intervento di Massimo Vallati e al suo Calcio Sociale:
“Cercavamo un luogo per fare il primo centro di calcio sociale in Italia e c’è stata offerta la possibilità di farlo qui a Corviale. Era un luogo distrutto, degradato, in mano alla criminalità, quindi è diventata una missione riqualificare un bene comune, un bene pubblico. Il nostro percorso nasce nel 2009, Corviale era un luogo abbandonato, ed era veramente difficile pensare che qui invece potesse nascere un sogno, potesse nascere la vita, potesse nascere la speranza”.

“Calcio Sociale”, spiega Massimo Vallati, “vuol dire cercare di cambiare le regole del calcio per ridiscutere le regole del mondo. Trasformare il calcio in un grande luogo d’inclusione, di partecipazione, di educazione e formazione. Il calcio come palestra di vita per tutti i nostri ragazzi, dove poter crescere, costruire l’autostima e il senso civico”.
“Per noi genitori che non abbiamo nulla, non abbiamo la possibilità di mandare i nostri figli a delle attività sportive o di avere un supporto per i compiti come invece accade qui, è un grande traguardo che noi stiamo cercando di tramandare ai nostri figli, mandandoli qui”, racconta Sonia Di Traglia, abitante di Corviale.
Roma Sport Sociale: straordinarie storie di riscatto
E questa è solo una della storie di rinascita che il reportage racconta. Si parla poi del Team Boxe Roma XI, alla Montagnola, dove un capannone abbandonato e fatiscente è stato trasformato in un centro di eccellenza del pugilato italiano, grazie ai maestri Italo Mattioli e Luigi Ascani, che in quel luogo hanno visto il futuro. Un centro inclusivo e aperto a chiunque, senza alcun tipo di distinzione. Un centro in cui si vuole, prima di tutto, dare aiuto e supporto ai ragazzi in difficoltà, ascoltarli e trasmettere loro dei valori.
Il coach Italo Mattioli spiega: “Noi abbiamo anche rapporti con il municipio, loro ci segnalano persone in difficoltà, qualcuno che vuole fare sport e pugilato, e tramite assistenti sociali e istituzioni noi ospitiamo e accogliamo chi ne ha bisogno. Non abbiamo alcun problema a seguirli e allenarli”.

E poi ancora il recupero del campo di Montespaccato, dove s’insegna ai ragazzi la legalità, il playground di basket per gli street-artist del Celio, la storia dell‘Oratorio salesiano Don Bosco, al quartiere Tuscolano e la splendida esperienza di Federico Bassani, nuotatore non vedente che grazie al supporto del Centro Sant’Alessio Margherita di Savoia, dopo le Olimpiadi di Tokyo, si prepara per Parigi.